• Vi invitiamo a ridimensionare le foto alla larghezza massima di 800 x 600 pixel da Regolamento PRIMA di caricarle sul forum, visto che adesso c'è anche la possibilità di caricare le miniature nel caso qualcuno non fosse capace di ridimensionarle; siete ufficialmente avvisati che NEL CASO VENGANO CARICATE IMMAGINI DI DIMENSIONI SUPERIORI AGLI 800 PIXEL LE DISCUSSIONI VERRANNO CHIUSE. Grazie per l'attenzione.

automatizzazione del lavoro

Orchidacaee

Maestro Giardinauta
Beh, con il progresso si sono 'inventate' determinate professioni e se non ci fosse stato, invece, ce ne sarebbero state altre :) i laureati in lettere (ho detto lettere, ma potevo dire anche matematica o lingue, ecc) non sono solo poeti, ma diventano anche insegnanti... E senza insegnanti non c'è istruzione, senza istruzione non c'è chi studia per diventare quello che vuole e se non ci sono persone che studiano non ci sono nemmeno ingegneri, architetti e quant'altro :)... Purtroppo ci sono scarse possibilità di lavoro per chi si laurea in lettere perché ormai la nostra società punta solo sul progresso e non sull'istruzione, che a mio avviso è la cosa più importante.... Si, certo, uno può fare anche un lavoro che non gli piace, ma pochi riescono a fare cose che gli piacciono come riesci a fare tu, e diventano frustrati :)per questo vorrei trovare un lavoro che mi piace, poi se non lo trovo, amen, ma almeno spero di riuscire a fare le cose che mi appassionano
 

Cheguevilla

Giardinauta Senior
i laureati in lettere (ho detto lettere, ma potevo dire anche matematica o lingue, ecc) non sono solo poeti, ma diventano anche insegnanti... E senza insegnanti non c'è istruzione, senza istruzione non c'è chi studia per diventare quello che vuole e se non ci sono persone che studiano non ci sono nemmeno ingegneri, architetti e quant'altro :)...
Non è che non si punti sull'istruzione. Ma se servono 10 insegnanti e in 150 si laureano in lettere, è ovvio che 140 stanno a casa.
I laureati in matematica sono più richiesti di quanto non si creda...
 

Orchidacaee

Maestro Giardinauta
Saranno anche più richiesti di quanto si crede, ma la maggior parte che ho visto fa l'insegnante, come anche quelli laureati in informatica, poi può essere che tu abbia conosciuto qualcuno che ha professioni migliori, io parlo per quello che ho visto.... Lo so, ma comunque la domanda e la richiesta dovrebbero trovare un equilibrio, non può essere che la richiesta sia più alta della domanda, o viceversa....
 

Cheguevilla

Giardinauta Senior
Saranno anche più richiesti di quanto si crede, ma la maggior parte che ho visto fa l'insegnante, come anche quelli laureati in informatica, poi può essere che tu abbia conosciuto qualcuno che ha professioni migliori, io parlo per quello che ho visto.... Lo so, ma comunque la domanda e la richiesta dovrebbero trovare un equilibrio, non può essere che la richiesta sia più alta della domanda, o viceversa....
Nel mio settore, i laureati in matematica sono ricercatissimi, anzi il problema è che se ne cerca di più di quanti ce ne siano.
L'equilibrio tra domanda e offerta è un problema noto in Italia. Ma il problema non è la domanda: quella è nota. Se uno, nonostante sia arcinoto che certe lauree siano inutili, decide di farle lo stesso, sono affari suoi. Non è che perchè ci sono 10 volte i laureati in lettere che servono, allora si devono creare lavori per loro.
 

Orchidacaee

Maestro Giardinauta
Ah va beh, certo nel tuo settore è normale che siano ricercati :) comunque sarà anche considerata inutile, ma gli insegnanti di italiano, latino o greco provengono tutti da lettere... Il fatto è che adesso i giovani non hanno molta possibilità di entrare a lavorare fissi come insegnanti, anche perché non mandano in pensione gli insegnanti di una veneranda età e, seppure ce li mandano, li rimpiazzano con i docenti già presenti nella scuola, così da non dover pagare un ulteriore insegnante.... Ma va beh, bisogna convivere con questa cosa purtroppo...
 

Olmo60

Guru Master Florello
No, per risorse non si intende solo le persone.
io ne parlo in questo senso perchè il thread è incentrato sull'automatizzazione che elimina la risorsa "forza lavoro", niente di più e niente di meno..

Il reimpiego probabilmente sarà un problema, ma qua bisogna sfatare un mito: fino a qualche anno fa, uno finiva di studiare e iniziava a lavorare, quel lavoro se lo teneva per tutta la vita e pace. Oggi un approccio simile è mortale.
quale sarebbe il mito? che vent'anni fa c'era il lavoro fisso? ragazzi usciti da informatica, (uno da fisica) , che lavorano per poco più di mille euro al mese, strisciano a terra ad ogni rinnovo di contratto a progetto per vedere se gli vien fatto un contratto a tempo indeterminato ( detto tale solo di nome ma al dunque è tutta un'altra storia). ne conosco personalmente 6. Oggi l'approccio mortale è esattamente il contrario: aver precarizzato tutto facendolo passare per una conquista! per una scelta di "libertà". una parte dell'opinione pubblica è talmente appiattita sulla propaganda, sul mito (quello si) del progresso (che poi cosa...la parola progresso chissà cosa si intende per progresso...) che per me si son bevuti il cervello, l'altra parte, quella dei precari, non ha voce. Ma a parlarci con la gente.....
lo studio serve sempre, ovvio, ce ne vuole di più, sempre più persone dovrebbero poter accedere alle università e non solo chi se lo può permettere, le scienze sono fondamentali, ma un sapere limitato alla tecnica o alle scienze in funzione -solo- del sistema economico/produttivo lo trovo limitante. quello che limita impoverisce.
 

Cheguevilla

Giardinauta Senior
Tempo indeterminato non vuol dire nulla. Io ero assunto a tempo indeterminato per una certa azienda, sono stato licenziato già tre volte (e riassunto altrettante) in meno di 10 anni. Il lavoro fisso non c'è più. Ma non solo come mansioni, proprio come contratto. Indeterminato non vuol dire "per sempre" ma semplicemente "non si sa fino a quando". Tuttavia, questo non ha nulla a che vedere con l'automazione.
I miei amici che sono usciti da informatica hanno tutti un lavoro più che decente e non avrebbero grossi problemi a trovarne un altro. Certo, se uno vuole rimanere nel borgo di 150 anime in cui è nato è un altro discorso.
La precarizzazione comunque è un'altra cosa. E come sopra, non dipende affatto dall'automazione. Nell'azienda in cui lavoro (ma in molte aziende è così) anche i dirigenti vengono fatti saltare senza troppe remore. Eppure il loro non è un lavoro "a rischio" automazione.
Il progresso c'è, è inevitabile (fortunatamente) e quindi la scelta è decidere di cavalcarlo o farsi travolgere. Il progresso è quella cosa per cui ora stiamo qui a parlare, per cui io posso parlare con mia mamma quando mi pare e a costo zero anche se sto a quasi 2000 km di distanza. È quello che mi permette di lavorare senza alzarmi dal letto se non ho voglia di alzarmi il mattino o di lavorare dal giardino se non ho voglia di andare in ufficio.
Il sapere non è limitato alla tecnica o alle scienze. O l'uno o l'altro. Ci sono persone che dedicano la vita alla scienza e persone che dedicano la vita alla tecnica. Qualcuno prova a fare entrambe le cose, qualcuno non ha ancora capito cosa vuol fare "da grande". Ma da qui non si scappa.
 

Olmo60

Guru Master Florello
si, infatti adesso "tempo indeterminato" non vuole dire niente. l'indeterminato era garantito dall'articolo 18, credo.
concordo sul fatto che automazione e precarizzazione sono due problemi diversi, anzi, la prima può essere un vantaggio estremo come no, dipende.
 

garofano

Maestro Giardinauta
Appunto...dipende...Quando ho introdotto il discorso dell'automazione intendevo proprio come diceva Olmo,nel senso che invitavo a fare una rilfessione alla possibile diminuzione di occupazione umana che cio' potebbe implicare.Il progresso serve,sicuro,senno' nonavremmo tante comodità che abbiamo oggi.Ma il progresso serve nella misura in cui l'essere umano resta essere umano e non viene penalizzato,soffocato.Una cosa banale,avremo pure le macchine,ma abbiamo l'inquinamento e l'effetto serra.
Apro brevemente (spero) la parentesi riguardo alla precarizzazione del lavoro:
Con l'abolizione dell'articolo 18 è stato tolto moltissimo ai lavoratori,una parte di vita,se vogliamo.Il fatto che un lavoro fosse a tempo indeterminato nel senso di "per sempre" o quasi,dava serenità alle persone,permette loro di pianificarsi un futuro, di potersi costruire qualche cosa di solido,una casa,una famiglia...
Adesso..cosa rimane?Premesso che le banche non concedono troppo a chi non ha una busta paga:io ho chiesto un prestito,ma a me è stato dato un prestito personale con il 9,50 di interesse,e mi è stato detto che è nella norma;se fossi stata una dipendente, con la cessione mensile del quitno dello stipendio,avrei avuto un prestito con interessi al 4 per cento...e ti pare niente? E,comunque,per darmi questo prestito ho dovuto portare una montagna di carte e di garanzie.
Idem quando ho comprato la macchina (usata e pure tanto),al momento del finanziamento...un alro po' mi chiedevano le analisi del sangue degli ultimi due anni.
In quanto libero professionista sono automaticamente precaria:un tempo essere liberi professionisti poteva esere pure una forma di libertà,e i pagamenti comunque erano tali per cui potevi comunque metterti al sicuro per i momenti di stasi,potevi permetterti pure una vacanza.
Adesso l'essere "liberi professionisti" è la norma,e,spessissimo,sotto questa dicitura si nasconde una posizione di "dipendente mascherato"molto vantaggiosa per il datore di lavoro:hai turni da ripsettare,obblighio,ma nessun diritto:se non ti sta bene,o se non sti bene per qualche motivo anche risibile al datore di lavoro ti ritrovi fuori e amen.
L'unico diritto che hai sono i due mesi di preavviso.Io lavoro anche quando sto male,a meno che non sto quasi con un piede nella fossa,vacanze...se me posso concedere una settimana dieci giorni è grasso che cola,opportunamente pianificate fra fine agosto e settembre,in modo da ammortizzare le perdite, non ho contributi versati,devo pensarci io,con la retribuzione che mi danno,e le casse di previdenza dedicate ci fanno tutti con isoldi tuoi tranne che ridarteli al momento opportuno.
Poi,con la bufala dell'allungamento dell'aspettativa di vita,ti ritrovi a versare contributi per quarant'anni e forse più e a fruirne per al massimo dieci ò-vent'anni se tutto va bene...e gli altri,dove vanno?
Le retribuzioni non sono tutto questo gran che,la media è dieci euro al netto l'ora,con tendenza al ribasso:ci sono qui a Roma cliniche che pagano i medici CINQUE Euro NETTE l'ora:le badanti romene stanno molto meglio.
E queste mirabolanti cifre sono le stesse sica che lavori la mattina o il pomeriggio dei giorni feriali,sia che lavori la notte (che non riposi) o nelle feste (in cui il lavoro è molto più rischioso,perchè non ha a disposizione nulla,ne' laboratorio analisi,ne' diagnostica per immagini,NIENTE,e con le emergenze te la devi cavare da solo o chiamare l'ambulanza nei casi estremi).
E poi,ti pagassero tutti i mesi...no,pagano con due mesi di ritardo:se tutto va bene e lavori a lungo lì,si crea alla fine un circuito virtuoso e i soldi li hai tutti i mesi,ma per esampio ad aprile riscuoti il lavoro di febbraio.E va pure bene.Ho lavorato in una clinica che mi ha fatto aspettare OTTO mesi il primo stipendio.
Quindi..non mi parlate delle gioie del precariato,della presunta liberta,del così è va bene così..che finisce che mordo:mad:
Chiudo parentesi sul precariato.Comunque questo è il precariato qui in Italia...forse in Danimarca le cose sono diverse e va meglio.
L'automazione...ripeto,puo' essere un vantaggio,ma non deve essere a discapito dell'essere umano,e ,comuque non deve andare perso lavoro,devono essere creati lavori in alternativa..un mondo di robot?come minimo ci deve essere comunque l'umano che li aggista quando si rompono...
 

Cheguevilla

Giardinauta Senior
No, l'art.18 non garantiva l'indeterminato. Per certe categorie (solo per quelle) garantiva che non si potesse licenziare "senza giusta causa". Ma se un'azienda trasferiva parte della produzione in Cina o la sostituiva con delle macchine, anche con l'art. 18 non cambiava nulla.
A mio modo di vedere, tutta la discussione sull'art. 18 è stata inutile e faziosa. Con o senza, non cambierà nulla. Non è vero che le aziende assumeranno di più perchè non c'è l'art. 18, come non è vero che licenzieranno di più.
Una cosa banale,avremo pure le macchine,ma abbiamo l'inquinamento e l'effetto serra.
Le prime macchine erano ovviamente molto inquinanti, ma ora ci stiamo muovendo verso una maggiore efficienza operativa. Le macchine moderne inquinano pochissimo rispetto a quelle di solo 10 anni fa. Se prendiamo la quantità di CO2 prodotta da una macchina efficiente per fare un certo lavoro e la paragoniamo con la quantità che produrrebbero i lavoratori necessari per svolgere lo stesso lavoro, la macchina è meno inquinante. Ovviamente, la CO2 è un'approssimazione inefficiente per misurare l'inquinamento.
Ma se vogliamo ridurre l'inquinamento, l'unica soluzione è il progresso, la creazione di macchine più efficienti (che consumano meno energia).

A mio parere, in Italia c'è un problema con le normative e il funzionamento dei rapporti di lavoro, ma è una questione puramente normativa (e anche un po' culturale) e ha poco a che fare con l'automazione. I vari contratti criminali (l'ultimo i voucher) sono un problema di per sè, che ci sarebbe ugualmente anche senza automazione. A dire il vero, c'era già.

L'automazione...ripeto,puo' essere un vantaggio,ma non deve essere a discapito dell'essere umano,e ,comuque non deve andare perso lavoro,devono essere creati lavori in alternativa..un mondo di robot?come minimo ci deve essere comunque l'umano che li aggista quando si rompono...
Mi incuriosisce il "devono essere creati lavori in alternativa". Da chi? Chi è che dovrebbe assumersi questo compito e perchè?
Qua c'è un problema serio: il lavoro è produzione, non attività che porta uno stipendio.
Ora, se la produzione non è sufficiente a soddisfare i bisogni della collettività, si dovrà aumentare la produzione e quindi si crea lavoro (per farla breve, sono i bisogni a creare lavoro). Se invece la produzione è sufficiente a soddisfare i bisogni della collettività, il problema si riduce alla distribuzione efficiente.
Poi, come ho detto sopra, a parole è facile, ma risolvere un problema simile vale una manciata di Nobel.
 

garofano

Maestro Giardinauta
Qua c'è un problema serio: il lavoro è produzione, non attività che porta uno stipendio.
Ora, se la produzione non è sufficiente a soddisfare i bisogni della collettività, si dovrà aumentare la produzione e quindi si crea lavoro (per farla breve, sono i bisogni a creare lavoro). Se invece la produzione è sufficiente a soddisfare i bisogni della collettività, il problema si riduce alla distribuzione efficiente.
E' vero,sono d'accordo con te,il lavoro è una cosa e la produzione è un'altra,e i bisogni creano lavoro.Pero'..c'è un pero':se il lavoro è svincolato dalla produzione e per produrre ci mettiamo le macchine,è ovvio che il lavoro cambia aspetto e i disoccupati umani aumentano esponenzialmente.
Si,in linea di principio non ci si occupa del problema dei disoccupati,si pensa che trovare il lavoro sia affare loro,si produce e amen.Il principio è quello e va bene (...si fa per dire...)
Ma se aumentano i disoccupatii,aumenta il problema sociale,non solo , aumentano gli affamti,ma aumenta anche la criminalità piccola e grande che sia ,perchè la gente ha dirito di mangiare,e se quel diritto non ce l'ha,se lo prende in un modo o nell'altro,e quindi,la cosa finisce per ritorcersi contro proprio quelli che pensano solo a produrre e guadagnare.
Ecco perchè dico,si deve pensare a forme di lavoro alternative,prima che ti ci portino a pensarci con le catttive (il"ti"è ovviamente generico) .Punto due,la gente disoccupata non guadagna,di conseguenza non compra ,e allora a che serve produrre a rotta di collo?
Si,come dici tu chi riesce a far quadrare il cerchio merita un pacco di Nobel...ma qui tocca trovare il modo di farlo quadrare,'sto cerchio,prima che sia troppo tardi.
 

garofano

Maestro Giardinauta
Posto qui un articolo che ho letto proprio adesso.riguarda la tendenza a licenziare i lavoratori anziani .
Sembra che non c'entri con il discorso...ma c'entra,eccome se c'entra.
Secondo l 'articolo, i lavoratori anziani vengono licenziati perchè,a giudizio dei datori di lavoro,sono meno "performanti"(e che sono,macchine?Appunto...),e perchè "osano" ammalarsi di più e/o avere maggiori esigenze familiari (assistenza ai genitori anziani e non autosufficienti,per esempio..
Ecco,secondo me è il primo e inquietante passo per un funesto cambiamento del sistema e delle modalità di lavoro: secondo me,da qui alla robotizzazione indiscriminaa il passo è breve.
L'articolo dice pure che in caso di questi comporamentie in caso di discriminazioni del genere ingiustificate,si puo' ricorrere al Giudice del lavoro ed ottenere pre soddisfazione, ma,il fatto che vengano posti in essere certi comportamenti è francamente una cosa triste.
Ecco l'articolo http://www.ilfattoquotidiano.it/201...-lavoratori-anziani-non-solo-per-eta/2806557/
 
Ultima modifica:

Cheguevilla

Giardinauta Senior
Pero'..c'è un pero':se il lavoro è svincolato dalla produzione e per produrre ci mettiamo le macchine,è ovvio che il lavoro cambia aspetto e i disoccupati umani aumentano esponenzialmente.
No. Se il lavoro è svincolato dalla produzione, è un problema inverso. Un lavoro svincolato dalla produzione (cioè che non produce valore) non dovrebbe esistere, poichè è esclusivamente uno spreco di risorse.
La "robotizzazione indiscriminata" di cui parli è un processo normalissimo ed è in atto dalla notte dei tempi. Se l'aumento di efficienza produttiva (come il cambiamento di qualsiasi altra variabile) comporta una variazione dell'equilibrio, non si può pretendere di bloccare la crescita tecnologica, ma bisogna agire sulle altre variabili, cioè sulla distribuzione delle risorse.
Quello che sto cercando di dire dall'inizio è che la robotizzazione non è ne la causa del problema, ne il problema in sè.
 

Orchidacaee

Maestro Giardinauta
Non è il problema, infatti... Il problema è la gestione, l'organizzazione e la considerazione che le aziende hanno riguardo il lavoro 'umano' che portano l'automazione a diventare un problema, in quanto non sono capaci di far fronte alle conseguenze che questo progresso porta con sé....
 

Spulky

Moderatrice Sezz. Orchidee e Giardini d'Acqua
Membro dello Staff
e la considerazione che il dipendente ha dell'azienda per cui lavora?..
praticamente è un'adozione, non puoi licenziare nessuno, quasi impossibile anche per giusta causa
metti caso che uno se ne sta a casa per i fatti suoi senza dare nessuna motivazione (niente ferie dichiara di essere malato ma non compare nessuna carta di malattia..) per un mese
poi un giorno porta alle 19.30 un pezzo di carta firmato con scritto da oggi mi licenzio non torno più

tu a dirgli che per licenziarsi non basta più il pezzo di carta.. serve farlo sul portale inps presso un CAF(così loro son sicuri che nessuno ti obbliga)
lui non lo fa..... passa un altro mese... mandi raccomandate che nessuno ritira.. alla fine la sola cosa che puoi fare è licenziarlo... giusto?

ok lo licenzi, visto che è assente ingiustificato da un pezzo puoi farlo.. però se si licenziava lui senza preavviso, pagava il preavviso
così oltre a non fargli pagare il preavviso, paghi pure una sorta di "multa" all'inps perché hai licenziato un povero dipendente indifeso per giusta causa.. che si era dimesso ma per la legge non vale quindi son ca...i del datore di lavoro ...... e magari lui ha deciso che preferisce prendere la disoccupazione.....

in quel caso cosa pensi dell'automazione???

emmenomale che al massimo le macchine si guastano ma non ti possono prendere per il beeep :banghead:

l'automazione secondo me è positiva, molto positiva

voglio vedere a zappare a braccia la terra per quante persone avevamo cibo a sufficienza
con automazione e progresso si riesce a soddisfare i bisogni delle persone con più facilità
migliore alimentazione allungamento della vita e via.. tutto già detto,
non mi pare che ci siano dubbi al riguardo, o no?

io non farei cambio del benessere di oggi, con la crisi, con il benessere di 150 anni fa o magari 200
se poi riuscissimo a riequilibrare meglio i periodi bassi con quelli alti, avendo tanti bei periodi medi con oscillazioni meno violente.... non sarebbe poi tanto male

sicuramente non auspico una decrescita felice... anzi sono a favore di una crescita, magari lenta ma continua!
 

Orchidacaee

Maestro Giardinauta
Ah, certo, anche sulla considerazione che il dipendente ha del datore di lavoro! Hai ragione.... Sono comunque tanti i punti di vista che possono rendere positiva o negativa l'automazione....
 

Olmo60

Guru Master Florello
No, l'art.18 non garantiva l'indeterminato. Per certe categorie (solo per quelle) garantiva che non si potesse licenziare "senza giusta causa". Ma se un'azienda trasferiva parte della produzione in Cina o la sostituiva con delle macchine, anche con l'art. 18 non cambiava nulla.
A mio modo di vedere, tutta la discussione sull'art. 18 è stata inutile e faziosa. Con o senza, non cambierà nulla. Non è vero che le aziende assumeranno di più perchè non c'è l'art. 18, come non è vero che licenzieranno di più.

vedo che bisogna specificare al dettaglio. io conosco il settore industriale quindi parlo di quello.
l'articolo 18 (inserito nello statuto dei lavoratori) garantiva che non si potesse licenziare senza giusta causa solo nel caso che il numero degli occuapati fosse sopra 15, se ricordo bene...comunque c'era un numero prestabilito.

nei fatti dovevi combinare qualcosa di grosso, perchè le condizioni di forza del sindacato facevano si che fosse difficile determinare questa -causa giusta-
visto che era difficile applicarla anche agli ultra-assenteisti dei certificati del venerdì.

D'altra parte, l'unica forma di contratto nel privato che ricordo fosse più applicata era quella del tempo indeterminato con periodo di prova che andava superata, ma un volta superata, l'articolo 18 garantiva implicitamente. anche il posto di lavoro. I licenziamenti si sono sempre avuti per cause diverse, ed è un'ovvietà ricordarlo, ma se milioni di lavoratori sono scesi in piazza contro le riforme del lavoro (a partire dall'introduzione di forme come quelle dei co.co.co. ecc....) e contro l'abolizione dell'articolo 18 significa per almeno per queste "risorse umane" valeva qualcosa.
per i dipendenti pubblici che io sappia, vale ancora così:
http://www.ilfattoquotidiano.it/201...ono-ancora-le-tutele-dellarticolo-18/2812860/
 
Ultima modifica:

Olmo60

Guru Master Florello
l'articolo 18 nel corso degli anni, del cambiamento del sistema "lavoro" aveva perso consistenza.
l'abolizione ha sicuramente liberato da un vincolo le imprese, ma visto che ogni caso riguarda una persona, una famiglia, mi rifiuto di giudicare un tanto al chilo, anche se ho sempre pensato che fosse un articolo scritto male e discriminatorio.

ritengo il job act una riforma ipocrita altrettanto e di più dell'articolo 18 perchè: ha sostituito l'indeterminato con "indet. a tutele crescenti" un contratto spudoratamente a tempo determinato, dove la stragrande maggioranza delle assunzioni fatte per beneficiare degli incentivi, saranno cancellati alla fine del periodo di incentivi.
 

Spulky

Moderatrice Sezz. Orchidee e Giardini d'Acqua
Membro dello Staff
ritengo il job act una riforma ipocrita.

inutile finta.. non ha fatto nulla... ecc ecc

.
altrettanto e di più dell'articolo 18 perchè: ha sostituito l'indeterminato con "indet. a tutele crescenti" un contratto spudoratamente a tempo determinato, dove la stragrande maggioranza delle assunzioni fatte per beneficiare degli incentivi, saranno cancellati alla fine del periodo di incentivi.

questo presuppone due cose

o le aziende sono solo un branco di gran bast..di con le tasche piede di milioni di euro che comprano e buttano dipendenti come fossero magliettine cinesi. per sport

oppure

ci sono gli incentivi, intanto assumo (ovviamente se mi serve il personale) se entro il termine degli incentivi dovessi avere perdita di ordini e il personale non servire più posso lasciare a casa senza dover fare cause per i prossimi 10 anni e senza avere un eccessivo aggravio di costi, che mi porterebbe ad avere un costo del lavoro eccessivo.. nel caso dovesse servire.. ok sono a posto, soggetto inserito, direi tutti soddisfatti (si spera)

anche perché, non è che come azienda ho il pozzo di san patrizio a farmi compagnia,
e soprattutto, il personale formato, se necessario e lavora bene, col cavolo che lo butto per strada
se invece sono in un settore con picchi di lavoro, non capisco perché non debba poter acquisire personale solo per il tempo utile a coprire le necessità, senza per questo dover essere additato come schiavista

fermo restando tutte le porcate che vengono fatte da un lato (datore di lavoro) e dall'altro (lavoratore dipendente)

ma questo non deve penalizzare, per legge, chi lavora correttamente, vedi l'esempio che ho fatto sopra.
 

Picantina

Fiorin Florello
Nel mio settore, i laureati in matematica sono ricercatissimi, anzi il problema è che se ne cerca di più di quanti ce ne siano.

Non solo nel tuo settore, ma anche nella scuola c'è carenza di personale laureato in matematica. Le graduatorie sono esaurite. Ogni anno c'è il balletto delle classi che vengono coperte dai docenti che hanno l'ora "buca" o si dividono in altre classi perché non si riesce a nominare. Si arriva a novembre e questi poveri ragazzi non hanno ancora iniziato il programma.......
 
Alto