castelli
Giardinauta Senior
La mia agricoltura Naturale.
Come tutti gli appassionati di piante, ho utilizzato in passato concimi e disinfettanti chimici in vendita nei comuni negozi di piante e fiori, con risultati abbastanza insoddisfacenti.
Col passare del tempo, mi sono reso conto che questi concimi, benche’ venduti come specifici (concime per rose, per gerani, per piante acidofile, per cycas, etc.), hanno tutti la medesima composizione (un po’ di fosforo, di azoto, e qualcuno un po’ di potassio): quello che cambia, ma di poco, e’ la percentuale dei componenti.
Ma le piante necessitano di tutti gli elementi: ferro, rame, cobalto, magnesio, manganese, cadmio, calcio, molibdeno, zinco, zolfo, azoto, boro, fosforo e cloro: tutti elementi non presenti nei concimi chimici.
Il mio ragionamento e’ stato questo: se la pianta per svilupparsi necessita ad es. di rame, questo verra’ assorbito dalle radici e si trovera’ in seguito all’interno della pianta (nulla si crea, nulla si distrugge!). Quindi perche’ non concimare con le foglie e i fiori di questa pianta per dare il rame, dato che al suo interno il rame e’ presente? E questo vale per tutti gli altri elementi citati sopra. E’ inoltre noto che alcune piante vengono definite acidofile, cioe’ piante che per vivere necessitano di un terreno nettamente acido, come le orchidee, i rododendri, le azalee, ognuno in misura differente. Alcuni elementi come il ferro e il magnesio (che entrano nel ciclo di produzione della clorofilla), possono essere assorbiti dalla pianta solo se si trovano in una struttura chimica conferita loro dall’ambiente acido: da qui la conferma che il terreno di tutte le piante, per permetterne l’assorbimento di ferro e magnesio, deve essere leggermente acido: quindi tutte le piante hanno bisogno di un po’ di acidita’. Quindi perche’ continuare ad intossicare le nostre piante e noi stessi con “roba” chimica incompleta se non addirittura anche dannosa e che magari oltre a non risolvere il problema lo aggrava, a volte fino a far morire la pianta?
Alla luce di questi ragionamenti, supportati da semplici nozioni di chimica, sono arrivato a ideare un mio terreno/concime, che a mio avviso e’ completo e che mi sta dando ottimi risultati, e cioe’:
- ¼ di torba (in presenza di cenere o per piante acidofile, aumentare la quantita’),
- ¾ di terriccio universale,
- foglie e fiori (che faccio seccare e trito per comodita’ di conservazione),
- aghi di pino (tagliati e fatti asciugare, non seccare, che pare servano ad acidificare),
- cornunghia,
- alghe di mare in quantita’ limitata data la loro forza (nel caso si vogliano conservare, occorre essicarle al sole).
Questo miscuglio puo’ essere preparato ed utilizzato al momento, o essere preparato con mesi di anticipo per dare il tempo di “maturare”, e ottenere cosi' il compostaggio: in questo caso mescolo soltanto sostanza organica e cenere: i tempi di degradazione sono molto lunghi, ma alla fine si ottiene un composto che e' concime puro.
Utilizzando questa terra, non aggiungo piu’ nessun tipo di concime, al limite aggiungo altro miscuglio in superficie all’ occorrenza, in autunno e in primavera. Per cio’ che riguarda poi i disinfettanti, dimostrato ormai ampiamente che i disinfettanti chimici, ad es. gli acaricida, non assolvono a pieno ai loro doveri, magari arrecando ulteriori danni alla pianta, da ormai tanti anni uso un disinfettante totalmente naturale (Biokill), inodore e incolore e totalmente atossico per animali, uomo, e piante, ma letale per tutti i parassiti striscianti, voltanti o deambulanti. E’ l’unico disinfettante che riesce ad eliminare completamente il ragnetto rosso del melo! Spero in questo mio articolo, di aver perorato la causa dei concimi e disinfettanti naturali a discapito di quelli chimici esponendo, spero con chiarezza, le conclusioni a cui sono arrivato dopo tante disavventure e con tanti ragionamenti: meno inquinamento, meno tossicita’, risparmio economico e piante belle, rigogliose e dall’aspetto non gracile, non pompato, ma bensi’ naturale.
Compostaggio.
La tecnica del compostaggio serve per ottenere concime puro, gia’ pronto all’uso per essere assorbito dalle piante.
Contrariamente a quanto detto ne La mia agricoltura Naturale, il compostaggio richiede mesi se non anni per formarsi.
Il meccanismo di fomazione e’ dato dalla degradazione della sostanza organica, da parte di microrganismi, in presenza di acqua e ossigeno.
La materia prima di partenza e’ costituita da foglie, fiori, rami, pezzi di corteccia, sfalci d'erba (preferibilmente leggermente secca (da evitare le erbe infestanti o provenienti da piante malate), fondi di the' e di caffe', gusci d'uovo, cenere, alghe (fresche o secche) e tutto cio' che proviene dalle piante: tanto piu' vari sono i componenti, tanto migliore sara' il compostaggio ottenuto.
Alcuni Autori introducono anche carta non stampata e scarti di carne cruda.
Il tutto grossolanamente spezzettato per facilitarne la decomposizione.
Il tutto va mantenuto umido e rigirato saltuariamente quando la massa si compatta: cio' garantisce una adeguata areazione.
Esistono in commercio le compostiere: per lo scopo e’ comunque sufficiente un contenitore qualsiasi (le dimensioni sono in funzione di quanto compostaggio si vuole ottenere). I microorgansmi, gia’ presenti sul materiale, che prendono parte alla
degradazione, sono aerobi, cioe’ richiedono ossigeno per la loro vita e l'attivita' fisiologica. La presenza di umidita', permette loro di nutrirsi della sostanza organica degradadola, liberando calore e anidride carbonica: il volume di prodotto finale (il
compostaggio pronto per l'uso) e’ quindi inferiore a quello di partenza di circa il 50%.
Per accelerare e migliorare il processo, e' consigliabile aggiungere un po' di foglie e di terra di sottobosco (meglio se di conifere) o una piccola quantita' del precedente compostaggio finito (entambi contengono microorganismi e animaletti che si
nutrono di quanto cade dalle piante), magari aggiungendo anche dei lombrichi; i lombrichi infatti scavando gallerie sotterranee, contribuiscono anche a mantenere areato il terreno: inoltre cibandosi del materiale organico lo strasformano in humus, cioe' concime.
L'innalzamento della temperatura del materiale indica che il processo di trasformazione sta avvenendo.
Quando la temperatura diventa troppo alta (superiore ai 50°), e' consigliabile mescolare, o aggiungere acqua per raffreddare: per temperature non troppo elevate invece, si preferisce rimescolare saltuariamente per permettere ai microorganismi di
mantenere il microclima da loro stessi formato.
Sia il processo di formazione che il prodotto finito, non esalano cattivi odori. Essendo la decomposizione opera di microrganismi che durante il processo si moltiplicano, e’ facile capire che i tempi sono assai lunghi (circa un anno o piu': il tempo e' funzione della temperatura esterna, dell'umidita', della quantita' di ossigeno e di microorganismi presenti).
Questo e’ un modo per ottenere col metodo fai da te, un buon concime, da spargere sul terreno in piccole quantita', perche’ puro, che da’ottimi risultati. Si evita quindi per acquistare concimi “spacciati” per specifici (e specifici non sono – tutti gli elementi contenuti sono uguali e le concentrazioni simili), di inquinare l’ambiente e soffocare le nostre piante con “roba” chimica, che non e’ garanzia di un buon risultato.
Da ultimo, si consiglia di utizzare materiale proveniente da piante non concimate chimicamente, per evitare di trovare residui chimici tossici nel compostaggio, che vanificherebbe il nostro lavoro.
Come tutti gli appassionati di piante, ho utilizzato in passato concimi e disinfettanti chimici in vendita nei comuni negozi di piante e fiori, con risultati abbastanza insoddisfacenti.
Col passare del tempo, mi sono reso conto che questi concimi, benche’ venduti come specifici (concime per rose, per gerani, per piante acidofile, per cycas, etc.), hanno tutti la medesima composizione (un po’ di fosforo, di azoto, e qualcuno un po’ di potassio): quello che cambia, ma di poco, e’ la percentuale dei componenti.
Ma le piante necessitano di tutti gli elementi: ferro, rame, cobalto, magnesio, manganese, cadmio, calcio, molibdeno, zinco, zolfo, azoto, boro, fosforo e cloro: tutti elementi non presenti nei concimi chimici.
Il mio ragionamento e’ stato questo: se la pianta per svilupparsi necessita ad es. di rame, questo verra’ assorbito dalle radici e si trovera’ in seguito all’interno della pianta (nulla si crea, nulla si distrugge!). Quindi perche’ non concimare con le foglie e i fiori di questa pianta per dare il rame, dato che al suo interno il rame e’ presente? E questo vale per tutti gli altri elementi citati sopra. E’ inoltre noto che alcune piante vengono definite acidofile, cioe’ piante che per vivere necessitano di un terreno nettamente acido, come le orchidee, i rododendri, le azalee, ognuno in misura differente. Alcuni elementi come il ferro e il magnesio (che entrano nel ciclo di produzione della clorofilla), possono essere assorbiti dalla pianta solo se si trovano in una struttura chimica conferita loro dall’ambiente acido: da qui la conferma che il terreno di tutte le piante, per permetterne l’assorbimento di ferro e magnesio, deve essere leggermente acido: quindi tutte le piante hanno bisogno di un po’ di acidita’. Quindi perche’ continuare ad intossicare le nostre piante e noi stessi con “roba” chimica incompleta se non addirittura anche dannosa e che magari oltre a non risolvere il problema lo aggrava, a volte fino a far morire la pianta?
Alla luce di questi ragionamenti, supportati da semplici nozioni di chimica, sono arrivato a ideare un mio terreno/concime, che a mio avviso e’ completo e che mi sta dando ottimi risultati, e cioe’:
- ¼ di torba (in presenza di cenere o per piante acidofile, aumentare la quantita’),
- ¾ di terriccio universale,
- foglie e fiori (che faccio seccare e trito per comodita’ di conservazione),
- aghi di pino (tagliati e fatti asciugare, non seccare, che pare servano ad acidificare),
- cornunghia,
- alghe di mare in quantita’ limitata data la loro forza (nel caso si vogliano conservare, occorre essicarle al sole).
Questo miscuglio puo’ essere preparato ed utilizzato al momento, o essere preparato con mesi di anticipo per dare il tempo di “maturare”, e ottenere cosi' il compostaggio: in questo caso mescolo soltanto sostanza organica e cenere: i tempi di degradazione sono molto lunghi, ma alla fine si ottiene un composto che e' concime puro.
Utilizzando questa terra, non aggiungo piu’ nessun tipo di concime, al limite aggiungo altro miscuglio in superficie all’ occorrenza, in autunno e in primavera. Per cio’ che riguarda poi i disinfettanti, dimostrato ormai ampiamente che i disinfettanti chimici, ad es. gli acaricida, non assolvono a pieno ai loro doveri, magari arrecando ulteriori danni alla pianta, da ormai tanti anni uso un disinfettante totalmente naturale (Biokill), inodore e incolore e totalmente atossico per animali, uomo, e piante, ma letale per tutti i parassiti striscianti, voltanti o deambulanti. E’ l’unico disinfettante che riesce ad eliminare completamente il ragnetto rosso del melo! Spero in questo mio articolo, di aver perorato la causa dei concimi e disinfettanti naturali a discapito di quelli chimici esponendo, spero con chiarezza, le conclusioni a cui sono arrivato dopo tante disavventure e con tanti ragionamenti: meno inquinamento, meno tossicita’, risparmio economico e piante belle, rigogliose e dall’aspetto non gracile, non pompato, ma bensi’ naturale.
Compostaggio.
La tecnica del compostaggio serve per ottenere concime puro, gia’ pronto all’uso per essere assorbito dalle piante.
Contrariamente a quanto detto ne La mia agricoltura Naturale, il compostaggio richiede mesi se non anni per formarsi.
Il meccanismo di fomazione e’ dato dalla degradazione della sostanza organica, da parte di microrganismi, in presenza di acqua e ossigeno.
La materia prima di partenza e’ costituita da foglie, fiori, rami, pezzi di corteccia, sfalci d'erba (preferibilmente leggermente secca (da evitare le erbe infestanti o provenienti da piante malate), fondi di the' e di caffe', gusci d'uovo, cenere, alghe (fresche o secche) e tutto cio' che proviene dalle piante: tanto piu' vari sono i componenti, tanto migliore sara' il compostaggio ottenuto.
Alcuni Autori introducono anche carta non stampata e scarti di carne cruda.
Il tutto grossolanamente spezzettato per facilitarne la decomposizione.
Il tutto va mantenuto umido e rigirato saltuariamente quando la massa si compatta: cio' garantisce una adeguata areazione.
Esistono in commercio le compostiere: per lo scopo e’ comunque sufficiente un contenitore qualsiasi (le dimensioni sono in funzione di quanto compostaggio si vuole ottenere). I microorgansmi, gia’ presenti sul materiale, che prendono parte alla
degradazione, sono aerobi, cioe’ richiedono ossigeno per la loro vita e l'attivita' fisiologica. La presenza di umidita', permette loro di nutrirsi della sostanza organica degradadola, liberando calore e anidride carbonica: il volume di prodotto finale (il
compostaggio pronto per l'uso) e’ quindi inferiore a quello di partenza di circa il 50%.
Per accelerare e migliorare il processo, e' consigliabile aggiungere un po' di foglie e di terra di sottobosco (meglio se di conifere) o una piccola quantita' del precedente compostaggio finito (entambi contengono microorganismi e animaletti che si
nutrono di quanto cade dalle piante), magari aggiungendo anche dei lombrichi; i lombrichi infatti scavando gallerie sotterranee, contribuiscono anche a mantenere areato il terreno: inoltre cibandosi del materiale organico lo strasformano in humus, cioe' concime.
L'innalzamento della temperatura del materiale indica che il processo di trasformazione sta avvenendo.
Quando la temperatura diventa troppo alta (superiore ai 50°), e' consigliabile mescolare, o aggiungere acqua per raffreddare: per temperature non troppo elevate invece, si preferisce rimescolare saltuariamente per permettere ai microorganismi di
mantenere il microclima da loro stessi formato.
Sia il processo di formazione che il prodotto finito, non esalano cattivi odori. Essendo la decomposizione opera di microrganismi che durante il processo si moltiplicano, e’ facile capire che i tempi sono assai lunghi (circa un anno o piu': il tempo e' funzione della temperatura esterna, dell'umidita', della quantita' di ossigeno e di microorganismi presenti).
Questo e’ un modo per ottenere col metodo fai da te, un buon concime, da spargere sul terreno in piccole quantita', perche’ puro, che da’ottimi risultati. Si evita quindi per acquistare concimi “spacciati” per specifici (e specifici non sono – tutti gli elementi contenuti sono uguali e le concentrazioni simili), di inquinare l’ambiente e soffocare le nostre piante con “roba” chimica, che non e’ garanzia di un buon risultato.
Da ultimo, si consiglia di utizzare materiale proveniente da piante non concimate chimicamente, per evitare di trovare residui chimici tossici nel compostaggio, che vanificherebbe il nostro lavoro.