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Due parole sul riposo delle orchidee (parte 2 - conclusiva)

biro46

Maestro Giardinauta
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Per il riposo ci sono da tenere sempre presenti alcune cose che sono importanti:

Umidità – quando si parla di riposo pensiamo sempre ad un riposo secco, nulla di più sbagliato perché in natura anche nei periodi di “riposo” c’è la nebbia, la rugiada, le nuvole basse, la condensa notturna, ecc. per cui la pianta ha sempre una umidità ambientale e radicale (non dimentichiamo che sono epifite attaccate agli alberi) tale da permettere la loro sopravvivenza

Il tipo di riposo
1.
Riposo leggero: normalmente questo riposo ha una durata di uno/due mesi e consiste soprattutto nel ridurre le irrigazioni e permettere al substrato di asciugare prima di irrigare nuovamente e può avvenire indipendentemente dalla temperatura ma solo legato alla riduzione di luce ed alla scarsità di pioggia come può avvenire con alcune Phalaenopsis e Oncidium
2. Riposo asciutto: è il riposo che si fa con molti Dendrobium, alcune Coelogyne, Cymbidium e altre orchidee dove tendenzialmente si evita di bagnare per lunghi periodi a meno che non ci siano significativi segni di sofferenza dovuti alla carenza di acqua (canne che raggrinziscono troppo, pseudo bulbi che se si raggrinziscono, ecc.) in questo caso si fanno delle leggere irrigazioni/nebulizzazioni al substrato o alle foglie/radici se in zattera come se fosse effetto della nebbia o della condensa notturna o di rugiada
3. Riposo secco: è’ un riposo davvero secco con orchidee tipo le Catasetinae (Catasetum, Mormodes, Clowesia,Cycnoches e loro ibridi) dove le radici della pianta in inverno seccano e di conseguenza non sono in grado di assorbire liquidi per cui bagnando le radici secche marcirebbero portando a marciume anche la pianta, in questo caso non si bagna finchè non si vedono apparire delle nuove radici (attenzione radici non nuova vegetazione), alcuni autori/collezionisti consigliano di mettere queste orchidee durate il riposo sopra il quadro elettrico della serra o della casa così si è sicuri di non bagnare per evitare danni peggiori

Temperatura
Mentre per la maggioranza la temperatura è significativa e il riposo coincide anche con l’abbassamento della temperatura e la riduzione di ore di luce, per alcune termofile è in particolare la carenza di pioggia che porta la pianta ad un periodo di riposo

Luce
Non dobbiamo pensare che la pianta che entra in riposo debba essere messa anche in una zona ombrosa, nella maggioranza dei casi in natura il periodo di riposo corrisponde anche al periodo in cui si ha la maggior luminosità/insolazione dovuta anche alla perdita delle foglie delle piante su cui crescono le orchidee, quindi quando una pianta entra in riposo facciamo in modo che prenda anche tanta luce e anche sole un po’ diffuso

Fertilizzazione
Nel periodo di riposo indipendentemente dal tipo citato la fertilizzazione va sempre sospesa


Difficilmente la pianta ci manda dei messaggi che deve o sta entrando in riposo perché l’ingiallimenti delle foglie o la perdita delle foglie può essere dovuto a fattori di coltivazione e non di necessità di riposo, sta a noi quindi capire quando e se la pianta ha necessità di riposo consultando il venditore da cui abbiamo acquistato la pianta, consultando libri di coltivazione orchidee, ricercando in internet informazioni in merito alla pianta, sentendo chi già coltiva quel tipo di pianta in modo da poter un poco alla volta conoscere meglio le orchidee che coltiviamo

Per alcune piante il riposo, che come detto è genetico, è un degli elementi fondamentali per una buona coltivazione ma non preoccupatevi troppo se ad un Dendrobium nobile o ad una Coelogyne cristata non abbiamo fatto fare il riposo, la pianta non fiorirà ma non morirà, preoccupiamoci invece se non abbiamo fatto fare il riposo ad una Catasetinae perché le probabilità di un decesso della pianta è molto alto

Molti coltivano le piante in vaso altri sulle zattere e si pensa che il cambio di metodo di coltivazione possa portare ad diverso metodo di gestione del riposo, questo non è vero, e mi sembra utile precisare che non esiste una regola generale su come e quando bagnare la pianta indipendentemente dal sistema di coltivazione ma è l’osservazione della pianta quella che ci fa capire il momento giusto. Questo perché la situazione ambientale varia oltre che per la specie della pianta anche da chi coltiva in casa quindi avrà un ambiente diverso da chi coltiva in serra o di chi ha dedicato una stanza della casa alla coltivazione delle sua orchidee, quindi umidità, luce, temperatura sono diverse in ogni situazione.
Come risultato di questa variazione ambientale la gestione del riposo delle orchidee è soprattutto e principalmente legato alla osservazione e conoscenza delle piante che coltiviamo.

Inoltre non pensiamo che quando si dice abbassamento di temperatura si debba pensare solo al freddo perché è l’insieme dei fattori quali abbassamento temperatura – riduzione quantità di acqua – riduzione delle ore di luce (non della intensità) cito alcuni semplici esempi di piante che geneticamente avrebbero bisogno di riposo ma che sono all’opposto come temperatura:
a) La Coelogyne cristata che ha necessità di un riposo molto freddo, 2-4°C notturni (le mie le tengo anche sotto lo 0°C), asciutto ma molto luminoso anche con parecchio sole
b) Il Dendrobium nobile (botanico) che ha necessità di un riposo freddo 10°C - i miei li tengo assieme alle Coelogyne cristate - asciutto e molto luminoso. Diverso per il Dendrobium nobile ibrido (quello che normalmente si trova nei garden) che richiede un riposo meno stringente con temperature minime intorno ai 12-13°C di conseguenza ha necessità di essere bagnato - non inzuppato solo bagnato leggermente con maggiore frequenza - e molto luminoso
c) La Phalaenopsis lowii che è una Phalaenopsis termofila ovvero amante del caldo e nel suo ambiente le temperature minime sono sempre come minimo 18°C ma in inverno (da dicembre fino a marzo) vi è una quasi totale carenza di acqua.
d) La Phalaenopsis wilsonii che è una Phalaenopsis che nel periodo invernale sta al freddo anche con temperature intorno allo 0-2°C con carenza di acqua

Quindi come potete notare da questi esempi che non è possibile stabilire delle regole generali relative al riposo se non la conoscenza della pianta.

Ma quando finisce il riposo?
Normalmente il riposo termina alla ripresa vegetativa della pianta quando le condizioni climatiche che hanno determinato la condizione genetica del riposo terminano (temperatura che si rialza, ore di luce più lunghe, piovosità in aumento), ovvero quando si vede che la pianta uscendo dal riposo inizia a fare nuove vegetazioni, radici o un buon movimento radicale, questo vale per la maggioranza delle orchidee che geneticamente hanno necessità di riposo più o meno breve, diverso è il discorso delle Catasetinae dove il termine del riposo è da considerarsi quando si vede la formazione di nuove radici e non nuove vegetazioni
 
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