Le principali miniere di zaffiri e smeraldi del brasile furono scoperte nel periodo napoleonico e portarono a un vero e proprio boom di gioielli (per la famiglia reale, ovvio, e pochi altri), e anche a un boom dello sfruttamento locale della popolazione.
Anche oggi purtroppo le cose non cambiano, per non parlare poi dell'inquinamento causato da attività estrattive fatte solo per soldi, spesso senza testa.
Purtroppo comunque NON solo in brasile, ma anche in Africa e non dimentichiamoci poi della "mafia" dietro ai rubini tailandesi, con un controllo del mercato che può costare la vita non solo di chi li estrae (per incidenti sul lavoro) ma di chi prova a venderli in libertà (e lì non sono incidenti, ma diciamo "incidenti indotti")
Terribile.
Ricordo a tutti (e non ne vendo, non ho un guadagno a dirlo) che non esistono ancora diamanti sintetici di qualità da gioielleria, solo di qualità per uso industriale (lame di seghe), con l'eccezione dei diamanti sintetici di gemesis, che però sono diamanti colorati e costano comunque più di mille uero a carato.
Anche gli smeraldi sintetici (processo idrotermale, non parlo di pietre verdi simili allo smeraldo ma chimicamente differenti, parlo di pietre che chimicamente sono berillio verde cioè smeraldo) non sono paragonabili a quelli naturali perché sono perfettamente puri, mentre lo smeraldo naturale ha sempre quegli affascinanti "giardini" cioè quelle piccole crepe e fratture (che però lo rendono anche delicato e si prestano a tecniche di miglioramento ottico e conseguente ritoccho del prezzo, ad esempio saturando le pietre con oli vegetali speciali che le rendono più lucide e verdi, ma dopo un paio d'anni vanno via, ma al cliente non si dice... :burningma ).
INVECE rubini e zaffiri si creano sinteticamente con diversi processi, più o meno complessi, e sono identici sotto tutti gli aspetti a quelli naturali (chimico, ottico, fisico, atomico, etc), tanto che in alcuni casi è estremamente difficile riconoscerne l'origine sintetica anche per un laboratorio gemmologico. E anche nei processi più semplici ed economici le differenze si vedono comunque solo al microscopio o a forte ingrandimento (si vedono stratificazioni concentriche invece che irregolari o nulle). Ma siccome gli zaffiri e i rubini- non scordiamolo- sono in fondo ossidi di alluminio, non è difficile farli in laboratorio (si usano spesso negli orologi meccanici e nei componenti satellitari, non solo in anellini e ciondoletti!). E sono belli come quelli naturali, anzi di più, perché si creano perfetti, purissimi, con colore pieno e ricco. Sono uno spettacolo e costano una miseria.
Il quarzo invece si fa sinteticamente con processo idrotermale, indistinguibile da quello naturale anche per un laboratorio gemmologico visto che è identico in tutto a quello naturale, anche per il mitico GIA (gemmological institute of America). E vi asicuro che un filo di ametista idrotermale viola porpora è uno spettacolo.
Insomma, alcuni le chiamano "pietre coltivate" per analogia con le coltivazionid perle, che hanno azzerato quei pescatori selvaggi che rovinavano i fondali per cercare molluschi perliferi. Oggi si coltivano in grandi allevamenti d'acqua purissima e nessuno depreda più il mare.
I coralli per fortuna è vietato pescarli selvaggiamente.
Un giorno la gente inizierà a capire che anche con le pietre si può fare, "coltivandole" in laboratorio ricreando artificialmente quelle stesse condizioni di temperatura e pressione che hanno formato le gemme in natura milioni di anni fa.
Ok, scusate, mi sono lasciato prendere la mano!