Ciao,
sulla pronuncia latina, dipende! In francia la francesizzano, in Inghilterra danno indicazioni precise di volta in volta nelle riviste di giardinaggio. Per esempio "Diascia" dicono che si deve leggere Diaskia, per consonarsi appunto alla pronuncia dura della "c" del nome di origine (non so chi sia). Per noi vale la pronuncia latina, in grazia del fatto che siamo privilegiati e possiamo leggere quasi come in italiano. Ma quasi. Tradescantia si legge "tradescanzia", Forsythia = forsizia,
Deutzia = deùzia e non "doizia" come leggono gl'inglesi, in onore di von Deutz. Ficus benjamina = beniamina e non bengiamin, come dicono in molti, dichondra = dicondra e non diciondra, Thunbergia e non thunberghia, bergenia e non berghenia, se si rispettasse la pronuncia tedesca, deschampsia e non desciamsia, se si rispettasse la pronuncia francese. Tuttavia ci sono eccezioni, quando la pronuncia viene sentita come ridicola, p.e. Tibuchina e non tibouchina. Per la Weigela, nessuno ha il coraggio di dire veigela, e tutti dicono veighela o vaighela. E nessuno si lamenta.
Pensati che ci sono anche errori così a lungo continuati, che hanno quasi preso il posto della verità, per esempio Aubrieta, più che spesso viene scritta Aubretia e letta Obrezia. L'origine è francese, Duchesnèa e non Duscenèa.
Quando sono impronunciabili in latino, si leggono come nella lingua originale:
Elsholtzia ed Eschscholzia sono due diverse piante, la prima potrebbe leggersi "elsciolzia", e forse la seconda "escolzia", ma io finora ho trovato solo pareri, ma non dettami, al riguardo. Ma ho intenzione d'informarmi meglio.
Ci sono le due famose campanule, la portenschlagiana, che viene pronunciata normalmente con la "sch" alla tedesca (per fortuna ha il sinonimo "muralis", e poi la porscharskiana, idem viene pronunciata come per la macchina Porsche.
E poi ci sono gli accenti. Ma questo è un altro capitolo, ciao, Mariangela