La vedi dura perché è molto difficile fermare il punteruolo rosso, perciò avendo seguito la problematica praticamente fin dall'inizio nonché vari convegni dove sono stati mostrati tutti i mezzi e le tecniche sperimentate (compresi da ultimo i droni) senza risolvere, evito di dare consigli secondo me inutili.
Dove sono adesso, a Bordighera, è ormai uno scempio nonostante molti sforzi intrapresi con in criterio "tolleranza zero"; stessa cosa in tutto il Ponente Ligure (vd. foto Ospedaletti). L'unico giardino dove sopravvive un palmeto di
canariensis è entro una villa storica di privati ma quando sono entrato a visitare ho subito avvertito puzza di insetticida e poi sulle palme ho notato siringoni permanenti segno che abbinano anche endoterapia (avevo fatto un post in proposito): a me pare evidente che se si tengono le palme costantemente sotto una campana chimica anche il punteruolo se la vede dura. In questo caso ha un senso trattare pesantemente dato che si tratta di qualcosa di valore storico, diversamente non è sostenibile in ambito pubblico e il singolo privato deciderà in proprio.
Personalmente ho subito rinunciato a difendere due
canariensis che abbiamo nel giardinetto del ns. piccolo condominio, non tanto perché scendo al mare ogni tanto ma indipendentemente dalla logistica perché il gioco non vale la candela sia in termini di costi, sia in termini di fruibilità degli spazi, sia perché concettualmente per me la pianta ornamentale, salvo che nei vivai, non deve costringere a interventi fitosanitari a tempo indefinito.
