Olmo..innanzi tutto Buona Pasqua
L'articolo l'ho trovato interessante,perchè secondo me affronta il problema sotto una luce diversa.
Si,lo so,puo' sembrare un santone,ma quello che asserisce non è poi così lontano dal vero.
Ade esempio,mettiamo il caso di un figlio maschio abbandonato dal padre quando era bambino,perhcè ha mollato la madre per andare dietro ad un'altra donna possiamo avere due comportamenti diversi,da parte sua quando sarà grande: o sarà un'uomo che rispetterà moltissimo le donne o farà esattamente a moglie e figli quello che il padre ha fatto a lui.E ho visto in pratica realizzarsi,in due persone diverse,a parità di abbandono,i due comportamenti diversi.L'abbandono da parte del padre è stata una violenza,c'è poco da dire.
Il fatto è che, se un violentatore ha subito violenza a sua volta,è perchè,sembra strano ma è così,ha fatto suo,in un certo senso,suo malgrado,quel modello di comportamento, in quanto non ha saputo elaborare e assorbire l'esperienza in modo adeguato (per mancanza di strumenti personali o di adeguato supporto esterno o tutt'e due le cose assieme), o perchè,nei meandri del suo inconscio,realizza ,violentando a sua volta,una sorta di vendetta, più o meno inconsapevole,nei confronti della società che non l'ha difeso.Come diceva Shakespeare,più o meno, "ci sono cose più in cielo e in terra di quante ne possa pensare la tua filosofia" e io aggiungo "nella testa di ciascuno".
Olmo,credimi,non mi sono bevuta un litro di quel buon di prima mattina,malgrado sia Pasqua,ma questa cosa la si capisce se ti leggi le biografie dei serial Killer.Molti di loro hanno subito violenza e traumi molto pesanti.
Per esempio,il famoso serial killer Cikatilo,quello che violentava le vittime e ,sigh,se le mangiava, sembra che abbia avuto la terribile esperienza del fratello maggiore linciato e mangiato dalla folla durante una terribile carestia del 1930, e altre varie amene cosette,come quella di essere stato violentato durante il servizio militare.
C'è da tenere conto che, a questo mondo ,non siamo tutti uguali,davanti al dolore e alle esperienze più brutte, non tutti reagiamo allo stesso modo.,proprio perchè gli assetti psicologici sono diversi in ognuno di noi.
Io dico sempre,per esempio,che non è così vero che il dolore è una grande scuola:nei tipi predisposti,il dolore può rendere più saggi e buoni,ma altri ,con il dolore si induriscono ancora di più.Dipende anche qual'è il contesto in cui si determina una certa esperienza,qual'è l'asetto sociale e familiare che attornia una persona che viene colpita da un trauma,se questa persona viene o meno supportata dall'esterno e ha o meno le risorse interne per fare fronte ad una simile cosa .
I bambini sono piccole spugne,che assorbono le esperienze ,imparano,ma non hanno i filtri e le difese che verranno elaborate nel corso della crescita fino a raggiungere l'età adulta E,fra l'altro,in certi soggetti,certi filtri non compariranno mai.I bambini assorbono tutto senza intermediazioni di alcun tipo,ed è anche per questo che un comportamento specie se ripetuto,puo' essere devastante nel tempo.
L'articolo parla di violenza non percepita:ho letto di casi di violenza su bambine da parte di prossimi congiunti e amici di famiglia;beh,spessissimo accade che la bambina percepisca la violenza come tale solo dopo anni,quando è oramai ormai ragazza e adulta,esprimendo il disagio con comportamenti patologici,per esempio, di evitamento del sesso maschile o altri segni di disagio,e solo dopo un attento lavoro terapeutico viene fuori la violenza.M'è capitato un caso simile.
La bambina subisce la violenza,percepisce dolore e che c'è qualcosa che non va anche perchè l'adulto la costringe al silenzio,con minacce e blandizie.Nello stesso tempo,poichè la violenza è perpetrata da una persona vicina alla sua famiglia o della sua stessa famiglia,le si crea confusione internamente perchè non si capacita come una persona affettivamente a lei vicina possa farle del male,e magari le si innesca un conflitto di lealtà,nel senso che ,se denuncia la persona e questa paga le conseguenze del suo gesto, è la bambina a sentirsi in colpa,non il suo carnefice.
Inoltre,proprio perchè è piccola,qualora la bambina denunciasse la cosa,proprio perchè piccola sulle prime non viene mai creduta e spesso proprio dalla sua stessa famiglia,magari anche per ignoranza e /o perchè non ha i mezzi per cogliere la verità o non arriva a sospettare del congiunto colpevole,in quanto pare anche ai familiari, a sua volta una cosa mostruosa e inconcepibile.E la bambina si becca pure l'accusa di essere bugiarda e cattiva.
Circa il sistema giudiziario...per caso,avete mai visto se,nei Paesi dove è vigente la pena di morte,la violenza sia scomparsa ,completamente eradicata,e il numero dei reati sia calato?A me sembra che sia tutto il contrario,
Una mia amica brasiliana m'ha detto che lì,le carceri sono durissime e la legge non è affatto morbida (c'è stata la dittatura),ma i rea<ti si compiono lo stesso e le violenze sono anche feroci.Per cui...
Il nostro ordinamento giudiziario prevede la galera per i reati sessuali, o per i femminicidi,ma vedo che gli stupri si compiono e i femminicidi anche,ahimè.
Non mi sembra ,a mio parere,che l'articolista abbia detto cose dell'altro mondo,basta osservare la realtà di tutti i giorni.
Forse l'autore dell'articolo non avrà specificato meglio l'insieme delle variabili della psiche , del comportamento individuale e sociale di ciascuno, avrebbe sicuramente dovuto essere più chiaro,ma alla luce di questo che ho detto ho trovato l'articolo interessante.