RosaeViola
Master Florello
Io credo nell'amore.
No, non ridete, non è una butade ma è quel che sento e che sempre più, fino a questo punto della mia strada, capisco essere il motore universale. Tutti ne abbiamo bisogno, tutti ne veniamo alimentati, tutti lo ricerchiamo, tutti soffriamo per poter essere amati e per sentirci degni di esserlo.
I legami veri, positivi costruiscono altri legami. Cementano e consolidano le nostre esistenze.
Diamo la vita ad un altro essere umano e ben sappiamo che amandolo ne faremo un individuo che, al suo interno, è stato costruito con solide fondamenta che difficilmente saranno scalfite.
Chi è stato amato genera, a sua volta, amore.
Ma voi direte, anche chi non è stato amato genera amore. E' vero, ma per poterlo fare appieno, deve prima riattraversare il suo dolore, deve comprenderlo e spiegarlo, deve trovare la sua propria consapevolezza, affinchè questo gli consenta di vivere e amare totalmente e lucidamente.
Ho visto morire lentamente mio padre. Gli sono stata vicina vicina, abbiamo parlato tantissimo anche della morte, in generale, e anche della sua stessa.
Non posso dimenticare il suo ultimo grande insegnamento: la vera immortalità è il ricordo, è il trasferire a chi viene dopo, parti di chi non c'è più.
L'immortalità esiste ed esiste in ognuno di noi.
Attraverso l'amore che viviamo per i nostri cari che non ci sono più vicini fisicamente, possiamo farli vivere ancora.
Le mie figlie parlano del loro nonno spessissimo e lo amano ancora, come quando era vivo.
Alla fine della sua vita, i suoi sentimenti erano vividi e palpitanti, così come lo sono ancora i miei, i nostri per lui.
L'amore che proviamo non muore mai ed io ho trascorso la mia vita a percepire quel legame come un caldo abbraccio che conforta e consola, che protegge e fa crescere.
Ora non è diverso. Mi manca il suo corpo, mi manca il suo sguardo, mi manca il suo modo di fare, di parlare e la sua capacità di spiegare oltre alla sua comunicativa, ma quel caldo e rassicurante tepore, io lo percepisco ancora.
Quel legame io l'ho sempre visualizzato come una sorta di nastro di stoffa, forte e delicato, serico ma, al tempo stesso, estremamente resistente che avvolgeva ognuno di noi, che avvolgeva, legandolo inscidibilmente, ogni persona che fosse parte integrante della mia famiglia.
Mi è stato donato ed io ho il dovere di ridonarlo a mia volta.
Tutta la mia vita è stata percorsa da eventi durissimi, alcuni anche orribili per i quali mi sono chiesta tante volte perchè io, perchè a me.
Ho pianto lacrime amare in tanti momenti e so per certo che non sarò mai completamente al sicuro, come ognuno di noi del resto, dalla possibilità di una grande sofferenza.
Ho ricamminato lungo strade che avevo già percorso con uno sforzo sovrumano che mi ha lasciato, di sovente, esausta e senza più la forza di alzarmi da terra, ma ho potuto vedere bene in faccia il dolore e capire perchè mi era stato arrecato un male che ai miei occhi non aveva una spiegazione.
Nel far questo ho ritrovato in me, tutto l'amore di cui sono capace e man mano continuo lungo la mia strada, anche quando la sofferenza stessa, mi ha impedito di provare dolore e gioia nel contempo, capisco che non ho scelta, se non continuare ad amare. Tutto riconduce lì.
La mia armonia è tutta lì, il mio star bene ancora lì.
Se questa è la mia essenza, la mia strada, il mio karma o come lo si voglia chiamare, non posso far altro che seguirlo, consapevole che finchè sarò tutto questo, potrò esistere e non potrò morire completamente.
Se ne andrà il mio corpo, ma io sarò ancora dentro a tutti quelli che avrò amato e mi amano.
No, non ridete, non è una butade ma è quel che sento e che sempre più, fino a questo punto della mia strada, capisco essere il motore universale. Tutti ne abbiamo bisogno, tutti ne veniamo alimentati, tutti lo ricerchiamo, tutti soffriamo per poter essere amati e per sentirci degni di esserlo.
I legami veri, positivi costruiscono altri legami. Cementano e consolidano le nostre esistenze.
Diamo la vita ad un altro essere umano e ben sappiamo che amandolo ne faremo un individuo che, al suo interno, è stato costruito con solide fondamenta che difficilmente saranno scalfite.
Chi è stato amato genera, a sua volta, amore.
Ma voi direte, anche chi non è stato amato genera amore. E' vero, ma per poterlo fare appieno, deve prima riattraversare il suo dolore, deve comprenderlo e spiegarlo, deve trovare la sua propria consapevolezza, affinchè questo gli consenta di vivere e amare totalmente e lucidamente.
Ho visto morire lentamente mio padre. Gli sono stata vicina vicina, abbiamo parlato tantissimo anche della morte, in generale, e anche della sua stessa.
Non posso dimenticare il suo ultimo grande insegnamento: la vera immortalità è il ricordo, è il trasferire a chi viene dopo, parti di chi non c'è più.
L'immortalità esiste ed esiste in ognuno di noi.
Attraverso l'amore che viviamo per i nostri cari che non ci sono più vicini fisicamente, possiamo farli vivere ancora.
Le mie figlie parlano del loro nonno spessissimo e lo amano ancora, come quando era vivo.
Alla fine della sua vita, i suoi sentimenti erano vividi e palpitanti, così come lo sono ancora i miei, i nostri per lui.
L'amore che proviamo non muore mai ed io ho trascorso la mia vita a percepire quel legame come un caldo abbraccio che conforta e consola, che protegge e fa crescere.
Ora non è diverso. Mi manca il suo corpo, mi manca il suo sguardo, mi manca il suo modo di fare, di parlare e la sua capacità di spiegare oltre alla sua comunicativa, ma quel caldo e rassicurante tepore, io lo percepisco ancora.
Quel legame io l'ho sempre visualizzato come una sorta di nastro di stoffa, forte e delicato, serico ma, al tempo stesso, estremamente resistente che avvolgeva ognuno di noi, che avvolgeva, legandolo inscidibilmente, ogni persona che fosse parte integrante della mia famiglia.
Mi è stato donato ed io ho il dovere di ridonarlo a mia volta.
Tutta la mia vita è stata percorsa da eventi durissimi, alcuni anche orribili per i quali mi sono chiesta tante volte perchè io, perchè a me.
Ho pianto lacrime amare in tanti momenti e so per certo che non sarò mai completamente al sicuro, come ognuno di noi del resto, dalla possibilità di una grande sofferenza.
Ho ricamminato lungo strade che avevo già percorso con uno sforzo sovrumano che mi ha lasciato, di sovente, esausta e senza più la forza di alzarmi da terra, ma ho potuto vedere bene in faccia il dolore e capire perchè mi era stato arrecato un male che ai miei occhi non aveva una spiegazione.
Nel far questo ho ritrovato in me, tutto l'amore di cui sono capace e man mano continuo lungo la mia strada, anche quando la sofferenza stessa, mi ha impedito di provare dolore e gioia nel contempo, capisco che non ho scelta, se non continuare ad amare. Tutto riconduce lì.
La mia armonia è tutta lì, il mio star bene ancora lì.
Se questa è la mia essenza, la mia strada, il mio karma o come lo si voglia chiamare, non posso far altro che seguirlo, consapevole che finchè sarò tutto questo, potrò esistere e non potrò morire completamente.
Se ne andrà il mio corpo, ma io sarò ancora dentro a tutti quelli che avrò amato e mi amano.
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