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Cactacee naturalizzate in Italia e in Europa

Stefano De C.

Florello Senior
Ne "Il mondo delle cactacee" c'è una sezione dedicata alle specie che si sono addirittura naturalizzate (cioè crescono allo stato spontaneo, perchè sfuggite alla coltivazione) anche da noi.
Il Fico d'india (Opuntia ficus-indica) è l'esempio più comune che viene in mente, che cresce ormai da molti decenni spontaneo in tutta la zona mediterranea, ma vi sono altre specie che si sono ambientate qui (e non pensavo fossero così tante).
E non solo nelle zone mediterranee, ma ad esempio, la Lobivia silvestrii (sinonimo Chamaecereus silvestrii), un cactus di piccole dimensioni, originario delle Ande, con una bellissima e prolungata fioritura (fiori grandi rossi o arancione), molto rustico, cresce spontaneo nella fascia prealpina.
Opuntia engelmannii e Opuntia humifusa, pure notevolmente rustiche (sopportano diversi gradi sottozero e la neve senza alcun problema) si sono naturalizzate addirittura nell'Europa centrale (Germania e Francia).
Altre specie che si possono trovare in alcune zone da noi sono Mammillaria bocasana, Mammillaria elongata, Cereus hildmannianus, Austrocilindropuntya tubulata, Cylindropuntia tunicata ecc.

Ne vedete qualcuno nelle vostre zone quando passeggiate?
 

Erika

Moderatrice Sezz. Cactacee e Succulente / Parliamo
Membro dello Staff
L'anno scorso a Pisa, l'autore del libro (Guiggi) affrontò l'argomento, contestualizzandolo alla regione liguria....probabilmente il microclima di questa regione permette, allo stato selvatico, la sopravvivenza di piante che altrove avrebbero vita difficile e breve.
Nelle prealpi venete si trovano molti sedum, saxifraga e semprevivi, sono però specie autoctone, endemiche.
Nella zona del lago di garda invece, visto il microclima, cresce spontanea l'agave americana, variegata e non...pianta non autoctona :)

Sinceramente non ho mai visto il chamaecereus silvestrii crescere spontaneo nelle prealpi (quelle lombarde, trentine e venete le ho girate un bel pò); forse l'esempio è legato sempre alla regione liguria....però onestamente mi sento di contraddire quanto hai scritto; la fioritura del silvestrii è si bella, ma di sicuro non è duratura. C'è un'unica grande fioritura a primavera e poi fiori sporadici che permettono di dire che la pianta è sempre in fiore, ma non nulla di eccezionale.
 

Stefano De C.

Florello Senior
L'anno scorso a Pisa, l'autore del libro (Guiggi) affrontò l'argomento, contestualizzandolo alla regione liguria....probabilmente il microclima di questa regione permette, allo stato selvatico, la sopravvivenza di piante che altrove avrebbero vita difficile e breve.
Nelle prealpi venete si trovano molti sedum, saxifraga e semprevivi, sono però specie autoctone, endemiche.
Nella zona del lago di garda invece, visto il microclima, cresce spontanea l'agave americana, variegata e non...pianta non autoctona :)

Sinceramente non ho mai visto il chamaecereus silvestrii crescere spontaneo nelle prealpi (quelle lombarde, trentine e venete le ho girate un bel pò); forse l'esempio è legato sempre alla regione liguria....però onestamente mi sento di contraddire quanto hai scritto; la fioritura del silvestrii è si bella, ma di sicuro non è duratura. C'è un'unica grande fioritura a primavera e poi fiori sporadici che permettono di dire che la pianta è sempre in fiore, ma non nulla di eccezionale.

Hai conosciuto Guiggi? Wow!
Comunque, no, non parla di Liguria nel libro riguardo alla Lobivia silvestrii, in quanto non ci sono le Prealpi in questa regione!
Con il termine duratura, intendo che fa fiori a ripetizione per alcuni mesi, per cui si crea un effetto spettacolare (vedendo anche molte foto), è una delle cactacee che vorrei sul balcone.
Qui in giro verso il mare, qualche pianta di Austrocilindropuntya tubulata mi sembra di averla vista.
Riguardo all'agave americana, questa pure è molto rustica, per brevi periodi può reggere anche i -10°C, ciò le ha permesso di ambientarsi in tante regioni italiane, anche a quote di medio-bassa collina
 

cidderi

Giardinauta Senior
Ne vedete qualcuno nelle vostre zone quando passeggiate?

Andrò controcorrente, però credo che nessuno dei generi che citi si possa considerare naturalizzato.
Neppure il fico d'india. E sono sardo, in quanto a fichi d'india ce la lottiamo con la Sicilia.
Ti spiego perché la penso così.
I fichi d'india sono grandi e hanno le spine. Si riproducono per talea in maniera semplicissima. Inoltre fanno pure i frutti.
Queste caratteristiche hanno spinto ad una loro massiccia introduzione da parte dell'uomo inizialmente a scopi alimentari, così come qualunque altro frutto. Questa diffusione è stata ulteriormente incrementata perché rappresentava un ostacolo naturale che impedisse l'accesso indesiderato ai propri terreni o lo sconfinamento del bestiame. Infatti venivano piantati fichi d'india tutt'intorno al perimetro degli appezzamenti, così come oggi si usa fare ad esempio con il filo spinato. Solo che i fichi d'india erano gratis e si riproducevano con estrema facilità.
Se ci fai caso la stragrande maggioranza delle piante di fichi d'india che vedi non sono ad esempio in mezzo ad un terreno, ma ai lati. E ti ho spiegato il perché. Certo è che, usandosi anche a scopi alimentari, poi la gente se li piantava un po' dove capitava, quindi non è che oggi si trovano solo ai lati dei terreni.
Quindi questa è una naturalizzazione "forzata" a parer mio. Non credo che in Italia esistano molti casi di autosemina dei fichi d'india, anche perché sono semi che impiegano anche 3 anni a germinare e non credo che all'aperto abbiano le condizioni idonee qui da noi.

Diverso è il discorso delle agavi, che hanno dei semi che germogliano con estrema facilità e in tempi molto brevi. Quindi l'autosemina in quel caso è possibile. Anche se un'agave fiorisce ogni 40 anni circa, quindi non ci saranno molti casi di autosemina...
Però sono piante che non sono adatte al nostro clima. Sopravvivono, vivono anche decentemente alcune, ma una cosa è sopravvivere, una cosa è naturalizzarsi.
D'estate, soprattutto durante le annate particolarmente siccitose, i fichi d'india soffrono moltissimo e a volte muoiono. Questo perché loro hanno bisogno d'acqua in quel periodo, non d'inverno. D'inverno l'acqua e l'umidità gli danno solo fastidio, infatti capita che marciscano.
Insomma, ci possiamo girare attorno, ma sono cactus! E in quanto cactus non sono adatti a naturalizzarsi qui. Sopravvivono, ma naturalizzarsi è un'altra cosa.

Diverse sono invece le specie endemiche di succulente che abbiamo in Italia. Quelle si possono chiamare "naturalizzate", anche perché ci sono da sempre e sono quelle che cita Erika. E aggiungo anche l'euphorbia.

Non voglio creare una discussione o polemizzare con quanto scritto, semplicemente ritengo che la naturalizzazione sia un'altra cosa. E non parlo solo di cactus, potrei pure citare il pomodoro! Nei luoghi d'origine è una pianta perenne, da noi è annuale perché teme il gelo. Quindi non possiamo dire che è naturalizzata. Campa per un paio di stagioni e poi muore. Eppure dire che il pomodoro non è naturalizzato in Italia sembrerebbe una grandissima fesseria. E invece non lo è. :D
 
Ultima modifica:

Mor@

Moderatrice Sez. Cactacee e Succulente
Membro dello Staff
...Austrocilindropuntya tubulata...
Visto che l'hai scritto due volte, mi permetto di correggerti, è subulata.
Sono d'accordo con Erika, ho letto anch'io questo documento in cui si parla di piante che potrebbero naturalizzarsi in Liguria, ma non ricordavo l'autore.

PS: tra le piante endemiche hai dimenticato il carpobrotus :D (lungo le coste meridionali ne trovi tantissimo sulle spiagge).
 

Stefano De C.

Florello Senior
Scusate, naturalizzate si intende inselvatichite, perchè sfuggite alla coltivazione in un posto, non il fatto che siano originarie di esso.
Casi di non cactacee anche ce ne sono: Pino strobo, Robinia pesudacacia (ci sono anche ormai dei boschetti puri sulle zone prealpine della Lombardia), Ailanthus altissima.
Alessandro Guiggi è un botanico, quindi prima di affermare che dice cose non vere ci andrei moolto cauto.
Ma forse l'equivoco è nato dal fatto sul significato del termine naturalizzato, che significa, appunto, inselvatichito in un posto, tanto da farne parte (e in certi casi anche soppiantare la flora locale).
Il Fico d'India tornato allo stato spontaneo, si trova in giro, anche qui nel Lazio.
Anche il Carpobrotus e l'agave, che abbiamo ampiamente citato, si considerano ormai facenti parte dell'ambiente mediterraneo, infatti su tutti i lbri si trova scritto "naturalizzati nel Mediterraneo".
Il pomodoro infatti nessuno ha mai detto che è naturalizzato da noi, perchè non lo trovi allo stato spontaneo
 

cidderi

Giardinauta Senior
Ma forse l'equivoco è nato dal fatto sul significato del termine naturalizzato, che significa, appunto, inselvatichito in un posto, tanto da farne parte

Io per naturalizzato intendo che trova le stesse condizioni di vita che trova nei suoi territori di origine e si comporta come si comporterebbe normalmente nel suo habitat, senza soffrirne le differenze.
Abbiamo un clima troppo diverso da quello dei cactus per poter affermare che si sono naturalizzati nel senso che intendo io. Sopravvivono, ma soffrono le differenze rispetto ai posti d'origine, eccome!
Ho fatto l'esempio del pomodoro perché è una delle maggiori coltivazioni italiane, quindi per far capire che anche se è molto presente sul territorio non vuol dire che sia naturalizzato.
Ma io per naturalizzato non intendo necessariamente qualcosa che si trovi allo stato spontaneo. Parlo anche di piante come pesco, albicocco, ciliegia, nespolo, ecc. Mica le trovi allo stato spontaneo, sono coltivate, eppure si comportano da noi come si comportano nei territori d'origine, senza soffrirne le differenze. Ecco cosa intendo per naturalizzato.
 

Stefano De C.

Florello Senior
Sì ho capito, ma non è quello il senso.
Si intende di specie sfuggite alla coltivazione, tanto che puoi trovarle in zone non coltivate.
Ma il termine si può intendere anche riferito agli animali, infatti, ad esempio, la nutria e la zanzara tigre (mannaggia a lei) non sono animali originari delle nostre zone, ma sono stati importati e hanno messo su casa ormai da decenni da noi.
In alcuni casi, le specie naturalizzate in un posto, possono soppiantarne la flora o la fauna locale.
In Australia, una specie di Opuntia (non ricordo quale) stava creando problemi per la sua invasività, tanto che si è dovuto introdurre un lepidottero parassita per controllarne il numero.
L'Agave americana fortunatamente, vive da noi ma non ha creato problemi alle specie locali
 

cidderi

Giardinauta Senior
Sì ho capito, ma non è quello il senso.
Si intende di specie sfuggite alla coltivazione, tanto che puoi trovarle in zone non coltivate.
Ma il termine si può intendere anche riferito agli animali, infatti, ad esempio, la nutria e la zanzara tigre (mannaggia a lei) non sono animali originari delle nostre zone, ma sono stati importati e hanno messo su casa ormai da decenni da noi.
In alcuni casi, le specie naturalizzate in un posto, possono soppiantarne la flora o la fauna locale.
In Australia, una specie di Opuntia (non ricordo quale) stava creando problemi per la sua invasività, tanto che si è dovuto introdurre un lepidottero parassita per controllarne il numero.
L'Agave americana fortunatamente, vive da noi ma non ha creato problemi alle specie locali

Probabilmente sbaglio io, perché intendiamo due cose diverse per naturalizzazione.
 

Stefano De C.

Florello Senior
Allora, ho consultato.
Dice su "naturalizzare", tra i significati: di piante o animali che introdotte in un luogo, vi prosperano e si riproducono spontaneamente
 
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