La mia Euroflora, l'Abruzzo e i fiori del lago di Como
Ho visto la prima e la terza edizione di Euroflora. Ne ho un ricordo vivo ma di qualcosa di posticcio, di confusione, di affastellamento, di fare solo per fare. Leggo che le cose non sono cambiate e non poteva essere diversamente. La sede è quella e soprattutto i concetti e gli obiettivi sono sempre eguali. Un artificio effimero. Una mostra di quadri o di sculture possono starci in una sede che non è la propria, ma le piante, tolte dalla loro naturalità sono imbalsamate e colpiscono come i colori dei pacchi dei biscotti al supermercato.
La mia idea di Euroflora è ben diversa e si rifarebbe ad altre consolidate esperienze europee (che ho fatto mia per molti anni a Treviso, con notevole successo): un intervento in aree degradate o parchi da sistemare, fare una grande rassegna semi stabile e poi lasciare il tutto alla comunità. Insomma, un intervento concreto che superi l'effimero dei dieci giorni. Genova e la Liguria avrebbero di che fare, a cominciare dal parco Hambury di Ventimiglia, i forti di Genova, tante aree di una regione con tanti fiori ma così poco diffusi negli arredi.
Questa sarebbe la mia Euroflora e come questa tante Euroflora in tutta Italia.
Sono appena tornato da un fantastico viaggio in Abruzzo, fra gli eremi del teramano, l'Aquila e gli altipiani del Gran Sasso, della Maiella e del parco d'Abruzzo (da Scanno a Pescocostanzo, Santo Stefano e Sulmona) con commoventi riti della settimana Santa. Una natura straordinaria con un'infinità di sorprendenti varietà botaniche
Sabato prossimo accompagnerò un mio gruppo in quella che può essere un'altra Euroflora italiana: i giardini del lago di Como. la villa del Balbianello a Lenno, villa Melzi d'Eryl a Bellagio, villa Carlotta a Tremezzo, villa La Collina a Cadenabbia, villa Camozzi a Grandola, villa d'Este a Cernobbio, Menaggio.
Credete che sia ancora necessario recarsi a Genova?
Ho visto la prima e la terza edizione di Euroflora. Ne ho un ricordo vivo ma di qualcosa di posticcio, di confusione, di affastellamento, di fare solo per fare. Leggo che le cose non sono cambiate e non poteva essere diversamente. La sede è quella e soprattutto i concetti e gli obiettivi sono sempre eguali. Un artificio effimero. Una mostra di quadri o di sculture possono starci in una sede che non è la propria, ma le piante, tolte dalla loro naturalità sono imbalsamate e colpiscono come i colori dei pacchi dei biscotti al supermercato.
La mia idea di Euroflora è ben diversa e si rifarebbe ad altre consolidate esperienze europee (che ho fatto mia per molti anni a Treviso, con notevole successo): un intervento in aree degradate o parchi da sistemare, fare una grande rassegna semi stabile e poi lasciare il tutto alla comunità. Insomma, un intervento concreto che superi l'effimero dei dieci giorni. Genova e la Liguria avrebbero di che fare, a cominciare dal parco Hambury di Ventimiglia, i forti di Genova, tante aree di una regione con tanti fiori ma così poco diffusi negli arredi.
Questa sarebbe la mia Euroflora e come questa tante Euroflora in tutta Italia.
Sono appena tornato da un fantastico viaggio in Abruzzo, fra gli eremi del teramano, l'Aquila e gli altipiani del Gran Sasso, della Maiella e del parco d'Abruzzo (da Scanno a Pescocostanzo, Santo Stefano e Sulmona) con commoventi riti della settimana Santa. Una natura straordinaria con un'infinità di sorprendenti varietà botaniche
Sabato prossimo accompagnerò un mio gruppo in quella che può essere un'altra Euroflora italiana: i giardini del lago di Como. la villa del Balbianello a Lenno, villa Melzi d'Eryl a Bellagio, villa Carlotta a Tremezzo, villa La Collina a Cadenabbia, villa Camozzi a Grandola, villa d'Este a Cernobbio, Menaggio.
Credete che sia ancora necessario recarsi a Genova?