C
Constance Spry
Guest
Stavo pensando una cosa.
C'è stato un periodo che ho cercato seriamente di sabotare il gelso, ma poi ho rinunciato, vuoi perchè non mi riusciva, vuoi perchè ho finalmente trovato un mezzo accordo con mia sorella, vuoi perchè avevo la coda di paglia. In fondo è un albero che ha tanti anni, non proprio secolare, ma certo quei cinquant'anni ce li ha. Alla fine sono contenta di non essere riuscita a farlo fuori. Diavolo, con le erbacce è una cosa, ma con un albero...
O non dovrebbe esserlo?
Se il giardino e la casa fossero tutti miei, molto probabilmente avrei deciso di toglierlo, in fondo per me è solo una grossa erbaccia...però...mi domandavo se in quel caso ne avrei avuto in qualche modo il "diritto morale".
La questione mi si affaccia alla mente ogni volta che penso a quanto vorrei farlo fuori: subitamente una vocina interiore fa il paragone tra la mia statura e la sua, tra la sua maestosità e la mia piccolezza.
Un albero può essere considerato come un'erbaccia? Una volta qualcuno disse che le rose hanno un'anima e che sradicarle è un omicidio (ma in questo caso un trapianto, anche a fin di bene, come dovrebbe essere considerato?). Io personalmente non mi trovo d'accordo su questo modo di vedere le cose, per quanto le rose mi piacciano più di ogni altro fiore.
Però un albero mi fa soggezione, molto probabilmente non per quel che è, e non per la sua mole, ma per ciò che implica. Vite e vite di minuscoli esseri umani attraversate e superate...in fondo la creatura più vecchia della terra non è un pino marittimo di 2000 e passa anni? E che dico io, quello si ricorda i tempi di Cristo!
Certo, non voglio far paragoni col mio gelso, ma se non si ricorda i tempi di Nostro Signore almeno si ricorda quelli di mio nonno, e di quando il paese finiva a Villa Albanese, e non c'era la tivvù, il turismo e l'inquinamento.
Voi che dite, è giusto farsi tanti problemi per un albero oppure no? Consideriamo l'albero per ciò che è e non per quel che significa oppure il contrario? O entrambe le cose?
C'è stato un periodo che ho cercato seriamente di sabotare il gelso, ma poi ho rinunciato, vuoi perchè non mi riusciva, vuoi perchè ho finalmente trovato un mezzo accordo con mia sorella, vuoi perchè avevo la coda di paglia. In fondo è un albero che ha tanti anni, non proprio secolare, ma certo quei cinquant'anni ce li ha. Alla fine sono contenta di non essere riuscita a farlo fuori. Diavolo, con le erbacce è una cosa, ma con un albero...
O non dovrebbe esserlo?
Se il giardino e la casa fossero tutti miei, molto probabilmente avrei deciso di toglierlo, in fondo per me è solo una grossa erbaccia...però...mi domandavo se in quel caso ne avrei avuto in qualche modo il "diritto morale".
La questione mi si affaccia alla mente ogni volta che penso a quanto vorrei farlo fuori: subitamente una vocina interiore fa il paragone tra la mia statura e la sua, tra la sua maestosità e la mia piccolezza.
Un albero può essere considerato come un'erbaccia? Una volta qualcuno disse che le rose hanno un'anima e che sradicarle è un omicidio (ma in questo caso un trapianto, anche a fin di bene, come dovrebbe essere considerato?). Io personalmente non mi trovo d'accordo su questo modo di vedere le cose, per quanto le rose mi piacciano più di ogni altro fiore.
Però un albero mi fa soggezione, molto probabilmente non per quel che è, e non per la sua mole, ma per ciò che implica. Vite e vite di minuscoli esseri umani attraversate e superate...in fondo la creatura più vecchia della terra non è un pino marittimo di 2000 e passa anni? E che dico io, quello si ricorda i tempi di Cristo!
Certo, non voglio far paragoni col mio gelso, ma se non si ricorda i tempi di Nostro Signore almeno si ricorda quelli di mio nonno, e di quando il paese finiva a Villa Albanese, e non c'era la tivvù, il turismo e l'inquinamento.
Voi che dite, è giusto farsi tanti problemi per un albero oppure no? Consideriamo l'albero per ciò che è e non per quel che significa oppure il contrario? O entrambe le cose?