ammetto che la maggior parte degli insegnanti di francese sono antipatici e presuntuosi. Probabilmente è la materia di studio che influenza il loro carattere (o il loro carattere che ha influenzato la scelta dei loro studi?).
Anche io ho avuto insegnanti come la tua...io ne avevo una peggiore in spagnolo, alle superiori. Se sbagliavi un verbo ti dava una diariata in testa...quando sento qualcuno che pronuncia male lo spagnolo o fa qualche erroraccio sento ancora il dolore sulla crapa!
Devo però ammettere che molto di quello che so l'ho imparato da lei e con quella severità mi ha dato un metodo e una capacità critica nei confronti dei miei errori.
Io non ho mai detto: no tiengo dinero, ma all'università l'ho sentito dire tante e tante volte. Ma tanto lo spagnolo è uguale all'italiano, basta aggiungere una s alla fine...
Ci tengo però a dire che non sopporto quei professori che
1) vogliono per forza imporre la loro interpretazione delle opere letterarie. Molti brani potrebbero essere sfruttati meglio consentendo ai ragazzi di aprirsi e confrontarsi tra di loro in maniera libera. Le interpretazioni sono infinite...
2) quelli che insistono sulla difficoltà della loro materia portando i ragazzi ad averne paura e ad allontanarsi da essa.
Il francese in genere viene presentato in questa maniera. Sono d'accordo sul fatto che sia una lingua molto difficile, specie se la si vuole parlar bene e correttamente, però se si parte già pretendendo che non si faccia nessun errore o rimarcandoli continuamente si otterrò certamente poco dall'alunno. Io credo che sia importante prima di tutto dargli fiducia, dirgli che può farcela.
Poi diciamocelo: se si sta due mesi all'estero molte cose, anche della grammatica, poi vengono naturali. Si deve poi sicuramente approfondire molto la teoria e il lessico, ma la conversazione diventa una cosa molto naturale e automatica. Niente di trascendentale.