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Bobinoooooooooo

Traudi

Guru Giardinauta
o sia chiaro che anche se Ornella dice che non faccio testo ci sono anch'io:crazy:
Purtroppo io ho quel genere di memoria a scoppio ritardato, cioè gli altri ricordano ed io dico 'ah già è vero', ma cribbiolina, le mitiche calzamaglie nere le ricordo benissimo.:Saluto:
 
B

bobino

Guest
:hands13::hands13:
dai Traudi, racconta le tue impressioni, più siamo meglio è :froggie_r:froggie_r


:love_4:
 

Traudi

Guru Giardinauta
ma figurati se io mi ricordo le mie impressioni:crazy:
So che li vedevo in tv ( sì in tv ) e mi piacevano quei tipi strani e il loro modo di cantare. Ricordo poi Patruno e Svampa in altre trasmissioni.
Punto :cool3:
Diciamo che in ogni gruppo di qualcosa ci sono i tecnici e i simpatizzanti, beh, io sono simpatizzante:rolleyes:
dovrei rivederli così potrei dire ah già, ricordo:storto:
ciao ciao:Saluto:
 

Ornella.48

Maestro Giardinauta
io sono stonata come una campana e potrei ascoltare per dieci volte di seguito la Nona di Beethoven, e capire che è la Nona solo quando si arriva al coro finale Freude Freude! Ma senza musica non potrei stare.
La canzone dialettale l'ho scoperta sicuramente grazie a "El portava i scarp del tennis" di Jannacci. Mi ero fatta regalare l'LP a Natale e mi sono accorta che le altre canzoni erano molto più belle.
Io capisco benissimo il dialetto, ma non lo parlo (a casa mia era così, i miei hanno sempre usato il dialetto, ma mio padre non voleva che i figli lo parlassero). Per farmi tradurre quello che non capivo (ad esempio cosa si fosse messo addosso Jannacci col "tirasass") ero andata da un mio zio (che parlava un dialetto bellissimo e molto colto), che tra l'altro si trovò piuttosto imbarazzato a spiegare a me (15 anni e scuole fatte in un collegio di suore ......) chi era el rocchetee ......
Dopo fu automatico passare alle canzoni milanesi e di montagna, quando cominciai ad andare a sciare coi pullmann del CAI.

Ho trovato l'elenco dei CD di cui ha parlato Bobino più sopra,
http://www.linopatruno.it/ (cliccare su News)

e qui trovate la discografia completa dei Gufi, con l'elenco delle canzoni inserite in ogni LP

http://216.239.59.104/search?q=cache:1YWitpDozXgJ:digilander.libero.it/gianni61dgl/gufi.htm+i+gufi+&hl=it
 

Ornella.48

Maestro Giardinauta
c'è anche da dire che era un periodo particolarmente fortunato per questo tipo di canzone, a Milano c'era la Vanoni con le canzoni della mala (senza parlare del Milanin Milanon con Tino Carraro!), a Roma Gabriella Ferri, al sud Modugno, in TV Mina cantava "Ma si ghe pensu" .......
e la canzone napoletana poi, è tutto un discorso a parte

a proposito, c'è nessuno che si ricorda di Milly?
 

elleboro

Florello
e come no? anche se il ricordo è un po' (tanto) annebbiato.

Poi io, non solo sono stonata, sono completamente priva di orecchio musicale, per cui la nona, forse, non la riconoscerei mai. Ma mi è sempre piaciuto il jazz anche se per me va andava bene ascoltare sempre lo stesso pezzo.
Tutte le canzoni che abbiamo citato mi piacevano soprattutto per il testo e per lo spirito che le animava.
Idem per De Andrè. C'è stato un periodo, penso attorno agli anni sessanta, in cui avevo portato in ufficio un giradischi e suonavo De Andrè
dalla mattina alla sera. Mi domando come non mi abbiano licenziato...
 
S

SecoB

Guest
Milly per Ornella 48

sono del 1949, ho conosciuto Milly mooooooooooooolti anni fa':
PRIMA RICERCA: ricordo di Milly e suo autografo:
autografodiMilly.jpg

Si chiamava Emilia Mignone Monti. Nata a Alessandria nel 1905, morta a Nepi (Roma) il 21 settembre 1980. Esordì giovanissima sulla scena e si affermò come cantante e attrice dotata da grande personalità e fine gusto, con il nome d'arte di Milly, tra gli anni 20 e 30. Trascorse diversi anni negli USA poi, dopo la guerra del 1939-1945 riprese, con una certa difficoltà, la carriera artistica in teatro, radio e poi televisione in un crescendo di successo di pubblico e di critica a partire dagli anni 60. Dotata di una estrema intelligenza interpretativa, il suo repertorio di canzoni comprendeva canzoni classiche della melodia italiana e canzoni popolari anche in dialetto milanese.
Nel cinema ha esordito con Cinque a zero (1932) di M. Bonnard, affermandosi poi come attrice affascinante e sensibile soprattutto nei tre films successivi diretti dal cognato Mario Mattoli: Tempo massimo (1934), Amo te sola (1935), Musica in piazza (1936). Nel dopoguerra ha avuto parti secondarie: Nella città l'inferno (1958) di R. castellani, L'uomo di paglia (1958) di Pietro Germi, I dolci inganni (1960) di A. Lattuada, Laura nuda (1961) di N. Ferrari, e nell'episodio La giccia d'acqua di I tre volti della paura (1963) di M. Bava.
SECONDA RICERCA:
Il padre se ne va di casa, lasciandola a cinque anni con la madre, un fratello (Totò) e una sorella (Mitì) con i quali, dopo aver fatto la cassiera al Fiandra e aver debuttato come cantante nello stesso teatro, forma un trio da avanspettacolo (Mitì balla e Totò suona): un inizio durissimo, ma che la porta in pochi anni al Trianon di Torino, applauditissima. È poi con Ottavio Spadaro, Isa Bluette, i De Filippo, Umberto Melnati, con la Compagnia dei fratelli Schwarz nelle riviste Wunderbar , Al Cavallino bianco e in Broadway con Camillo Pilotto, Mitì e Totò. Arriva all'Excelsior di Milano e diventa la soubrette della compagnia Za Bum, regista Mario Mattoli che poi sposerà Mitì. Con Mattoli gira il film Tempo massimo , con De Sica Amo te sola e Idillio (1948). Intanto era stata in Francia e negli Usa, dove a New York (al Blue Angel) i cronisti narrano di corbeilles che le portano, celati fra i gladioli, gioielli favolosi; mitici anche gli amori (Pavese, Soldati), fra i quali spicca Umberto di Savoia. Il suo nome evoca i grandi successi al Lirico di Milano, con in testa Stramilano esseti-errea-emmei-ellea-enneo ; ed ecco, nell'Italia che rinasce dal grigiore del dopoguerra, la consacrazione intellettuale al Piccolo Teatro nell' Opera da tre soldi di Brecht. M. è un'inimitabile Jenny delle Spelonche; la sua figura, i suoi gesti controllati da quel demiurgo che è Strehler ne fanno un'attrice-diva indimenticabile, sensibilissima, piena di charme, mentre dalla sua voce passa tutto un mondo di ricordi e di suggestioni. Aiutata dal regista Filippo Crivelli e dal pianista Roberto Negri, diventa la star di Milanin Milanon e di recital trionfali. Nel 1965 è a Studio Uno con Mina, Panelli e le Kessler, in un repertorio di canzoni della sua giovinezza che piace ai vecchi e ammalia i giovani. Perfezionista, riservata, minuta, con una grinta di ferro, in chiffon nero, femminilmente sobrio, passa da L'istruttoria di Peter Weiss al Piccolo Teatro (regista Puecher, 1966-67) a L'amore e la guerra , un recital di poesie e canzoni in coppia con Achille Millo; è al Derby milanese e a Berlino (1979: settanta canzoni in circa due ore di spettacolo, sempre con i fedelissimi Crivelli e Negri). L'ultimo suo recital è a Palermo, il 3 agosto 1980; l'aspetta un impegno per Berlino il 9 settembre, ma presentita e inevitabile arriva la morte nella notte fra il 22 e il 23 settembre.
:Saluto: Secondina
 

RosaeViola

Master Florello
Io adoro Milly...ancora oggi l'ascolto e mi fa venire i brividi...straordinaria!
Stupenda la sua voce e stupenda la sua capacità interpretativa nel canto.
Via Broletto ve la ricordate? La cantava anche Sergio Endrigo, ma non c'è nemmeno da paragonarli.
E L'albergo ad ore o All'amore io credo?
Stupenda stupenda!!! :froggie_r

Brava Seco e brava Ornella ad averla ricordata!
 
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