:flower: Non so se ti sarò di grande aiuto.... ci provo.... ho letto su internet di alcune malattie che possono colpire l'oleandro ti allego quello che ho trovato.... Per facilitare il compito comunque è meglio se alleghi delle foto così possiamo capire meglio il problema....
ANTRACNOSI DELL’OLEANDRO
(Phoma exigua)
Il principale ospite di questo fungo è
Nerinum oleander, di cui è in grado di colpire i giovani rami e le foglie. La patologia si manifesta con macchie necrotiche di colore scuro, costituite da una serie di anelli concentrici più o meno evidenti. Sui giovani rami, se la necrosi arriva ad interessare l’intera circonferenza, la parte distale dissecca. La malattia trova le condizioni ottimali di sviluppo nel periodo autunnale, specialmente con andamento climatico umido.
DIFESA.
Per la lotta a questo patogeno si possono effettuare dei trattamenti preventivi, a base di prodotti rameici (efficaci anche contro la rogna), ditiocarbammati (zineb, ziram, mancozeb) o procloraz. A partire da Settembre-Ottobre sono necessari 3-4 interventi distanziati circa 15 giorni l’uno dall’altro. In presenza di forte umidità, specialmente in serra, i trattamenti chimici possono fornire risultati parziali. In queste condizioni sarebbe opportuno ridurre l’umidità ambiente aprendo ed arieggiando la serra.
ROGNA DELL’OLIVO E DELL’OLEANDRO
(Pseudomonas savastanoi)
Questo parassita batterico provoca danni principalmente sui rami dell’
Olea europea e del
Nerinum oleander. Su questi organi produce delle escrescenze di dimensioni variabili, di forma sferoidale, di consistenza legnosa e superficie rugosa. Questi tubercoli, anche se successivamente vanno incontro a disfacimento, determinano un deperimento della pianta e un suo deprezzamento commerciale.
Il patogeno è in grado di penetrare nella pianta solo da ferite sia naturali (freddo, grandine, ecc...) che provocate dall’uomo (potatura, ed altro).
DIFESA.
Il controllo di questo batterio può essere realizzato con l’uso di prodotti rameici. Queste sostanze (poltiglia bordolese, ossicloruri di rame, ed ossiduli di rame), hanno proprietà batteriostatiche per cui riescono a prevenire le infezioni batteriche.
Irrorazioni con prodotti rameici, specialmente subito dopo freddi intensi e grandinate, possono garantire una buona difesa dalla rogna.
Per quanto riguarda le
INNAFFIATURE ED ALTRO, invece...
ESPOSIZIONE. Copiate la Natura, scegliendo per i vostri oleandri posizioni calde e luminose, in pieno sole per il maggior numero di ore al giorno.
TERRENO. Andrà bene qualunque tipo di terreno, addirittura meglio se povero e sciolto, visto che nell'ambiente naturale gli oleandri prosperano spesso lungo il letto asciutto di fiumi e corsi d'acqua, dove non mancano sabbia, ghiaia e sassi.
IMPIANTO. Il periodo migliore è l'inizio della primavera, in febbraio-marzo, sia in vaso sia in piena terra.
INNAFFIATURE. Saranno abbondanti dalla primavera a metà estate, da quando cioè gli oleandri andranno innaffiati soltanto occasionalmente. Da maggio e a settembre, ogni 15 giorni circa, si potrà somministrare alle piante adulte un buon fertilizzante liquido.
POTATURA. Ogni anno, a fine inverno, si sfoltisce l'arbusto, eliminando i rami vecchi, morti o gracili. Volendo invece rinnovare completamente la pianta la si rade a 10 centimetri dal suolo, disinfettando con cura i monconi.
MOLTIPLICAZIONE. Può avvenire per talea e margotta, oppure per mezzo del trapianto di polloni, che l'oleandro produce in abbondanza. Prelevati in autunno, dopo la fioritura, andranno interrati subito dopo in terreno fertile e leggero, scegliendo esposizioni a sud, soleggiate e riparate. Il nuovo esemplare fiorirà dopo due o tre anni.
Fammi sapere ciao....
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