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“Se l'umanità dovrà crepare non sarà per un terremoto ma per un post-terremoto"

quadricromia

Guru Giardinauta
Lo diceva Ignazio Silone, sessanta anni fa, in occasione del terremoto della Marsica del 1915
Ancora oggi è attualissimo:

"Nel 1915 un violento terremoto aveva distrutto buona parte del nostro circondario e in trenta secondi ucciso circa trentamila persone. Quel che più mi sorprese fu di osservare con quanta naturalezza i paesani accettassero la tremenda catastrofe. In una contrada come la nostra, in cui tante ingiustizie rimanevano impunite, la frequenza dei terremoti appariva un fatto talmente plausibile da non richiedere ulteriori spiegazioni. C'era anzi da stupirsi che i terremoti non capitassero più spesso. Nel terremoto morivano infatti ricchi e poveri, istruiti e analfabeti, autorità e sudditi. Nel terremoto la natura realizzava quello che la legge a parole prometteva e nei fatti non manteneva: l'uguaglianza. Uguaglianza effimera.
Passata la paura, la disgrazia collettiva si trasformava in occasione di più larghe ingiustizie.

Non è dunque da stupire se quello che avvenne dopo il terremoto, e cioè la ricostruzione edilizia per opera dello Stato, a causa del modo come fu effettuata, dei numerosi brogli frodi furti camorre truffe malversazioni d'ogni specie cui diede luogo, apparve alla povera gente una calamità assai più penosa del cataclisma naturale. A quel tempo risale l'origine della convinzione popolare che, se l'umanità una buona volta dovrà rimetterci la pelle, non sarà in un terremoto o in una guerra, ma in un dopo-terremoto o in un dopo-guerra.

Un mio conoscente, licenziato da uno di quegli uffici statali incaricati della ricostruzione, mi rivelò un giorno un certo numero di dati precisi che costituivano altrettanti reati degli ingegneri suoi ex colleghi. Assai impressionato, mi affrettai a parlarne con alcune persone autorevoli, che conoscevo come probe e oneste, perché denunziassero i crimini, Non solo quei galantuomini da me consultati non ne contestavano l'autenticità, ma essi stessi erano in grado di confermarla; tuttavia mi sconsigliarono di "impicciarmi di quei fatti" , e aggiungevano affettuosamente: «Devi terminare gli studi, devi crearti una posizione, non devi comprometterti in affari che non ti riguardano,» «Volentieri» rispondevo. «Certo è preferibile che la denunzia non parta da un ragazzo di diciassette anni, ma da persone adulte e autorevoli.» «Noi non siamo mica pazzi» mi rispondevano indignati. «Noi intendiamo occuparci unicamente dei fatti nostri e di nient'altro.»

Ne parlai allora con alcuni reverendi sacerdoti, e anche con qualche parente più coraggioso, e tutti, rivelandomi di essere più a meno al corrente di quelle turpitudini, mi scongiuravano di non intromettermi in quel vespaio, di pensare agli studi, alla carriera, all'avvenire. «Con piacere», rispondevo «ma qualcuno di voi è disposto a denunziare i ladri?» «Non siamo matti» essi mi rispondevano scandalizzati. «Sono affari che non ci riguardano.»

Cominciai allora a riflettere seriamente sull'opportunità di promuovere, con qualche ragazzo, una nuova "rivoluzione" che si concludesse in un bell'incendio degli uffici; ma il conoscente che mi aveva fornito la documentazione sulle malefatte degli ingegneri mi dissuase dal farlo, per non distruggere la prova stessa dei reati. Egli aveva più anni e più esperienza di me; e mi suggerì di formulare la denuncia su qualche giornale. Ma quale giornale? «Ve n'è uno» il mio conoscente mi spiego «che può avere interesse a ospitare una simile denuncia, è il giornale dei socialisti.» Fu così che io scrissi tre articoli (i primi articoli della mia vita) per esporre e documentare minuziosamente i loschi affari degli ingegneri statali nella mia contrada, e li spedii all'«Avanti!». I primi due articoli furono subito stampati e suscitarono grande scalpore presso il pubblico dei lettori, ma nessuno presso le autorità. Il terzo articolo non apparve, come seppi più tardi, per l'intervento presso la redazione di un autorevole avvocato socialista. In tal guisa appresi che il sistema d'inganno e di frode che ci opprimeva era assai più vasto di quello che appariva, e aveva invisibili ramificazioni anche tra i notabili del socialismo. La parziale denuncia, avvenuta di sorpresa, conteneva però materia per vari processi, a almeno per un'inchiesta ministeriale; invece non accadde nulla. Da parte degli ingegneri, da me denunziati come ladri e accusati di fatti esplicitamente indicati, non vi fu neppure il tentativo di una rettifica o di una generica smentita. Dopo una breve attesa, ognuno tornò a pensare ai fatti propri.

Lo studente che aveva osato lanciare la sfida fu considerato, dai più benevoli, ragazzo impulsivo e strambo. Bisogna tener conto che la povertà economica delle province meridionali offriva scarse possibilità di sviluppo ai giovani che ogni anno a migliaia uscivano dalle scuole. La sola nostra grande industria era allora l'impiego di Stato. Ciò non richiedeva eccezionali qualità d'intelligenza, ma docilità di carattere e conformismo politico. I giovani meridionali, cresciuti in un ambiente come quello, se avevano un minimo di fierezza e una qualche umana sensibilità, tendevano naturalmente all'anarchia e alla rivolta. L 'accesso all'impiego di Stato comportava dunque per essi, ancora sulla soglia della gioventù, una rinunzia, una capitolazione, e la mortificazione dell'anima. Perciò si usava dire, ed era il vero fondamento della società meridionale: anarchici a vent'anni, conservatori a trenta.

Da ''Uscita di sicurezza'' di Ignazio Silone -


fonte: http://www.i-italy.org/8483/attenti-al-post-terremoto
 

rootfellas

Florello
Potrebbe essre stato scritto ieri da tanto é vero, l'adattamento al servilismo per ottenere un lavoro è quantomai attuale, e al giorno d'oggi non solo al sud, anzi!!
 

Commelina

Master Florello
la storia si ripete..... i conati anche..... risentire in questi giorni quelle telefonate della prima ora mi fa ribrezzo. siamo davvero così impotenti di fronte alla corruzione? se tutto ha un prezzo anche quelli che non sono iin vendita non possono fare molto. Le connivenze e cointeressenze sono ad alto livello ..... siamo rovinati del tutto.
Vorrei un barlume che non vedo....
 

Hélène

Esperta Sezz. Rose
Potrebbe essre stato scritto ieri da tanto é vero, l'adattamento al servilismo per ottenere un lavoro è quantomai attuale, e al giorno d'oggi non solo al sud, anzi!!

è brutto da dire ma propendo per il dna :(

Sono atteggiamenti che, secondo me, si riscontrano ovunque, Nord o Sud, terremoto o non terremoto. Dove ci sono stati questi eventi è più evidente, ma conosco parecchie persone in quelle condizioni (purtroppo a ben guardare sono più di quelle in condizioni "normali")
Riscontro spesso con tristezza che il servilismo è entrato nella "cultura" di molti.

Conosco anche molti ragazzi che fino a qualche anno fa erano "idealisti", ma alla fine si sono dovuti piegare consapevolmente, perchè il non piegarsi avrebbe portato al non potersi creare una famiglia e una vita autonoma. L'alternativa, spesso, sono infiniti lavori a tempo determinato, contratto a progetto, ecc, ecc...

Diciamo che, tra le persone che conosco, un buon 70% di quelli che ha il posto fisso è perchè

1) ha un'attività ereditata da mammà e papà
2) ha o ha avuto un qualche tipo di intrallazzo

E' anche facile giudicare chi fa queste scelte, però in certe circostanze/congiunture economiche non tutti sanno e riescono ad essere eroi.
E d'altra parte, come si dice, quando due elefanti litigano (o fanno gli intrallazzi) è l’erba sotto i loro piedi ad essere schiacciata.
Certamente è una situazione che si aggrava sempre più, un cane che si morde la coda.
 

pa0la

Florello
non era mia intenzione giudicare nessuno Hélène
e pure la corruzzione e la cultura dell'intrallazzo alberga nel dna, non solo quella del servilismo
disillusa mode on
 

rootfellas

Florello
il porblema grosso è che l'unico ideale è avere una vita agiata, non che non sia corretto, ma sinceramente sarebbe ora di aggiornare un po i valori.
è facile giudicare chi fa queste scelte, certo che è facile, in fondo sono scelte "facili", meglio accettare compromessi che battersi contro la precarietà e non sto parlando di idealismo, ma di idee vere e proprie, di rischiare la propia vita per qualcosa che non sia solo un divano e un telecomando.
 
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Piera58

Moderatrice Sez. Piccoli Amici
Membro dello Staff
Concordo con chi dice DNA, l'ho sempre sostenuto, DNA latino purtroppo, un popolo rozzo ed ignorante.
 

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Master Florello
Concordo con chi dice DNA, l'ho sempre sostenuto, DNA latino purtroppo, un popolo rozzo ed ignorante.

No purtroppo è dna dilagante, non solo latino.
@Helene, non è riferito solo alle voci che si levano in certi frangenti, è generalizzato.
Solo che in particolari occasioni le iene si fanno grandi banchetti.
Non si può condannare chi per sopravvivere si abbassa a compromessi, ma a mio parere chi lo fa per la carriera, i soldi il bmw e la barca.
Il "tanto lo fanno tutti" anche questo sta entrando nel nostro dna. Dna deviato? o molto comodo?
 

Hélène

Esperta Sezz. Rose
non era mia intenzione giudicare nessuno Hélène
e pure la corruzione e la cultura dell'intrallazzo alberga nel dna, non solo quella del servilismo
disillusa mode on

il porblema grosso è che l'unico ideale è avere una vita agiata, non che non sia corretto, ma sinceramente sarebbe ora di aggiornare un po i valori.
è facile giudicare chi fa queste scelte, certo che è facile, in fondo sono scelte "facili", meglio accettare compromessi che battersi contro la precarietà e non sto parlando di idealismo, ma di idee vere e proprie, di rischiare la propia vita per qualcosa che non sia solo un divano e un telecomando.

Il discorso sul battersi contro la precarietà sarebbe veramente lungo. A mio parere bisognerebbe avere una coscienza di classe e opporsi insieme a questo tipo di mentalità. Bisognerebbe creare associazioni e movimenti nuovi, indipendenti.

Purtroppo quelli che subiscono la precarietà, attualmente, sono numericamente inferiori (per questini demografiche) rispetto a quelli che hanno molti diritti ormai acquisiti. Farsi sentire quindi diventa difficile anche perchè a molti di questi la situazione delle nuove generazioni interessa poco o per nulla. Una volta a posto loro...

Spesso chi cambia 5-10 lavori in dieci anni per questioni di precariato viene scambiato per persona che non ha voglia di lavorare, da quelli di altre generazioni che, semplicemente non capiscono l'attuale contesto sociale.

Stessa cosa accade, molto spesso, quando si vanno a spiegare questi problemi a chi tutelava le vecchie generazioni. Ci si sente dire che c'è qualcosa che non va in te se non trovi un posto fisso, una ragione ben ci sarà.
Alle volte sarà anche vero, ma non per tutti quelli che conosco con queste problematiche.

Questo tipo di risposte mi porta a pensare che ci sia una totale (forse voluta?) ignoranza della situazione attuale, o, disillusa mod on, gli interessi anche in quelle sedi siano ben altri.
D'altra parte sono loro stessi ad usufruire di questi contratti spesso e volentieri...

Sul discorso della comodità: alle volte è vero. Altre volte ho visto persone che hanno dovuto chiedere appoggi per avere lavori da magazziniere o operaio su turni (anche se avevano buone qualifiche)

Comunque lavori da 900€ al mese, quindi non si pensa tanto alla comodità, quanto al sostentamento.

Forse appaio disillusa e molto pessimista. Non tutta la realtà è così, c'è anche il 30% di cui parlavo sopra. Conosco anche persone che hanno trovato lavoro normalmente.

Mi è capitato però anche di conoscere quelli che "portavano avanti le idee", "si battevano per la comunità", per esempio membri interni del sindacato nelle fabbriche.
Quando sono rimasti a casa (con congrue buone uscite) sono stati i primi ad essere in contatto con le alte sfere e a trovare i posti "comodi". Dalla fabbrica a centralinista o impiegato del circolo culturale :D

Poi io sarei personalmente totalmente disinteressata alla questione, potrei dire, come dicono tanti, che non è vero...
Visto però che ho molti amici sinceri che mi raccontano questo tipo di storie, le vedo con i miei occhi non mi va di nascondermi dietro ad un dito.
 

Hélène

Esperta Sezz. Rose
No purtroppo è dna dilagante, non solo latino.
@Helene, non è riferito solo alle voci che si levano in certi frangenti, è generalizzato.
Solo che in particolari occasioni le iene si fanno grandi banchetti.
Non si può condannare chi per sopravvivere si abbassa a compromessi, ma a mio parere chi lo fa per la carriera, i soldi il bmw e la barca.
Il "tanto lo fanno tutti" anche questo sta entrando nel nostro dna. Dna deviato? o molto comodo?


Su questo sono d'accordo. E certamente il fenomeno si acuisce dove le necessità sono tante e i soldi in ballo tantissimi.

Se comunque faccio certi discorsi è perchè certe pratiche, nel grande e nel piccolo, mi danno fastidio.

@Root: sono comunque d'accordo sul fatto che ci siano molte persone "addormentate". Vedo purtroppo anche molti giovani di quel tipo.
 

rootfellas

Florello
@Helene, quando parlo di idde, intendo proprio idee lavorative, idee di sviluppo della propria vita che non siano famiglia divano telecomando figli!
 

quadricromia

Guru Giardinauta
Non sono certa di aver capito se con DNA vi riferite al sud, all'abruzzo, all'italia in genere...
Secondo me il Dna c'entra molto poco.
Penso più ad un malcostume dilagante, ad un insegnamento che dura da decenni, trasversale su più generazioni, secondo il quale chi frega di più è più furbo, chi picchia prima picchia due volte...
La società che ci siamo costruititi ad arte è quella in cui non c'è posto per i poveri e i deboli... Allora ti fai spazio come puoi.
I precari secondo me non sono così inferiori in termini di numerosità rispetto ai regolari sono solo più silenziosi.
Perchè ci hanno insegnato a stare in silenzio, c'è quella rassegnazione di cui parlavo anche nel 3d della lettera del figlio dell'operaio, c'è troppo silenzio!
 

Hélène

Esperta Sezz. Rose
Non sono certa di aver capito se con DNA vi riferite al sud, all'abruzzo, all'italia in genere...
Secondo me il Dna c'entra molto poco.
Penso più ad un malcostume dilagante, ad un insegnamento che dura da decenni, trasversale su più generazioni, secondo il quale chi frega di più è più furbo, chi picchia prima picchia due volte...
La società che ci siamo costruititi ad arte è quella in cui non c'è posto per i poveri e i deboli... Allora ti fai spazio come puoi.
I precari secondo me non sono così inferiori in termini di numerosità rispetto ai regolari sono solo più silenziosi.
Perchè ci hanno insegnato a stare in silenzio, c'è quella rassegnazione di cui parlavo anche nel 3d della lettera del figlio dell'operaio, c'è troppo silenzio!

@Helene, quando parlo di idde, intendo proprio idee lavorative, idee di sviluppo della propria vita che non siano famiglia divano telecomando figli!

Sono d'accordo con te.

La questione è che le idee di molti alla fine sono proprio famiglia divano telecomando figli.

E come dice Quadricromia, se siamo così è perchè i figli sono figli dei loro padri, così sono stati cresciuti e così vivono.
Mi ricorda molto la madre di Irene in "D'amore e ombra".

Per fortuna però non sono proprio tutti così, dai :)

Ma come diceva Battiato: la primavera, intanto, tarda ad arrivare.
 

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Master Florello
Non sono certa di aver capito se con DNA vi riferite al sud, all'abruzzo, all'italia in genere...
Secondo me il Dna c'entra molto poco.
Penso più ad un malcostume dilagante, ad un insegnamento che dura da decenni, trasversale su più generazioni, secondo il quale chi frega di più è più furbo, chi picchia prima picchia due volte...
La società che ci siamo costruititi ad arte è quella in cui non c'è posto per i poveri e i deboli... Allora ti fai spazio come puoi
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I precari secondo me non sono così inferiori in termini di numerosità rispetto ai regolari sono solo più silenziosi.
Perchè ci hanno insegnato a stare in silenzio, c'è quella rassegnazione di cui parlavo anche nel 3d della lettera del figlio dell'operaio, c'è troppo silenzio!



E' questo che è entrato nel dna.
Non faccio un distinguo nord sud, terremotati alluvionati.
Dico solo che le catastrofi tirano fuori il peggio da chi dovrebbe dare il meglio e di più.
Il troppo silenzio però purtroppo non è assordante, da farti riflettere, ma spesso solo flettere.
 

jennyg

Aspirante Giardinauta
un tempo si diceva che per far cambiare le cose in Italia ci doveva scappare il morto....oramai non "basta" piu' nemmeno quello...
 

xadax

Giardinauta Senior
anche io non sposo la teoria del DNA, a meno che non sia una metafora che non ho compreso
piuttosto siamo pedine, burattini in balia di pochi che d'intesa e con lucidità diabolica ci continuano a prendere per i fondelli. Ogni riferimento letto nel 3d ad amici e conoscenti si riferisce sicuramente a pivelli che sfiorano appena la "sfera magica" che aimè si chiama politica ed è da molti anni diritto esclusivo di un migliaio scarso d persone. Gentaglia (se ne salvano pochi i più sono farabutti!)
.......forse andare a "prendere a calci nel sedere" i personaggi della telefonata citata prima, i distributori di appalti, e moltissimi politici mi farebbe sentire meglio......

La rivoluzione comincia con la presa di coscienza che c'è BISOGNO di cambiare radicalmente....a partire da chi ci governa, i primi a prenderci per i fondelli.
 
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ROSSANA367

Giardinauta Senior
@Helene, quando parlo di idde, intendo proprio idee lavorative, idee di sviluppo della propria vita che non siano famiglia divano telecomando figli!

Non condivido questo accostamento.... divano e telecomando sono una cosa, famiglia e figli un'altra. Il fatto che le si accomunino mi pare assurdo! Soprattutto poco rispettoso per chi ha famiglia e figli ... e lotta tutto il giorno per tenerli lontani da divano e telecomando, dna permettendo!
 
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