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SILVIA_P.
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Melo cotogno
. Ho cercato di racchiudere un poche righe tutto ciò che interessa un bonsaista alle prese con questa essenza.
Presentazione della specie
Nome scientifico: Cydonia Oblonga o Cydonia Vulgaris
Nome inglese: CrabApple
Famiglia: Rosaceae
Sottofamiglia: Pomoideae
Origini
Il melo cotogno è originario dell’Asia minore e ha come punto geografico di maggior sviluppo la Cina. Il nome scientifico deriva da Cidone, isola di Creta da cui gli antichi romani esportarono la pianta.
Morfologia
Il melo cotogno è un albero che in natura raggiunge i 4-6 metri di altezza. Fu impiegato in colture intensive in Italia dagli anni 60 agli anni 80 per poi iniziare un declino fino ad arrivare ai giorni nostri, attualmente la presenza del melo cotogno è molto rarefatta.
Il melo cotogno è una caducifoglia, albero da frutto, la fioritura è composta da fiori bianchi o rosa con cinque petali. La fioritura è di norma molto profumata.
Presenta fogli alterne, ovoidali e pubescenti.
I frutti sono asimmetrici, di colore giallastro e di dimensioni variabili. I frutti sono molto ossidabili e contengono molti semi di forma poligonale.
Un pianta adulta presenta una corteccia bruna tendente al grigio con molte screpolature.
Perché avere un melo cotogno
Avere un melo cotogno vuol dire avere un bonsai apprezzato per la fioritura primaverile, prima dell’avvento del fogliame e per la sua fruttificazione. I frutti di colore verde appaiono in estate e permangono sulla pianta fino ad autunno anche dopo la completa perdita del fogliame. Questo aspetto ne determina l’interesse anche nelle fasi di dormienza della pianta quando il cotogno espone la sua struttura “nuda” punteggiato dai frutti colorati.
Il cotogno è una specie rustica, facile da coltivare e da mantenere, queste caratteristiche lo rendono adatto anche ad una persona non esperta in cerca di soddisfazioni.
Tecnica colturale
Il cotogno in natura presenta un apparato radicale superficiale, se messo in vaso bonsai questa caratteristica ha poco senso se non per la scelta del vaso che non dovrà essere troppo profondo. Per ottenere una buona fruttificazione è necessario diminuire il flusso di linfa ascendente, la fruttificazione avviene principalmente sui rami in posizione orizzontale e nello specifico, come tutte le pomoideae, sulle lamburde (cortissimi rami) e brindelli (rami con gemme a legno e con la gemma apicale a fiore).
Generalmente sono autofertili ma, come per tutti i bonsai da frutto, se messi vicino ad altri esemplari la fruttificazione sarà più abbondante.
Mantenimento
Potatura
Durante la fase di mantenimento la potatura si limita a casi eccezionali in cui si vuole cambiare la forma al bonsai. Per evitare di perdere la fruttificazione è necessario potare solo i rami che hanno già fruttificato e tenere i rami dell’anno. E’ importante non potare in inverno se si vuole avere la fioritura primaverile e la successiva fruttificazione in quanto le gemme a fiore sono poste apicali. Quindi effettuare la potatura invernale è possibile solo nel caso di pianta in formazione. Non potare mai i rami corti perché sono quelli che portano il maggior numero di fiori.
Rinvaso
Da effettuare ogni 2-3 anni utilizzando un composto “pesante” composto da adakama,sabbia e terriccio universale. Durante il rinvaso eliminare 1/3 delle redici prediligento la potatura delle radici grandi. Il rinvaso dovrà essere effettuato prima del risveglio vegetativo.
Al seguito del rinvaso valgono le regole generali di non concimare e di tenere in penombra i 30 giorni successivi.
Composizione del terriccio
Il melo cotogno ama terreni argillosi e abbastanza pesanti.
E’ consigliato utilizzare un composto con la maggior parte di adakama (70-80%) e con una componente di terriccio universale e sabbia in parti uguali.
Il cotogno sebbene sia molto versatile non ama i terreni particolarmente basici e predilige quelli acidi.
Negli esemplari di maggiori dimensioni si usa creare una collinetta di torba a coprire il piede per tenerlo ad una temperatura maggiore.
Legatura
Può essere effettuata tutto l’anno durante il periodo vegetativo. E’ consigliabile visto che il cotogno viene facilmente segnato dal filo proteggere con la rafia. La legatura dovrebbe prediligere la posizione orizzontale dei rami al fine di favorirne la fruttificazione.
Defogliazione
E’ possibile in maggio- giugno.
Mondatura
Eliminare alcuni dei frutti per evitare uno stress troppo grande alla pianta. E’ consigliabile non lasciare fruttificare tutti gli anni ma ogni 3-4 anni eliminare completamente i frutti prima che essi crescano per far riposare la pianta.
Fertilizzazione
La fertilizzazione deve avvenire in periodo di attività vegetativa e non durante la fioritura. Si dovrà somministrare concime a basso contenuto di azoto sia in primavera che in autunno, aumentando la concentrazione di fosforo e potassio nei mesi autunnali.
Pinzatura
Va effettuata di frequente (nei momenti di spinta della pianta una volta a settimana circa) e per tutto il periodo vegetativo.
Si devono pinzare i nuovi germogli quando essi hanno prodotto 2-3 foglie. Vista la vigoria di crescita anche in vaso, non pinzando i nuovi germogli si avranno rapidamente internodi lunghi e non più controllabili.
Non è possibile avere una ramificazione fitta, s’intende un’ottima ramificazione quando sono presenti 4-5 biforcazioni per ogni ramo anche se dipende ovviamente molto dalla forma e dalla dimensione del bonsai.
Irrigazione
Il cotogno ha bisogno di molta acqua da somministrare prima che il terriccio asciughi completamente, abbondare prima della fioritura, ridurre durante la fioritura e riprendere nel periodo suffessivo. Non utilizzare acqua calcarea in quando il cotogno ne è particolarmente sensibile in quanto ha bisogno di buone concentrazioni di ferro.
E’ possibile nebulizzare ma assolutamente non in periodo di fioritura.
Esposizione
Posizionare in pieno sole. Non teme il caldo e non teme le gelate. E’ bene però non riporlo in una posizione che potrebbe favorire la germinazione precoce come a SUD o vicino a dei possibili volani termici (ES: muri) perché una gelata con le gemme aperte rischierebbe di compromettere inevitabilmente la fioritura. Nei mesi caldi d’estate riporre a mezz’ombra anche se la pianta non soffre il sole diretto si corre comunque il rischio di essiccazione del terriccio.
Accrescimento
Durante la fase di accrescimento, sia essa fatta in piena terra o in vaso di coltivazione è necessario prestare attenzione solamente allo sviluppo della conicità dei tronco. Per far questo è necessario effettuare potature drastiche lasciando i rami che interessano allo scopo. La scelta dei rami deve comunque essere fatta non considerando l’aspetto finale del bonsai ma solamente il fatto che la parte del tronco sottostante al ramo in questione subirà un ingrossamento. Il melo cotogno ha la proprietà di emettere parecchi nuovi germogli all’altezza della zona di taglio. E’ necessario quindi cercare di formare il maggior numero di rami pinzando a 2-3 germogli, questo perché il cotogno produce molti nuovi germogli se potato a verde (quindi prima che le cacciate lignifichino).
Quando la forma del tronco sarà quella voluta si effettuerà una potatura che interesserà solamente i rami non interessanti per il disegno finale, lasciando quindi solamente i rami primari.
A questo punto è possibile mettere in vaso di dimensioni inferiori (se lo si desidera anche bonsai) per ridurre la crescita e facilitare la formazione di internodi corti. Se un ramo deve essere allungato è sufficiente non pinzare, il ramo avrà internodi più lunghi.
Eliminare regolarmente i polloni che potrebbero nascere.
Rinvaso in accrescimento
Per esemplari in accrescimento è necessario un rinvaso annuale con una vigorosa potatura delle radici. E’ dimostrato infatti che alla potatura delle radici il cotogno risponde con la produzione di gemme. Il rinvaso come per gli esemplari formati dovrà essere fatto prima del risveglio vegetativo.
Fertilizzazione in accrescimento
Fertilizzare con concimi ad alto tenore di azoto in primavera ed alto tenore di potassio e fosforo in autunno.
Avversità
Fuoco batterico (Erwinia Amilovora) come tutte le pomacee,
Monilia malattia dei fiori
Tr agli insetti i più inclini ad attaccare il cotogno sono la Carpocapsa per quanto riguarda i frutti e a Tignola sui germogli
Scelta del vaso
Il vaso dovrà essere smaltato e colorato con colori pastello e non colori troppo vivi per non rovinare l’effetto visuale dei frutti. Sono adatti anche i vasi con decorazioni. Se l’esemplare è particolarmente grande può andare bene anche un vaso di terracotta non smaltato.
L’altezza del vaso dovrà essere media e la forma dipende dai gusti del coltivatore e dallo stile prescelto.
Trattamenti fitopatologie
In Inverno spruzzare tutta la pianta con polisolfuro per i parassiti.
In primavera dopo la fioritura e appena compaiono i frutti irrorare la chioma con poltiglia bordolese.
Moltiplicazione
Margotta
Per margotta è poco utilizzata e da scarsi risultati. Il periodo migliore è in giugno.
Talea
La talea si effettua erbacea in aprile o semilegnosa in giugno utilizzando gli ormori radicanti utilizzando al solito un terreno molto poroso che riesca a mantenere alto il livello di umidità. La talea come la margotta è molto difficoltosa ma le piante risultanti sono molto più vigorose (2-3 volte) rispetto ad una innestata.
Innesto
Innesto è la tecnica più usata ma anche la meno pagante esteticamente.
Talea di radici
Da segnalare anche la talea radicale.
http://chiakibonsai.wordpress.com/2009/03/25/melo-cotogno/
. Ho cercato di racchiudere un poche righe tutto ciò che interessa un bonsaista alle prese con questa essenza.
Presentazione della specie
Nome scientifico: Cydonia Oblonga o Cydonia Vulgaris
Nome inglese: CrabApple
Famiglia: Rosaceae
Sottofamiglia: Pomoideae
Origini
Il melo cotogno è originario dell’Asia minore e ha come punto geografico di maggior sviluppo la Cina. Il nome scientifico deriva da Cidone, isola di Creta da cui gli antichi romani esportarono la pianta.
Morfologia
Il melo cotogno è un albero che in natura raggiunge i 4-6 metri di altezza. Fu impiegato in colture intensive in Italia dagli anni 60 agli anni 80 per poi iniziare un declino fino ad arrivare ai giorni nostri, attualmente la presenza del melo cotogno è molto rarefatta.
Il melo cotogno è una caducifoglia, albero da frutto, la fioritura è composta da fiori bianchi o rosa con cinque petali. La fioritura è di norma molto profumata.
Presenta fogli alterne, ovoidali e pubescenti.
I frutti sono asimmetrici, di colore giallastro e di dimensioni variabili. I frutti sono molto ossidabili e contengono molti semi di forma poligonale.
Un pianta adulta presenta una corteccia bruna tendente al grigio con molte screpolature.
Perché avere un melo cotogno
Avere un melo cotogno vuol dire avere un bonsai apprezzato per la fioritura primaverile, prima dell’avvento del fogliame e per la sua fruttificazione. I frutti di colore verde appaiono in estate e permangono sulla pianta fino ad autunno anche dopo la completa perdita del fogliame. Questo aspetto ne determina l’interesse anche nelle fasi di dormienza della pianta quando il cotogno espone la sua struttura “nuda” punteggiato dai frutti colorati.
Il cotogno è una specie rustica, facile da coltivare e da mantenere, queste caratteristiche lo rendono adatto anche ad una persona non esperta in cerca di soddisfazioni.
Tecnica colturale
Il cotogno in natura presenta un apparato radicale superficiale, se messo in vaso bonsai questa caratteristica ha poco senso se non per la scelta del vaso che non dovrà essere troppo profondo. Per ottenere una buona fruttificazione è necessario diminuire il flusso di linfa ascendente, la fruttificazione avviene principalmente sui rami in posizione orizzontale e nello specifico, come tutte le pomoideae, sulle lamburde (cortissimi rami) e brindelli (rami con gemme a legno e con la gemma apicale a fiore).
Generalmente sono autofertili ma, come per tutti i bonsai da frutto, se messi vicino ad altri esemplari la fruttificazione sarà più abbondante.
Mantenimento
Potatura
Durante la fase di mantenimento la potatura si limita a casi eccezionali in cui si vuole cambiare la forma al bonsai. Per evitare di perdere la fruttificazione è necessario potare solo i rami che hanno già fruttificato e tenere i rami dell’anno. E’ importante non potare in inverno se si vuole avere la fioritura primaverile e la successiva fruttificazione in quanto le gemme a fiore sono poste apicali. Quindi effettuare la potatura invernale è possibile solo nel caso di pianta in formazione. Non potare mai i rami corti perché sono quelli che portano il maggior numero di fiori.
Rinvaso
Da effettuare ogni 2-3 anni utilizzando un composto “pesante” composto da adakama,sabbia e terriccio universale. Durante il rinvaso eliminare 1/3 delle redici prediligento la potatura delle radici grandi. Il rinvaso dovrà essere effettuato prima del risveglio vegetativo.
Al seguito del rinvaso valgono le regole generali di non concimare e di tenere in penombra i 30 giorni successivi.
Composizione del terriccio
Il melo cotogno ama terreni argillosi e abbastanza pesanti.
E’ consigliato utilizzare un composto con la maggior parte di adakama (70-80%) e con una componente di terriccio universale e sabbia in parti uguali.
Il cotogno sebbene sia molto versatile non ama i terreni particolarmente basici e predilige quelli acidi.
Negli esemplari di maggiori dimensioni si usa creare una collinetta di torba a coprire il piede per tenerlo ad una temperatura maggiore.
Legatura
Può essere effettuata tutto l’anno durante il periodo vegetativo. E’ consigliabile visto che il cotogno viene facilmente segnato dal filo proteggere con la rafia. La legatura dovrebbe prediligere la posizione orizzontale dei rami al fine di favorirne la fruttificazione.
Defogliazione
E’ possibile in maggio- giugno.
Mondatura
Eliminare alcuni dei frutti per evitare uno stress troppo grande alla pianta. E’ consigliabile non lasciare fruttificare tutti gli anni ma ogni 3-4 anni eliminare completamente i frutti prima che essi crescano per far riposare la pianta.
Fertilizzazione
La fertilizzazione deve avvenire in periodo di attività vegetativa e non durante la fioritura. Si dovrà somministrare concime a basso contenuto di azoto sia in primavera che in autunno, aumentando la concentrazione di fosforo e potassio nei mesi autunnali.
Pinzatura
Va effettuata di frequente (nei momenti di spinta della pianta una volta a settimana circa) e per tutto il periodo vegetativo.
Si devono pinzare i nuovi germogli quando essi hanno prodotto 2-3 foglie. Vista la vigoria di crescita anche in vaso, non pinzando i nuovi germogli si avranno rapidamente internodi lunghi e non più controllabili.
Non è possibile avere una ramificazione fitta, s’intende un’ottima ramificazione quando sono presenti 4-5 biforcazioni per ogni ramo anche se dipende ovviamente molto dalla forma e dalla dimensione del bonsai.
Irrigazione
Il cotogno ha bisogno di molta acqua da somministrare prima che il terriccio asciughi completamente, abbondare prima della fioritura, ridurre durante la fioritura e riprendere nel periodo suffessivo. Non utilizzare acqua calcarea in quando il cotogno ne è particolarmente sensibile in quanto ha bisogno di buone concentrazioni di ferro.
E’ possibile nebulizzare ma assolutamente non in periodo di fioritura.
Esposizione
Posizionare in pieno sole. Non teme il caldo e non teme le gelate. E’ bene però non riporlo in una posizione che potrebbe favorire la germinazione precoce come a SUD o vicino a dei possibili volani termici (ES: muri) perché una gelata con le gemme aperte rischierebbe di compromettere inevitabilmente la fioritura. Nei mesi caldi d’estate riporre a mezz’ombra anche se la pianta non soffre il sole diretto si corre comunque il rischio di essiccazione del terriccio.
Accrescimento
Durante la fase di accrescimento, sia essa fatta in piena terra o in vaso di coltivazione è necessario prestare attenzione solamente allo sviluppo della conicità dei tronco. Per far questo è necessario effettuare potature drastiche lasciando i rami che interessano allo scopo. La scelta dei rami deve comunque essere fatta non considerando l’aspetto finale del bonsai ma solamente il fatto che la parte del tronco sottostante al ramo in questione subirà un ingrossamento. Il melo cotogno ha la proprietà di emettere parecchi nuovi germogli all’altezza della zona di taglio. E’ necessario quindi cercare di formare il maggior numero di rami pinzando a 2-3 germogli, questo perché il cotogno produce molti nuovi germogli se potato a verde (quindi prima che le cacciate lignifichino).
Quando la forma del tronco sarà quella voluta si effettuerà una potatura che interesserà solamente i rami non interessanti per il disegno finale, lasciando quindi solamente i rami primari.
A questo punto è possibile mettere in vaso di dimensioni inferiori (se lo si desidera anche bonsai) per ridurre la crescita e facilitare la formazione di internodi corti. Se un ramo deve essere allungato è sufficiente non pinzare, il ramo avrà internodi più lunghi.
Eliminare regolarmente i polloni che potrebbero nascere.
Rinvaso in accrescimento
Per esemplari in accrescimento è necessario un rinvaso annuale con una vigorosa potatura delle radici. E’ dimostrato infatti che alla potatura delle radici il cotogno risponde con la produzione di gemme. Il rinvaso come per gli esemplari formati dovrà essere fatto prima del risveglio vegetativo.
Fertilizzazione in accrescimento
Fertilizzare con concimi ad alto tenore di azoto in primavera ed alto tenore di potassio e fosforo in autunno.
Avversità
Fuoco batterico (Erwinia Amilovora) come tutte le pomacee,
Monilia malattia dei fiori
Tr agli insetti i più inclini ad attaccare il cotogno sono la Carpocapsa per quanto riguarda i frutti e a Tignola sui germogli
Scelta del vaso
Il vaso dovrà essere smaltato e colorato con colori pastello e non colori troppo vivi per non rovinare l’effetto visuale dei frutti. Sono adatti anche i vasi con decorazioni. Se l’esemplare è particolarmente grande può andare bene anche un vaso di terracotta non smaltato.
L’altezza del vaso dovrà essere media e la forma dipende dai gusti del coltivatore e dallo stile prescelto.
Trattamenti fitopatologie
In Inverno spruzzare tutta la pianta con polisolfuro per i parassiti.
In primavera dopo la fioritura e appena compaiono i frutti irrorare la chioma con poltiglia bordolese.
Moltiplicazione
Margotta
Per margotta è poco utilizzata e da scarsi risultati. Il periodo migliore è in giugno.
Talea
La talea si effettua erbacea in aprile o semilegnosa in giugno utilizzando gli ormori radicanti utilizzando al solito un terreno molto poroso che riesca a mantenere alto il livello di umidità. La talea come la margotta è molto difficoltosa ma le piante risultanti sono molto più vigorose (2-3 volte) rispetto ad una innestata.
Innesto
Innesto è la tecnica più usata ma anche la meno pagante esteticamente.
Talea di radici
Da segnalare anche la talea radicale.
http://chiakibonsai.wordpress.com/2009/03/25/melo-cotogno/