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Al benjamino si seccano le punte.....

oskar

Giardinauta
Ciao a tutti;
da circa 15 giorni ho ritirato dal balcone il mio ficus bejamina "starlight" metendolo in un locale dove appositamente tengo spento il riscaldamento........
Ho notato che alcune foglie iniziano a seccarsi sulla punta, per poi proseguire nel tempo su tutta la foglia.
Non che l'espisodio sia gravissimo, al momento solo alcune foglie ne sono interessate, ma gradirei conoscenrne le cause e al limite correggere miei eventuali errori.
Qualcuno mi può aiutare?
Il ficus è in casa mia da circa 3 anni, ma solo ora noto questo problemino.
Grazie e salutoni da oskar.
 

Echinodorus

Maestro Giardinauta
Ciao, Oskar

oskar ha scritto:
Ho notato che alcune foglie iniziano a seccarsi sulla punta, per poi proseguire nel tempo su tutta la foglia..
Il sintomo che denota è dovuto probabilmente ad una sofferenza radicale. Se il seccume fosse localizzato solo alle punte, allora potrebbe trattarsi di secchezza ambientale, ma se il seccume avanza....
Il problema alle radici può essere dovuto ad eccessiva bagnatura, oppure a terriccio che non drena più bene, eccesso di sali nel substrato ( questo lo escluderei poichè il beniamino non è una pianta sensibile,a meno che tu non abbia esgaerato con la quantità di fertilizzante)
 

gigino67

Florello Senior
Io ne ho comprato uno sabato pomeriggio...alto 1 mt...e molto folto......lo metto dentro vicino la luce????....e che faccio con il vaso lo cambio adesso??.......e la terra deve essere sempre umida????
help me

Scusa oskar, ma cosi' non apro un altra discussione e possono rispondere ad entrambi.
 

oskar

Giardinauta
Ciao Ba Cicc, la foglia non diventa ne gialla ne marrone, rimane normale, tranne l'area che man mano si secca.
Non che sia un episodio grave (almeno sino a questo momento), tuttavia mi piacerebbe conoscenrne le cause.
La pianta l'ho concimata l'ultima volta 15 giorni fa....................
Grazie per il vostro aiuto.
Oskar.
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
Ciao Oscar,
premesso che come sempre nelle piante stessi sintomi possono dipendere da cause diverse, la secchezza delle punte è spesso legata o a bassa umidità atmosferica e/o del substrato oppure ad accumulo di sali nel substrato. La benjamina è perticolarmente sensibile a quest'ultimo fattore per una particolarità del suo apparato radicale; tutte le piante 'dialogano' con le loro radici con l'ambiente in cui vengono a contatto, in più quelle della benjamina, che è originaria di zone dai suoli particolarmente poveri, sono in grado di estrarre anche da questi le sostanze di cui la pianta ha bisogno. L'eccesso di sali, a cui non sono programmate, riduce o blocca la funzionalità radicale complessiva con conseguente sofferenza della pianta. Per questo motivo si consiglia per questa specie l'uso di dosi di fertilizzante dimezzate ed un maggiore diradamento delle applicazioni nel periodo invernale.
 

Ba_Cicc

Giardinauta
oskar ha scritto:
Ciao Ba Cicc, la foglia non diventa ne gialla ne marrone, rimane normale, tranne l'area che man mano si secca.
Non che sia un episodio grave (almeno sino a questo momento), tuttavia mi piacerebbe conoscenrne le cause.
Oskar.

Di solito questo è un sintomo di poca umidità nell'aria e soprattutto succede a piante come il tuo ficus che prediligono l'ombra e che prndono la luce diretta del sole. A me è capitato per la spathyphyllum.
 

spadino

Giardinauta
gigino67 ha scritto:
Io ne ho comprato uno sabato pomeriggio...alto 1 mt...e molto folto......lo metto dentro vicino la luce????....e che faccio con il vaso lo cambio adesso??.......e la terra deve essere sempre umida????
help me

Scusa oskar, ma cosi' non apro un altra discussione e possono rispondere ad entrambi.


Gigino, la luce non deve essere diretta, come sicuramente già saprai, ed in casa deve essere lontano dalle fonti di calore, la temperatura ideale dovrebbe essere intorno ai 14-16 gradi. Nebulizzalo una volta a settimana.
Io ne ho uno ad Acitrezza, che è in una posizione climatica più mite rispetto a dove stai tu ed è lasciato all'aperto tutto l'anno, devo dire che ogni anno è più bello (ovviamente è mia madre che si prende cura di lui).
Per il reinvaso aspetterei marzo. Il Benjamino non ama troppi cambi in un colpo solo
La terra non deve essere nè zuppa nè secca, ovviamente in un vaso quando sopra sembra secca sotto può essere ancora umida, quindi bagnare con moderazione
Ciaux:Saluto:
 
Ultima modifica:

gigino67

Florello Senior
spadino ha scritto:
Gigino, la luce non deve essere diretta, come sicuramente già saprai, ed in casa deve essere lontano dalle fonti di calore, la temperatura ideale dovrebbe essere intorno ai 14-16 gradi. Nebulizzalo una volta a settimana.
Io ne ho uno ad Acitrezza, che è in una posizione climatica più mite rispetto a dove stai tu ed è lasciato all'aperto tutto l'anno, devo dire che ogni anno è più bello (ovviamente è mia madre che si prende cura di lui).
Per il reinvaso aspetterei marzo. Il Benjamino non ama troppi cambi in un colpo solo
La terra non deve essere nè zuppa nè secca, ovviamente in un vaso quando sopra sembra secca sotto può essere ancora umida, quindi bagnare con moderazione
Ciaux:Saluto:

Grazie Spadino.......
Allora ho scoperto che siamo vicini di casa...hehehehhehehehe
ma allora che ci fai in ......ole'....Espana??
gigi'...
 

Echinodorus

Maestro Giardinauta
Per Pietro

Pietro Puccio ha scritto:
La benjamina è perticolarmente sensibile a quest'ultimo fattore per una particolarità del suo apparato radicale; tutte le piante 'dialogano' con le loro radici con l'ambiente in cui vengono a contatto, in più quelle della benjamina, che è originaria di zone dai suoli particolarmente poveri, sono in grado di estrarre anche da questi le sostanze di cui la pianta ha bisogno. L'eccesso di sali, a cui non sono programmate, riduce o blocca la funzionalità radicale complessiva con conseguente sofferenza della pianta. Per questo motivo si consiglia per questa specie l'uso di dosi di fertilizzante dimezzate ed un maggiore diradamento delle applicazioni nel periodo invernale.
Scusa, Pietro se approfitto di questo tuo intervento ma devi assolutamente togliermi un dubbio:confused: riguardo la "sensibilità" del ficus benjmina. Tu hai definito questa pianta come "sensibile", cioè poco tollerante nei confronti dei sali nel sustrato, il che si potrebbe riportare a misure di bassa conducibilità elettrica rilevabile sempre nel substrato affinchè la pianta possa prosperare al meglio. A questo proposito ho trovato su internet, all'interno di una pubblicazione che riguarda la calcitazione dei terreni,http://www.terflor.it/ter_info.htm#Schede una tabella riguardante la "sensibilità" di diversi tipi di piante ed in cui il ficus era definita pianta ad alta tolleranza nei riguardi della conducibilità elettrica del substrato di coltura, il che tradotto in parole povere, significherebbe che è una pianta poco sensibile, o per meglio dire tra le meno sensibili all'accumolo di sali nel sustrato. Forse la benijmina è una varietà che non rispecchia le esigenze del genere ficus cui appartiene?
Grazie in anticipo per la tua risposta:)
 

spadino

Giardinauta
gigino67 ha scritto:
Grazie Spadino.......
Allora ho scoperto che siamo vicini di casa...hehehehhehehehe
ma allora che ci fai in ......ole'....Espana??
gigi'...

Ci lavoro, non con le corride però, le ODIO, porcaccia la miseriaccia loro e dei toreri,.......olè
 

gigino67

Florello Senior
spadino ha scritto:
Ci lavoro, non con le corride però, le ODIO, porcaccia la miseriaccia loro e dei toreri,.......olè

Bella la Spagna, l'ho visitata diverse volte.......mi mancano alcune citta' della castiglia e le zone piu' interne.....per il resto l'ho visitata quasi tutta......isole comprese....

Scusate OT......
gigi'.


colpo di castagnetas ( nacchera) ole'....:lol: :lol:
 

spadino

Giardinauta
gigino67 ha scritto:
Bella la Spagna, l'ho visitata diverse volte.......mi mancano alcune citta' della castiglia e le zone piu' interne.....per il resto l'ho visitata quasi tutta......isole comprese....

Scusate OT......
gigi'.


colpo di castagnetas ( nacchera) ole'....:lol: :lol:


.......facciamo di mezzo pubblico uso privato (ho sempre sognato dire questa frase, che spesso viene usata in televisione:D ), se torni da queste parte fai un pirito, non scherzo, fai un fischio che si va di caña (cerveza alla spina):D
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
Ciao Ileana,
la tua domanda sembra richiedere una semplice e veloce risposta, che purtroppo non ti so dare e quindi chiedo scusa se mi dilungo e se richiamo concetti a te ben noti, ma che aiutano ad esprimermi. La sensibilità ossia la risposta di una pianta al contenuto salino del substrato non è purtroppo definibile con un semplice numero e basta, questa non dipende infatti solo dal valore che ha la salinità al momento il substrato, ma da tantissimi altri fattori, tra i principali, oltre alla specie in esame, il suo stato vegetativo, temperatura, luminosità e umidità dell’ambiente di coltivazione e tra i parametri del suolo, la capacità di scambio cationico ed il pH. In parole povere uno stesso valore di conducibilità può essere basso, ideale od alto a seconda delle condizioni di coltivazione e dello stato vegetativo della pianta. Nel sito da te citato ci si riferisce ad esperimenti indirizzati, se ho ben capito, ai produttori, cioè a coloro che devono produrre piante in poco tempo e di aspetto lussureggiante, esperimenti che quindi si riferiscono a quegli ambienti di coltivazione dove la pianta viene forzata al massimo con fertirrigazione, luce, umidità e temperature controllate, come pure sono controllati opportunamente i parametri più importanti come pH e conducibilità. Tornando alla sola salinità, in questo tipo di coltivazione questa viene mantenuta costante o variata in dipendenza degli altri fattori, ossia non vi è accumulo di sali (del resto non ci sarebbe il tempo) e la sensibilità di cui si parla è relativa a questo valore costante, mentre io mi riferivo alla sensibilità all’accumulo di salinità. Il sito dà una sua scala di valori, relativa alle specie sperimentate ed alle condizioni di coltivazione, certamente ben lontane da quelle riscontrabili in appartamento, ed è chiaro che se si comincia dalle orchidee, la cui sensibilità già a bassissimi valori di salinità è ben nota, tutte le altre specie diventano poco sensibili. In campo agronomico per quel che ho sentito dire (non sono agronomo) generalizzando si considerano intanto non salini i suoli con conducibilità inferiore a 2000 microS/cm e piante sensibili quelle che presentano variazioni in negativo di crescita e/o produzione con valori di conducibilità a partire da 2000 – 3000 microS/cm (quindi quelle piante per le quali è consigliato un valore inferiore a 2000 microS/cm sono sicuramente sensibili alla salinità accumulata nel substrato).
In rete ho trovato come valore consigliato di riferimento per la F. benjamina, nelle comuni situazioni di coltivazione, 1000 microS/cm. Se poi si fa un giro in rete si trova che è costante la raccomandazione di ridurre per la benjamina le dosi generalmente consigliate per le piante da interno e diradare (moltissimi addirittura consigliano di sospendere) le fertilizzazioni nel periodo invernale e non riesco a pensare altro motivo che quello detto nel mio precedente messaggio.
 

spadino

Giardinauta
Pietro Puccio ha scritto:
Ciao Ileana,
la tua domanda sembra richiedere una semplice e veloce risposta, che purtroppo non ti so dare e quindi chiedo scusa se mi dilungo e se richiamo concetti a te ben noti, ma che aiutano ad esprimermi. La sensibilità ossia la risposta di una pianta al contenuto salino del substrato non è purtroppo definibile con un semplice numero e basta, questa non dipende infatti solo dal valore che ha la salinità al momento il substrato, ma da tantissimi altri fattori, tra i principali, oltre alla specie in esame, il suo stato vegetativo, temperatura, luminosità e umidità dell’ambiente di coltivazione e tra i parametri del suolo, la capacità di scambio cationico ed il pH. In parole povere uno stesso valore di conducibilità può essere basso, ideale od alto a seconda delle condizioni di coltivazione e dello stato vegetativo della pianta. Nel sito da te citato ci si riferisce ad esperimenti indirizzati, se ho ben capito, ai produttori, cioè a coloro che devono produrre piante in poco tempo e di aspetto lussureggiante, esperimenti che quindi si riferiscono a quegli ambienti di coltivazione dove la pianta viene forzata al massimo con fertirrigazione, luce, umidità e temperature controllate, come pure sono controllati opportunamente i parametri più importanti come pH e conducibilità. Tornando alla sola salinità, in questo tipo di coltivazione questa viene mantenuta costante o variata in dipendenza degli altri fattori, ossia non vi è accumulo di sali (del resto non ci sarebbe il tempo) e la sensibilità di cui si parla è relativa a questo valore costante, mentre io mi riferivo alla sensibilità all’accumulo di salinità. Il sito dà una sua scala di valori, relativa alle specie sperimentate ed alle condizioni di coltivazione, certamente ben lontane da quelle riscontrabili in appartamento, ed è chiaro che se si comincia dalle orchidee, la cui sensibilità già a bassissimi valori di salinità è ben nota, tutte le altre specie diventano poco sensibili. In campo agronomico per quel che ho sentito dire (non sono agronomo) generalizzando si considerano intanto non salini i suoli con conducibilità inferiore a 2000 microS/cm e piante sensibili quelle che presentano variazioni in negativo di crescita e/o produzione con valori di conducibilità a partire da 2000 – 3000 microS/cm (quindi quelle piante per le quali è consigliato un valore inferiore a 2000 microS/cm sono sicuramente sensibili alla salinità accumulata nel substrato).
In rete ho trovato come valore consigliato di riferimento per la F. benjamina, nelle comuni situazioni di coltivazione, 1000 microS/cm. Se poi si fa un giro in rete si trova che è costante la raccomandazione di ridurre per la benjamina le dosi generalmente consigliate per le piante da interno e diradare (moltissimi addirittura consigliano di sospendere) le fertilizzazioni nel periodo invernale e non riesco a pensare altro motivo che quello detto nel mio precedente messaggio.


..........minkiuni Pietro, quanto ne sai:ciglione:
Io direi che non vi è nessun dubbio, il titolo di GURU Giardinauta a te sta stretto. Ti faccio i miei personali complimetni per la chiarezza, la semplicità d'espressione (anche un ignorante come me, ha capito) e la completezza.

Ciaux:Saluto:
 

gigino67

Florello Senior
spadino ha scritto:
..........minkiuni Pietro, quanto ne sai:ciglione:
Io direi che non vi è nessun dubbio, il titolo di GURU Giardinauta a te sta stretto. Ti faccio i miei personali complimetni per la chiarezza, la semplicità d'espressione (anche un ignorante come me, ha capito) e la completezza.

Ciaux:Saluto:

sicuramente ....MINKIUNI e' una parola ....classica spagnola........

:D :D :D :D :D :D
 

Echinodorus

Maestro Giardinauta
Ciao, Pietro
Ti prego di non volermene se insisto con questo argomento, anche perchè ,come dice Spadino, sei ben più di un Gurù :hands13: ed io non pretendo minimamente di saperne quanto te:( ! Volevo spiegarti, dal mio punto di vista ( magari sbagliato) come sono arrivata ad affermare che per me il Beniamino è una pianta molto meno sensibile di tante altre a tutti noi conosciute
Sicuramente la tabella sulla tolleranza è stata pubblicata per gli “addetti ai lavori”, cioè floricultori, per aiutarli nel monitoraggio della “soluzione nutritizia” distribuita alle piante con la fertirrigazione.
Come tu hai già detto le piante sono coltivate in un luogo dove le condizioni ambientali ( luce, acqua, temp. e umidità) sono costanti o comunque le più adatte per tutto il ciclo produttivo ( situazione che noi non riusciremmo mai ad eguagliare)
Quando i valori ritenuti ottimali eccedono in negativo o in positivo sanno che la concentrazione della soluzione deve essere corretta, e questo avviene durante tutto il ciclo vegetativo.
Pensavo però ( magari sbagliando) che tale tabella potesse essere interpretata molto più semplicemente, tralasciando i valori di conducibilità elettrica, anche come una catalogazione di piante ritenute poco tolleranti, mediamente tolleranti e tolleranti nei confronti della salinità, anche quella dovuta all’accumulo di Sali nel substrato proveniente sia dalle concimazioni, che dall’uso di acqua con durezza totale elevata, per cui molto ricca di Sali!
Per maggior comodità e per potermi spiegare meglio, riporto la suddivisione che ho ritrova sulla tabella.
Purtroppo non posso fare copia-incolla perché la tabella mi viene tutta “sballata”!:confuso:

Poco tolleranti: Orchidee,Bromelie,Camelie,Gardenia,Azalea,Yucca,Dracaena,Pieris,Erica,Sphatipfyllum,felci,
Anthurium, Marantha,Viola,Ciclamino,Primula,Rododendro
Mediamente tolleranti:
Annuali varie, Erbacee perenni, bulbose varie, Aralia, Croton, geranio, filodendro, Phots, Stella di Natale
Tolleranti
SaintPaulia, Ficus, Palmacee, Cineraria, Edera, Crisantemo


Sempre basandomi sul ragionamento di cui sopra, ho notato che nella colonna” poco tolleranti”apparivano piante tutte a noi conosciute quali L’Anthurium, l’Orchidea, l’Azalea e via discorrendo Tutte queste piante, pur avendo richieste di ph alle volte diverse, hanno in comune la richiesta di concimazioni “più leggere” e sono spesso consigliate annaffiature con acqua piovana o comunque con acqua a bassa conducibilità elettrica per evitare un dannoso accumulo di salinità nel substrato.
Per cui mi sono detta: se il ficus non appare in questo gruppo, ma compare nel gruppo delle piante “tolleranti”, vorrà dire che è meno sensibile all’accumulo di Sali rispetto a tante altre comunemente coltivate nei nostri appartamenti o giardini!

E’ tutto qui!
Grazie a tutti e soprattutto a te, Pietro:love_4: per la pazienza!
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
Ciao Ileana,
ti prego intanto di lasciare stare i ‘maestri’, i ‘guru’, i ‘florello’ e non so che altro si sono inventati i fornitori del programma, con tutto il rispetto se non ci fossero si starebbe molto meglio. Poi in quanto a conoscenze di parametri come salinità, pH, durezza ecc. indubbiamente tu ne hai molte più di me essendo una acquariofila. Ti ringrazio anche perchè mi hai costretto a fare un giro in rete per rinfrescare le mie conoscenze in merito, acquisite con saltuarie letture e discussioni con amici agronomi negli anni trascorsi. In particolare ho cercato l’eventuale esistenza di una qualche recente classificazione ‘ufficiale’ sulla sensibilità o tolleranza alla salinità nei suoli, classificazione che pare non esiste, ma quelle che si trovano, dall’Australia al Canada, tranne piccolissime variazioni in pochi casi, concordano.
Quello che non sono riuscito a rendere comprensibile nel precedente messaggio è che in definitiva la tabella riportata ha una finalità chiaramente ed essenzialmente pubblicitaria, non si può infatti pretendere un valore scientifico, quando si parla genericamente di “orchidee”, e tutti sanno che tra specie ed ibridi probabilmente superiamo 50.000 con un amplissimo spettro di tolleranza alla salinità, o di “felci”, “bulbose varie” ecc. ecc.. La classificazione poi che riporta è del tutto ‘personale’ e non ha il minimo riferimento con quelle utilizzate in campo agronomico e si riferisce ad una stretta banda, la più bassa, dei possibili valori di salinità riscontrabili. Ha quindi al più un valore relativo di orientamento all’interno della banda delle piante più sensibili, tutto ciò naturalmente secondo il mio, sindacabilissimo, parere.
La classificazione, che tu stessa puoi verificare, che invece solitamente viene fatta da università e centri di ricerca è approssimativamente questa:

Molto sensibili
E.C. x 103 = < 2

Sensibili
E.C. x 103 = 2 -3 o 4

Moderatamente tolleranti
E.C. x 103 = 4 -5 o 6

Tolleranti
E.C. x 103 = 6 - 8
Molto tolleranti
E.C. x 103 = 8 - 10

dove il concetto di “tolleranza” è ben diverso da quello della tabella del sito citato. E’ evidente che prendendo per buono il valore ideale lì riportato, la benjamina rientra nelle piante ‘ molto sensibili’ o comunque 'sensibili', il fatto che lo sia meno di molte orchidee o dell’Anthurium andreanum ha un valore relativo, che non inficia l’essere ‘sensibile’ quando si considera tutto lo spettro possibile.
Per concludere, probabilmente concordiamo sull'argomento molto di più di ciò che appare, semplicemente tu guardi il problema con l’occhio attento dell’acquariofila ed io con quello di “giardiniere della domenica”.:)
 
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