Insulto,esplosione verbale che oltraggia, ingiuria, improperio, insolenza: laparolaccia è una costante del comportamento umano, una correnteelettrica che attraversa da sempre il linguaggio individuale ecollettivo, come testimoniano gli storici della lingua, datando dagliesordi della comunicazione verbale della specie l'apparizione delleparolacce, in ogni civiltà, e rintracciandone le evenienze in ognitempo. Non è un fenomeno casuale: i neurologi sono riusciti astabilire che nel cervello esiste un'area espressamente dedicataall'elaborazione e all'invenzione degli insulti. Vito Tartamellarintraccia una storia che delinea una democrazia del linguaggio: leparolacce sono pronunciate dai più incolti, ma entrano di dirittonella storia della letteratura (non solo antica, come dimostrano inoir più celebri dei nostri giorni) e nelle vicende di cronaca, avolte arrivando a vette storiche memorabili (come nel caso celebredel generale Cambronne). In realtà, che cosa sono le parolacce?Perché si dicono? Che effetto hanno sull'ascoltatore? Come sipronunciano all'estero? A questa serie di domande, e ad altre cheriescono a sortire un effetto esilarante, Tartamella rispondericorrendo alle teorie linguistiche e ai risvolti scientifici, eaffiancando aneddoti, curiosità e bizzarrie a questo impazzimentodel linguaggio che, da Aristofane a Benigni, è una delle componentipiù continue e sorprendenti della storia della comunicazioneumana.
Non ho capito ciò che vuol dire l'autore ma in pocheparole, voi le parolacce le dite? Se si quando? E' un abitudine o letirate fuori quando vi arrabbiate assai?