In Germania una gestione dei rifiuti virtuosa e funzionante .
Nell’Unione Europea, nonostante una normativa comune, esistono enormi differenze nella gestione dei rifiuti. In attesa che si arrivi ad uniformare il sistema, vediamo come vengono affrontati la raccolta differenziata e il riciclo in Germania.
La Waste Framework Directive, la legislazione europea sui rifiuti, compie 3 anni di vita, e già una nuova versione è in fase di approvazione al parlamento europeo. L’Unione Europea produce 1.3 miliardi di tonnellate di spazzatura l’anno e negli ultimi 3 il quantitativo è cresciuto del 19 %.
All’interno dell’Unione però le differenze sono enormi. C’è chi preferisce gli inceneritori (famosi quelli cittadini di Copenaghen e Vienna), chi le discariche (Gran Bretagna su tutti) e ci sono paesi che hanno fatto del riciclaggio un vero e proprio business come Finlandia, Svezia e Germania.
In Italia l’argomento rifiuti rimane sempre attuale e per troppe regioni sempre motivo d’emergenza. Non c’è nei cittadini la percezione dell’esistenza di un sistema integrato di gestione dei rifiuti ed è quindi difficile instaurare buone pratiche condivise. È una questione sia politica che culturale: da un lato si aspettano piani di sviluppo, investimenti adeguati e buona comunicazione, dall’altro c’è bisogno di maggior consapevolezza dei cittadini anche e soprattutto nel riuso e nel riciclo.
Per farci un’idea di come potrebbero andare le cose, proviamo a vedere qual è la situazione in Germania, dove negli ultimi dieci anni si è passati da una situazione difficile e simile alla nostra (fino a pochi anni fa spediva la maggior parte della spazzatura nell’Est), ad un modello virtuoso e funzionante.
La prima cosa che salta all’occhio è che i cittadini tedeschi considerano la spazzatura come qualcosa di loro proprietà piuttosto che qualcosa di cui ci si deve disfare di nascosto.
Schwabisch Gmund è una delle città modello per lo smaltimento dei rifiuti, che può darci l’idea di come sia presa terribilmente sul serio la spazzatura. Ogni cittadino è fornito di un
manuale di 13 pagine in tedesco, russo e turco (le 3 lingue più parlate in città), in cui vi è spiegata la destinazione di ogni tipologia di rifiuto con i relativi cassonetti di raccolta differenziata.
Con indicazioni precise: la carta da forno è biodegradabile, la copertina plastificata di un libro va nel generico il resto del testo nella carta, il vetro si ritira per colore (trasparente, verde e marrone) per facilitarne il riciclaggio.
Quattro è il numero minimo di bidoni presenti in ogni condominio: per carta e cartone, per le confezioni con bollino “punto verde” (materiali riciclabili), uno per i prodotti biodegradabili (compostabili), l’ultimo per tutto il resto. Inoltre a parte, in cassonetti stradali, vengono raccolti vetro, abiti e rifiuti speciali.
La raccolta viene fatta o direttamente dai cassonetti dei condomini o porta a porta ad orari prestabiliti: sgarrare l’orario vuol dire multe salate. E in caso di errori come buttare un materiale nel cassonetto sbagliato potete tranquillamente ritrovarvi il sacchetto appeso alla porta di casa la mattina successiva.
Il problema più grosso lo crea probabilmente il Restmull, cioè l’immondizia generica. Ciascuno ha una quota di volume consentito, ed in caso di superamento, anche piccolo, non viene ritirato. E si tenga conto che il ritiro avviene ogni 2 settimane. Quindi l’unica soluzione è contattare l’azienda incaricata della gestione dei rifiuti, che per la città di Schwabisch Gmund è la Goa, e pagare un sovrapprezzo per il ritiro. A meno di infilare la spazzatura nei cestini in strada, rischiando multe salatissime, o nei cassonetti dei vicini, che però
sono solitamente chiusi da un lucchetto.
Forse la soluzione migliore è quella di diventare consapevole di quanti rifiuti produci e provare a ridurli. Questo è reso più semplice dal fatto che ci sono in atto campagne atte a ridurre decisamente gli imballaggi dei prodotti in modo da ridurre decisamente il volume della spesa e quindi dei rifiuti. I vuoti poi sono per la maggior parte a rendere.
Forse raccontato così può sembrare un approccio fin troppo pignolo, ma se ci si pensa un attimo allora è il nostro criterio che diventa vecchio e da superare. E se non ci viene ancora incontro il sistema di gestione attuato dai nostri comuni, cominciamo in prima persona a fare scelte concrete per differenziare e ridurre i volumi dei nostri rifiuti: scegliere prodotti con meno imballaggi, riutilizzare ciò che può non essere buttato, usare shopper di stoffa…
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