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Invasione delle aliene

Sybian

Giardinauta
Da tempo volevo intraprendere questa discussione con tutti voi, con la speranza che per entrambe le "fazioni" si possa accendere un dibattito ed una divergenza d'opinione moderata, atta a far comprendere gli uni agli altri la propria posizione ed instillare il beneficio del dubbio alla controparte.

L'argomento in questione è l'inserimento di speci alloctone in territorio urbano, o comunque in ambienti ed ecosistemi non rilevanti.

Invogliarmi ad intraprendere questo "spinoso" argomento è la pubblicazione di questo bell' articolo su ilDolomiti.it relativo all'iniziativa del Comune di Prato per il progetto "Bosco delle Neofite" diretto da Stefano Mancuso.
Come leggerete ha scatenato grande disapprovazione tra le Società scientifiche: S. Botanica Italiana, S. Italiana di Biogeografia e S. Italiana Scienza della Vegetazione che si sono espresse attraverso questo comunicato, che a mio parere travisa volutamente ed in maniera ipocrita sul fattore razziale, per discreditare attraverso il paragone tra piante aliene e migranti le parole di Stefano Mancuso: “Prato è una città multietnica e il parco vuole rappresentare proprio questo. Ci sono piante non autoctone ma che lo diventeranno nel tempo, così come i migranti di oggi saranno i cittadini italiani e pratesi di domani [...]".

Vi chiedo di non entrare nel merito politico, bensì esprimere un vostro parere a favore o meno nell'introduzione di piante neofite in zone urbane e motivarne il vostro pensiero.
 

danielep

Florello Senior
Discussione senz'altro interessante, ma destinata ad essere chiusa presto. E' difficile, comunque uno la pensi, non cadere nel politico....
O uno dice come la pensa o rimane troppo sul vago...
 

tartina

Master Florello
io abito in area extra urbana, molto extra urbana, quindi la mia opinione sarebbe molto legata alle mie condizioni e non pertinente...
 

monikk64

Fiorin Florello
Io taccio che è meglio.....
Argomento che mi 'scalda'....
Dico solo che visti gli Ailanti, sono contrarissima al favorire specie alloctone.
Ma mi fermo qui.
 

Sybian

Giardinauta
Io taccio che è meglio.....
Argomento che mi 'scalda'....
Dico solo che visti gli Ailanti, sono contrarissima al favorire specie alloctone.
Ma mi fermo qui.
In allegato de laRepubblica c'è un libricino di Stefano Mancuso, "Botanica", che nell'introduzione parla proprio dell'Ailanto.
 

Sybian

Giardinauta
Cercherò qualche scritto di Stefano Mancuso online perché ho una forte allergia a laRepubblica......:lol::lol::lol:
Comprendo benissimo!!! :lol::lol::lol:
Comunque in edicola io lo ho acqistato da solo senza quotidiano, a mio avviso un po' caro €8,50, ma per quel poco che ho letto, già mi piace. Premetto che è la prima pubblicazione di Stefano Mancuso in cui mi sto cimentando.
 

Ma.Vi1901

Aspirante Giardinauta
Ci sono piante non autoctone ma che lo diventeranno nel tempo, così come i migranti di oggi saranno i cittadini italiani di domani.
Ciao,
non conosco Stefano Mancuso ma sono convinta che quello descritto, sia il futuro che ci attende. Anche quelle che sembrano aberrazioni fanno parte di questo processo evolutivo ineluttabile.
 

Margherita^

Aspirante Giardinauta
Ho ascoltato ed apprezzato, anche se non in toto, alcune conferenze del professor Mancuso e d'altro lato concordo con la "poco felice strategia di comunicazione" evidenziata dalle Società citate.
Personalmente non trovo corretto puntare i riflettori su un paragone inappropriato fra Persone e piante, perchè sposta l'attenzione e mette in secondo piano il vero punto della questione, cioè l'opportunità di introdurre specie non autoctone ed invasive.
Non sono contraria per principio alle specie non autoctone, altrimenti per coerenza non dovrei mangiare pomodoro, mais, patate ecc., ma credo si debba fare attenzione alle specie invasive.
Se mi passate la citazione "turbare un equilibrio naturale è un'impresa cui bisogna accostarsi con timore e tremiti... e con un calcolatore molto versatile"
... qualcuno, probabilmente della mia non verde età, riconosce la citazione?
 

Sybian

Giardinauta
Vorrei prima sapere da quando una pianta si "trasforma" in autoctona, dal momento che da Nord a Sud abbiamo delle realtà che reputiamo originali del luogo, ma non è assolutamente reale.
Da sempre l'uomo ha introdotto volutamente per una ragione o per l'altra migliaia di piante, stravolgendo all'epoca e caratterizzando successivamente il territorio, tanto da portarci a pensare che ai tempi dei nostri avi fosse così.

Partendo dalla mia Regione la Liguria, è stata completamente "terrazzata", stravolgendo fisicamente la morfologia del territorio che forse è peggio, per poi essere monocoltivata ad Ulivo (originario dell'Asia minore) reputato autoctono oggi.

In tempi più moderni nel ponente a inizio secolo scorso a Sanremo/Ventimiglia lo stimato Mario Calvino, papà di Italo, cercava ed introduceva con successo piante alimentari da inserire nei microclimi locali.
Fino ad arrivare all'entroterra di Genova che è interamente composto da boschi di Castagni di dimenticata coltivazione da più generazioni.

Pertanto mi chiedo dove è o dove sia rimasta la reale origine genovese vegetale? abbiamo solo glabri monti di erba secca alle nostre spalle

Ogni anno combattiamo estati sempre più lunghe e non piovose, che cancellano piante che non riescono ad evolvere così velocemente, dunque è preferibile il vuoto, secco e morto oppure trovare una essenza che riesca a sopravvivere e forse a prosperare da una stagione all'altra?

Il Bamboo (da noi usato esteticamente) è ancora più invasivo del vituperato Ailanto, (da noi introdotto in alternativa al Gelso), eppure abbiamo imparato a contenerlo ed usarlo, probabilmente basterebbe reintrodurre il suo naturale e personale regolatore, appunto il Bombice dell'Ailanto.

Le monoculture e la non biodiversità a mio avviso sono molto più preoccupanti, un semplice insetto può creare danni di spropositate proporzioni, come ciclicamente succede in ogni nostra regione, introdurre specie nuove può dare asilo anche ai giusti antagonisti che prosperano senza trovare alcun predatore.​
 

Sybian

Giardinauta
[...]sono convinta che quello descritto, sia il futuro che ci attende. Anche quelle che sembrano aberrazioni fanno parte di questo processo evolutivo ineluttabile.
infatti è sempre stato così, le aberrazioni sono state fatte in tutte le nostre regioni in periodi di dimenticata memoria!

[...]
Personalmente non trovo corretto puntare i riflettori su un paragone inappropriato fra Persone e piante, perchè sposta l'attenzione e mette in secondo piano il vero punto della questione, cioè l'opportunità di introdurre specie non autoctone ed invasive.
[...]
Applausi!!! :su::su::su:

Non sono contraria per principio alle specie non autoctone, altrimenti per coerenza non dovrei mangiare pomodoro, mais, patate ecc., ma credo si debba fare attenzione alle specie invasive.
Condivido la tua coerenza e sono concorde con te sull'attenzione da porre alle specie invasive se non altro dando le locazioni territoriali giuste e attendere o meglio ancora favorire la biodiversità completa anche dei loro antagonisti e "predatori"
 

Sybian

Giardinauta
[...] Se mi passate la citazione "turbare un equilibrio naturale è un'impresa cui bisogna accostarsi con timore e tremiti... e con un calcolatore molto versatile"
... qualcuno, probabilmente della mia non verde età, riconosce la citazione?
Purtroppo non conosco l'autore ed il contesto della citazione.
 

Margherita^

Aspirante Giardinauta
Vorrei prima sapere da quando una pianta si "trasforma" in autoctona,
non credo serva molto tempo, qualche secolo, a volte qualche decennio, la nostra "memoria storica" è corta e d'altra parte ogni pianta ha avuto origine da qualche parte e poi si è più o meno diffusa e ogni volta gli equilibri flora-fauna-clima si sono riaggiustati. Ma non in un paio d'anni e non necessariamente in modo migliorativo
Le monoculture e la non biodiversità a mio avviso sono molto più preoccupanti,
sono d'accordo, le invasioni biologiche sono una delle cinque principali cause (umane) della perdita di biodiversità.
Per quel che può valere l'opinione di una persona non studiata, io trovo sbagliato sia arroccarsi a difesa di uno status quo che non è mai stato tale ma sempre in movimento, sia introdurre specie alloctone senza una valutazione molto attenta delle conseguenze. Non è un argomento sul quale si possa schierarsi con un tifo da stadio.

Purtroppo non conosco l'autore ed il contesto della citazione
"La via della gloria" di Robert A. Heinlein
 

chebarba

Maestro Giardinauta
Non ho mai letto libri di Stefano Mancuso, ma ho visto diversi suoi interventi in varie trasmissioni, e mi sono fatto un'idea, magari sbagliata, del suo punto di vista.
Credo che lui consideri un unico grande ecosistema che comprende l'intero pianeta, all'interno del quale ogni forma vivente, vegetale, animale, o microbica che sia, ha il diritto di viaggiare ovunque, con qualunque mezzo, (compresi noi) per garantirsi le massime possibilità di sopravvivenza.
Tutto il resto sono solo regole che abbiamo stabilito noi per le nostre convenienze.
E' chiaro che, guardando le cose da questa angolatura, che non considero neanche sbagliata, nessuno è alieno, a meno che non venga da...fuori.

P.S. neanche a me piace l'ailanto, anzi lo odio cordialmente, ma so che mi sopravviverà, dunque me ne farò una ragione :lol:
 

Icchy92

Guru Giardinauta
Non conosco questo divulgatore, ma il concetto che ha espresso lo reputo piuttosto ignorante e "globalizzato" su entrambi i punti di vista. Il mondo è costituito da habitat unici che si sono evoluti in centinaia di migliaia di anni, alcune piante sono riuscite a colonizzare tutto il pianeta mentre altre sono rimaste confinate in areali più ristretti, e anche se ogni tanto può esserci qualche trasferimento in maniera naturale, ad esempio grazie agli uccelli, questo non è paragonabile ai trasporti effettuati dall'uomo. E seguendo la sua analogia, è palese che un'invasione incontrollata di specie alloctone è solo un danno per le popolazioni locali, ma questo non significa che allora dovremmo limitarci a coltivare solo piante originarie del nostro paese, semplicemente bisogna farlo con criterio. Come detto qualche post sopra, alcune specie ritenute invasive non lo diventeranno mai se coltivate con attenzione, quindi io personalmente sono favorevole, ma solo dopo un'attenta valutazione.
 

cmr

Maestro Giardinauta
Il professore che citate mi ha sempre generato una orticaria fulminante. Ho da sempre affermato che i suoi testi o le sue "scoperte" (!?!?!?) sono un copia/incolla di opere conosciute o frutto delle ricerche di altri. Tanto per dire, una delle sue ultime conferenze che verteva sulle sue sensazionali scoperte sulle piante rampicanti altro non è che la riedizione in chiave moderna delle ricerche che un certo Charles Darwin - si proprio quel Darwin li - mise nero su bianco nel 1875 nel libro "On the Movements and Habits of Climbing Plants".
Detto questo, impestare aree geografiche con esseri viventi non autoctoni, siano piante o animali, senza tener conto degli squilibri che nel medio/lungo termine possano causare all'habitat locale ma solo perché adesso nei salotti green sta entrando il politically correct - e fai 'ste analogie lontane anni luce tra loro - è semplicemente da irresponsabili.
 
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