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Master Florello
da: http://www.lapiuma.it/2010/11/28/fur-free-day-evento-contro-le-pellicce-di-animali/
Il venerdi successivo al giorno del Ringraziamento si celebra un giorno importante: il Fur-Free Friday, un evento annuale promosso da associazioni animaliste americane al quale ha aderito anche la LAV.
Si tratta di una iniziativa che si propone di sensibilizzare le persone sugli orrori subiti dagli animali da pelliccia e il Fur-Free Friday è oggi celebrato da tutto il movimento mondiale per i diritti degli animali. Ogni anno milioni di animali nel mondo soffrono atrocemente e muoiono a causa della stupida moda di indossare pellicce.
Ma per fortuna qualche notizia positiva c’è. Nonostante il presentare nelle ultime sfilate di moda la pelliccia come un prodotto desiderabile, negli ultimi anni si è registrata una forte inversione di tendenza. I consumatori sono sempre più informati sulla sofferenza subita dagli animali utilizzati per la produzione di pellicce e per questo rifiutano di acquistare simili prodotti. Nel 2009, il consumo di pellicceria ha rappresentato il 2,6% del consumo totale di abbigliamento in Italia, il livello più basso degli ultimi 5 anni (nel 2005 era al 3,1%) ed è diminuito del 22% (contro il -10% dell’abbigliamento).
Per quanto riguarda il canale distributivo, la vendita nei negozi moda si è posizionata al 62%, ma è diminuita ancora l’incidenza degli specialisti di pellicceria (dal 29% del 2008 al 28% del 2009) così come quella della grande distribuzione (dall’11% al 10%) . Anche in Italia le donne che dichiarano di indossare una pelliccia sono diminuite dagli 8 milioni del 2002 ai 2,6 milioni.
Questo mercato sembra quindi essere in declino, ma sono sempre tantissimi gli animali ancora allevati per la produzione di pellicce. Soltanto in Europa nel 2009 gli oltre 7.000 allevamenti europei hanno registrato i seguenti dati:
- il 64,7% della produzione mondiale di pellicce di visone (oltre 30 milioni di animali;
- il 55,6% della produzione mondiale di pellicce di volpi (oltre i 2 milioni di animali).
C’è da dire anche che l’industria della pellicceria si è ormai orientata verso un mercato di massa rivolto ai giovani, utilizzando gli inserti in pelliccia, ovvero bordature di pelo di procioni, cincillà, opossum, conigli e brandelli di molte altre specie animali sono inserite ovunque, dai colli dei giacconi ai polsini, dalle calzature alle borse, dai cappelli ai paraorecchie e su altri tipi di accessori e oggettistica.
Questo settore rischia di crescere poichè nel 2009 le vendite del classico cappotto di pelliccia lunga sono scese al 14% del totale del consumo di pellicceria ma quelle di inserti e accessori in pelliccia hanno rappresentato il 28%. Quindi, mi raccomando, acquistiamo soltanto prodotti che non comportano la morte e la sofferenza di alcun animale, perchè fortunatamente sul mercato le alternative esistono!
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