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Buchi nei tronchi

nicola.alleg

Aspirante Giardinauta
Ciao,
ho due vecchi aceri che presentano, in prossimità della prima impalcatura, il caratteristico incavo:
http://img384.imageshack.us/img384/9103/acero1go8.jpg
http://img461.imageshack.us/img461/2143/acero2ag3.jpg

Dentro si riversa di tutto, foglie, pioggia, insetti, nascono i funghi, le pareti interne sono soffici e il legno marcio vien via facilmente.
Vorrei sapere cosa fare in questi casi, se lasciare tutto com'è oppure se c'è qualche modo per "curare" tali feritem, qualche prodotto, ecc.. Chi ne sa qualcosa? :)
 

boba74

Esperto di alberi ed arbusti
So che si può addirittura chiudere con il cemento.
Sono molto belle esteticamente, ma se entra l'acqua alla lunga marcisce tutto l'albero, e anche se non muore, rischia di diventare pericoloso (potrebbe essere abbattuto dal vento).
 

kiwoncello

Master Florello
In genere se c'è legno marcio conviene eliminarlo arrivando fino a quello sano, spennellando poi bene con anticrittogamici concentrati. La soluzione cemento è stata dibattuta ampiamente; c'è chi dice che l'umidità persistente sotto il cemento stesso sia controproducente favorendo il marciume che si vorrebbe combattere, ma io non ho mai provato.
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
La dendrochirurgia è materia per forestali e direttori di parchi; io non lo sono ma posso dire che ho potuto seguire (visionando anche il rapporto finale) un lavoro di valutazione di stabilità prima e di intervento poi su alberi del parco del mio ex-istituto.
Ho appreso dunque dell'esistenza di metodiche valutative specifiche (es. VTA: Visual Tree Assessment) e di mezzi ad hoc (dal semplice succhiello di Pressler al martello ad impulsi alla tomografia computerizzata).
Chi ha eseguito quel lavoro mi ha confermato che l'attuale tendenza è di abbandonare la pratica di riempimento delle cavità con materiali inerti (cemento, asfalto, finanche mattoni) perchè essi non seguono l'accrescimento della pianta, dunque si formano crepe e scollamenti dei tessuti entro i quali penetra umidità e si forma un microclima molto favorevole all'instaurasi di malattie fungine o alla ripresa dello sviluppo della carie. Dunque l'orientamento è di lasciare aperta la cavità dopo aver:
- asportato i tessuti alterati e malati:
- disinfettato la ferita con anticrittogamici (ed eventuale applicazione di resina protettiva);
- applicato tubi drenanti verso l'esterno se la cavità, per posizione e conformazione, rischia di far da catino (a volte si mettono anche reti protettive).
Ciao
 
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nicola.alleg

Aspirante Giardinauta
Grazie per le risposte!
Alessandro come anticrittogamico può andare la poltiglia bordolese o magari anche solo il rame senza calce, come quando si disinfettano i tagli da potatura?
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Grazie per le risposte!
Alessandro come anticrittogamico può andare la poltiglia bordolese o magari anche solo il rame senza calce, come quando si disinfettano i tagli da potatura?

Il concetto è quello.
Come ti ha detto Kiwo con la sincretica sintesi di chi conosce scienza e pratica, si spennella a dosi concentrate.
Io invece che continuo a portarmi appresso l'abito mentale del docente, gironzolo e divago nella teoria: dunque direi che va bene la poltiglia o anche solfato di rame (quest'ultimo anche in miscela con solfato di ferroso e acido tartarico 3:3:1 come taluni consigliano dopo la slupatura degli ulivi).
Potrei aggiungere che i funghi agenti di carie sono molti, ma che si tratta in linea di massima di parassiti secondari 'da ferita' appartenenti a parecchi generi (es. Fomes, Ganoderma, Polyporus...), e che la carie è bruna se viene prevalentemente degradata la cellulosa, bianca se è intaccata la lignina.
Altre responsabilità non mi prendo perchè avendo visto praticare la dendrochirurgia (stesso discorso per altre operazioni particolari come l'endoterapia), so che sono tecniche che non si improvvisano e che hanno pure un sottostante teorico non da poco: c'entra la teoria delle compartimentazioni (= CODIT con acronimo anglosassone)...c'è chi demolisce con argomentazioni e dati scientifici il mito dei mastici 'cicatrizzanti'...eppoi non bisogna danneggiare i possibili calli cicatriziali che si son formati ecc.. Inoltre per fare un buon lavoro occorrerebbe avere adeguati coltelli a raschietto (e altri arnesi tipo sgorbie) e frese per levigare bene il legno ripulito: insomma una cosa a metà tra il falegname e il dentista. E ancora: occorre valutare la stabilità della pianta e delle branche al fine di applicare tiranti, ancoraggi, cinghiature.
Quando si dice ...il dono della prolissità!
 
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kiwoncello

Master Florello
Tutto vero Alessandro. Io ho esperienza diretta di "slupatura", cioè il faticoso intervento di asportazione negli olivi del marciume secco provocato da legioni di basidiomiceti come dici giustamente. E' un lavoraccio che ormai si effettua soprattutto con piccole motoseghe rifinendo con vari arnesi. Dopo la spennellatura anticrittogamica non si fa altro, lasciando all'aria la ferita "curata". I grossi e medi tagli da potatura invece una volta asciutti li spalmo con vinavil emulsionato abbondatemente con miscela bordolese o ziram. Lo faccio ormai da anni e funziona!!!
 
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Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
I grossi e medi tagli da potatura invece una volta asciutti li spalmo con vinavil emulsionato abbondatemente con miscela bordolese o ziram. Lo faccio ormai da anni e funziona!!!

Quelle poche volte che ho segato rami di un certo diametro ho usato un prodotto commerciale già emulsionato con anticrittogamico (non sono sicuro di ricordare il p.a. e non ho il barattolo sotto mano). Però il tuo metodo mi sembra assai pratico e penso non inferiore, in quanto a risultati, alle varie cortecce artificiali commerciali a base di cera d'api, olii e grassi, terpeni, propoli; tra l'altro il vinavil è idrosolubile e dunque immagino vada bene sia in fase di preparazione sia poi sul legno vivo.
Cosa ne pensi di quanto scrive J. Bergeman (cfr. link)?
http://www.cespevi.it/art/miti.htm
 
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kiwoncello

Master Florello
In effetti le obiezioni al mito 5 mi sembrano ragionevoli. Certamente bisogna vedere qual'è la compattezza delle varie applicazioni nel tempo: nel mio caso per ora sono soddisfatto del vinavil ma va anche detto che nella prassi almeno locale i potatori non proteggono mai i grossi tagli. D'accordissimo con quanto detto a proposito del mito 1, perplesso per quanto riguarda il mito 3, ancora pienamente d'accordo per tutto ciò che lo sfata.
Ciao e buona domenica!
 
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