...ho trattato con lo Score già da giorni ma la malattia sembra solo rallentata: molti germogli stanno comunque cominciando ad appassire, con le estremità delle foglie che anneriscono...
La malattia era già in atto e il danno tissutale prodotto, dunque è inevitabile che se ne osservino gli effetti. Altro non farei, salvo eventualmente ripetere il trattamento con il difeconazolo a distanza di 8-10 gg dal primo, anche se non si trattasse di, o solo di, monilia. Se hai voglia e tempo di rimuovere le parti avvizzite l'albero non si offenderà di certo, anzi (ripulisci in ogni caso il terreno a fine stagione da foglie secche e frutti mummificati - anche quelli rimasti attaccati - su cui la monilia si perpetua).
1)La prima foto rappresenta il feltro di Monilia? Su cosa è stata scattata la foto (germogli, fiori, gemme...)?
2)E più in generale: per i funghi parassiti delle piante, il micelio dove si trova "fisicamente"? Voglio dire, dove si intrufola, dove si ancora? E' capace di penetrare nei tessuti?
3)Perchè, in definitiva, l'organo vegetativo attaccato muore, quali funzioni vitali vengono meno?
1) Micelio in sporulazione su frutto
2) Il micelio è l'intreccio delle ife fungine, ossia il corpo vegetativo del fungo. A seconda della specie patogena può localizzari sulla superficie degli organi della pianta e penetrarne i tessuti tramite austori (es. mal bianco), oppure a mezzo di spore germinanti entrare attraverso aperture naturali (lenticelle e soprattutto stomi) e svilupparsi tra le cellule con le quali stabilisce contatti trofici (es. peronospora della vite con sintomo iniziale della c.d. "macchia d'olio"; ruggini), oppure insinuarsi attraverso ferite e stabilirsi all'interno dei tessuti conduttori (es. fusariosi, tracheomicosi varie), ancora infettare i fiori attraverso lo stilo (es. Monilia) ecc..
3) Monilia è una malattia c.d. "litica", perché il fungo secerne enzimi capaci di intaccare la cutina e di 'sciogliere' le lamelle mediane delle cellule dell'ospite, provocando il disfacimento dei tessuti (marciume), mentre il processo successivo di mummificazione (frutti) rappresenta una sorta di stallo tra azione aggressiva del patogeno e fenomeni reattivi da parte dei tessuti invasi.
A seconda del rapporto che si stabilisce tra ospite e patogeno si parla di
necrotrofia (le cellule vengono uccise, come per Monilia),
biotrofia (le cellule rimangono vive),
emibiotrofia (inizialmente rimangono vive, poi il patogeno le uccide nel successivo stadio di infezione).
Saluti ad entrambi