Credo di possedere almeno due fortune, il luogo in cui vivo e l'occhio sui tempi vegetativi delle piante che mi autoregolano il polso con le irrigazioni.
Li ho abituati e lo faccio sempre, dopo che acquisto una di queste piante, al restarsene all'aperto e dopo aver visto che prendono la neve e non ne risentono, perfino a temperature di -3°, misono parecchio tranquillizzata sulla loro caparbietà.
Però, la giovane piantuccola, la tutelo meglio e la metto in serra fredda, perchè secondo me, è meno forte, si vede dallo spessore fogliare.
Uso composte fibrose, terra del mio giardino, tanta agriperlite, carbone di legna e bark da pacciamatura, (senza deresinatura, ho scoperto che non piace alle lumache ed ai porcellini di terra) tutto ben miscelato.
Ora sono sotto teottoia e protetti dall'eccesso di pioggia e posti su bancali di legno, mai a contatto con la terra.
Appena le temperature si alzano sopra i 12-13° notturni e si assestano, li metto al sole e comincio a reidratarli poco fino a ritrovarmi in piena estate a regime da beone. Vado di cannetta alla mattina, lasciando che le foglie si asciughino prima di vedere il sole e la sera, ribagno anche nel vaso e a lungo, miscelando i fertilizzanti che uso per il giardino, più tè di guano.
Quando il sole picchia duro, ma la vite regala alle piante vapore acqueo e protezione, bagno con acqua molto fredda (la mia proviene dal sottosuolo, è sempre ghiacciata) il vaso, le pareti di queste.
Non faccio altro.