Non son d’ accordo . . .tutte le piante del mondo tengono una scians e possibilità di averli ospiti da noi e cercar e riuscir anche di coltivare in qualche modo . . . ( infatti a Roma per esempio c’è Un secolare e secolare enorme albero di cacao fuori non so se fruttifica . . .oppure i baubab gli alberi più grandi del mondo si riescono ugualmente a coltivare e tantissime altre specie che rivoluzionano e si aggiornano diversamente dalle nostre convinzioni e saperi . . .mai dare sentenze certe maiNon c'e' niente da fare, la palma da cocco e' cosi'. Necessita di una quantita' di luce, di calore e di umidita' impossibili da soddisfare. La vendita di queste piante, bellissime peraltro, e' una sorta di truffa, io la proibirei...
Con questo concetto sfondi una porta aperta : coltivo una trentina di piante da frutto tropicali ed esotiche a Milano e approvo pienamente la tua filosofia.... e tantissime altre specie che rivoluzionano e si aggiornano diversamente dalle nostre convinzioni e saperi . . .mai dare sentenze certe mai
Spesso si drovrebbe indagare infatti le fonte delle notizie da dove arrivano e da chi li pubblica e molto spesso ci si ritrova su internet consigli e procedure completamente errate anche sulle piante e non d’ accordo tra gli stessi esperti tra loro così nel corso del tempo mi son sempre fidata sul esperienza e pratica diretta anche con le piante tropicali che alcuni riescono a vivere in piena terra fuori sempre anche da me come L annone,banane,Goji,canna da zucchero,papaye,mango avocado,ananas e così via . . . Altri ancora come il caffè arabico per esempio non riesce a fiorire e fare i suoi chicchi di caffè perché come il cocus qui perché tiene effettivamente bisogno di un clima costante di caldo continuo . . . Un altra cosa che ho notato nelle piante tropicali come a molti piante succulenti e spinosi e’ che tengono una certa resistenza e una forza avvolte sorprendente che pur giorni e poche settimane di vero freddo che possiam avere anche sopravvivono e riprendono con rigogliosa crescita in tardi primavera. . ( in ugual modo al contrario del castagno,stelle alpine ecc piante che possono collassare dai nostri venti africani in estate ) comunque siamo nel immenso argomento della natura e non si finisce mai di imparare . . .e Grande soddisfazioni ci son sempre come riuscire a far cresce per esempio in vaso a talea anche la liquirizia o lo cappero o L anice stellato che cresce solo in alta montagna da noi di queste piante selvatiche imbrogliandoli creando per L oro un habitat naturale. . E anche attraverso gli vari insuccessi aiutano a crescere migliorarsi ( purtropp per trovarmi un poco brava ne ho fatto fuori tante piante . . . ) per chiudere L argomento sul cocco ho provato idem a produrla comprando e scegliendo al supermercato due nelle noce di cocco piene del suo interno del suo succo,ho preso la sabbia di mare sopratutto nei grandi vasi di coccio di Creta e senza interrarlo completamente di sopra ho aggiunto foglie e regolarmente lo annaffiavo in pieno sole ogni tanto ai lati anche con acqua mischiato con un po’ di sale. . . Risultato? Non e’ uscito niente . . . E la noce attualmente e’ abbastanza dura e non si riesce a tirarlo fuori avrà fatto radici sotto sicuramente . . . Chissà se sopravvive in serra fredda questo inverno trattandolo come fosse in riposo vegetativo poco e niente acqua . . . ( nelle mie serre L inverno basta un raggio di sole per riscaldars tutto subito ,vivono lì anche le orchidee,hanthurium ,coleus e altre piante per solo interno. . .credo di essermi un po’ prolungato troppo ciaoCon questo concetto sfondi una porta aperta : coltivo una trentina di piante da frutto tropicali ed esotiche a Milano e approvo pienamente la tua filosofia.
Detto questo devo pero' precisare alcune cose : le palme da cocco messe in vaso e vendute a chi non possiede una serra riscaldata ultraprofessionale e pensa di poterle far sopravvivere nella propria abitazione sono di fatto una truffa per il semplice fatto che la Cocos nucifera in casa, non puo' resistere piu' di un anno. Ti invito a leggere quali sono le sue esigenze minime, nel web trovi moltissimo, e vedrai che su questa pianta sarai d'accordo con me.
In quanto al secolare albero di cacao a Roma, posso dirti che hai avuto un'informazione errata, si' insomma...ti hanno detto una cosa non vera. Per albero del cacao, intendo naturalmente Theobroma cacao, Questa pianta soffre in maniera importante sotto i 15°, a 5° soprattutto se si verificano con una certa frequenza come a Roma, muore irrimediabilmente, a -7° temperatura non rarissima negli ultimi 50 anni in quella citta', anche gli esemplari piu' robusti si lessano. Il Baobab e' un po' piu' rustico ma non credo si possa tentare la sua coltivazione al di fuori delle zone piu' miti della penisola.
Grazie Kevin per il dettaglio e posso confermare ricordandomi che i primissimi tempi che arredavo di piante il mio fazzoletto di terra anche qui da noi in Calabria dai vivai presi in vaso un grande albero di oltre i tre metri forse ( tra i nostri alberi che costano molto ) non ricordo ora se era L originale cocus nocifera o una sua varietà simile e lo piantai direttamente in piena terra mi lascio’ perche non sapevo allora che gli alberi dopo tanto tempo che stanno nei vasi i loro radici si induriscono e non si sviluppano più nel terreno. . . Almeno così mi dissero . . . Ma il caso di fede qui la pianta presenta solo qualche problema laterale delle foglie e in casa c’è ambiente caldo ed sarà esposta sicuramente a zona illuminata. . .se fede farà altre foto dove si vede meglio il suo fusto sono certa che possiamo avere altre informazioni e aiutarlo a mantenerlo vivo il suo bel cocco ( usando magari ogni tanto qualche concime liquido di microelementi o macroelementi )Ciao, mi aggiungo per chiarire un po' le idee a Mary, hai ragione nel dire che le piante hanno grandi capacità di adattamento e se pur lentamente, si adattano a climi e tipi di coltivazione diversi senza troppo allargarci... ma la palma da cocco (cocos nucifera) è un caso a parte... se noi portassimo un albero adulto di palma da cocco (senza più la noce di sotto) a Palermo (per esempio), non c'è dubbio che stia bene all'esterno, ma una palma piccola appena germogliata dalla noce non ha alcuna possibilità di sopravvivere nelle zone più calde della Sicilia o in appartamento, solo in serre super tecnologiche con livelli controllati di umidità e temperatura può diventare grande seppur incontrando molte difficoltà. Questo perché la noce non si decompone senza livelli elevati di umidità e calore costante stringendo l'albero come un cavo di acciaio legato attorno al tronco fino a soffocare i canali linfatici e quindi far morire la pianta.
Tornando alla pianta in questione, secondo me è ancora troppo piccola per manifestare i problemi legati alla noce e quindi c'è qualcosa di scorretto nella coltivazione che non riesco a capire, forse poca umidità.
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Ma che bravo grazie ancora anche se la palma regina pur volendo non me lo posso permettere più per il momento rimane tra i miei preferiti e più spettacolare come i nostri cicas e tant’è altre tipi di palme che possiam avere facilmente buona serataLa pianta di cui stai parlando si chiama Syagrus romanzoffiana, chiamata anche Cocos plumosa o palma regina. È molto simile alla palma da cocco e alcuni la chiamano erroneamente così, è la giusta pianta per chi vive in Italia ma vuole sentirsi ai tropici, appartiene allo stesso genere della palma da cocco ma è molto più resistente al freddo e il frutto non è una noce ma assomiglia molto di più ai datteri.
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Con questo concetto sfondi una porta aperta : coltivo una trentina di piante da frutto tropicali ed esotiche a Milano e approvo pienamente la tua filosofia.
Detto questo devo pero' precisare alcune cose : le palme da cocco messe in vaso e vendute a chi non possiede una serra riscaldata ultraprofessionale e pensa di poterle far sopravvivere nella propria abitazione sono di fatto una truffa per il semplice fatto che la Cocos nucifera in casa, non puo' resistere piu' di un anno. Ti invito a leggere quali sono le sue esigenze minime, nel web trovi moltissimo, e vedrai che su questa pianta sarai d'accordo con me.
In quanto al secolare albero di cacao a Roma, posso dirti che hai avuto un'informazione errata, si' insomma...ti hanno detto una cosa non vera. Per albero del cacao, intendo naturalmente Theobroma cacao, Questa pianta soffre in maniera importante sotto i 15°, a 5° soprattutto se si verificano con una certa frequenza come a Roma, muore irrimediabilmente, a -7° temperatura non rarissima negli ultimi 50 anni in quella citta', anche gli esemplari piu' robusti si lessano. Il Baobab e' un po' piu' rustico ma non credo si possa tentare la sua coltivazione al di fuori delle zone piu' miti della penisola.
Mi permetto di dissentire.Ciao, mi aggiungo per chiarire un po' le idee a Mary, hai ragione nel dire che le piante hanno grandi capacità di adattamento e se pur lentamente, si adattano a climi e tipi di coltivazione diversi senza troppo allargarci... ma la palma da cocco (cocos nucifera) è un caso a parte... se noi portassimo un albero adulto di palma da cocco (senza più la noce di sotto) a Palermo (per esempio), non c'è dubbio che stia bene all'esterno, ma una palma piccola appena germogliata dalla noce non ha alcuna possibilità di sopravvivere nelle zone più calde della Sicilia o in appartamento, solo in serre super tecnologiche con livelli controllati di umidità e temperatura può diventare grande seppur incontrando molte difficoltà. Questo perché la noce non si decompone senza livelli elevati di umidità e calore costante stringendo l'albero come un cavo di acciaio legato attorno al tronco fino a soffocare i canali linfatici e quindi far morire la pianta.
Tornando alla pianta in questione, secondo me è ancora troppo piccola per manifestare i problemi legati alla noce e quindi c'è qualcosa di scorretto nella coltivazione che non riesco a capire, forse poca umidità.
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Da poco annaffiata una delle mie noce cocco ( ma annaffio ormai poche volte ) che messi in dei vasi grandi di coccio con sabbia di mare e buon terriccio da agosto piantata non e’ germogliato ma avrà fatto forti radici dato che non si riesce con legger forza a toglierla e la sua corteccia rimane dura .lo messo in serra fredda assieme ad altre piante tropicali e nel frattempo altri tipi di semini messi son venuti fuori nel suo stesso vaso .di giorno qui giù in Calabria con il sole quando c’è spesso ( speriamo ) tutta la serra al suo interno si riscalda abbastanza bene . . .so che non riuscirà a germogliare per intensità di luce e per il clima ma spero che in primavera arrivi con aumentar del calore e magari sarà la volta buona che prende vita a svilupparsi,in genere con semi grandi da me non così grandi come il cocus per vederli germogliare ci vuole un annoMi permetto di dissentire.
Una cocos nucifera adulta quanto vuoi, non ha alcuna speranza anche in Sicilia.
Pochissime ore sotto i 13-14°C, il meristema muore e la palma ci saluta.
Il posto più a nord in cui sopravvive sono le Canarie (in zona estremamente riparata), o Israele.
Anche a Lampedusa è impossibile per dire.
Anche nella costa nord dell'africa per dire.
Non è questione di dimensioni della pianta. Il meristema a 12°C cessa le attività e la pianta muore.
A Miami, dove queste piante sono molto diffuse, in pieno inverno le temperature possono crollare ed arrivare intorno ai 5 gradi per qualche giorno/settimana a causa di incursioni fredde dal nord America con conseguente moria di animali esotici (soprattutto iguana e simili), ma le palme da cocco non ne risentono molto. Quindi temperature sotto i 12 gradi non causano la morte della pianta, per me iniziano a soffrire sotto i 10/12 e sono letali temperature sotto i 5. Dove abito io queste palmette con la noce possono arrivare anche fino a Natale ma, se non sono protette a nord, muoiono a causa del vento freddo che si verifica a gennaio o a febbraio che fa scendere la temperatura notturna anche a due/tre gradi per circa una settimana.Mi permetto di dissentire.
Una cocos nucifera adulta quanto vuoi, non ha alcuna speranza anche in Sicilia.
Pochissime ore sotto i 13-14°C, il meristema muore e la palma ci saluta.
Il posto più a nord in cui sopravvive sono le Canarie (in zona estremamente riparata), o Israele.
Anche a Lampedusa è impossibile per dire.
Anche nella costa nord dell'africa per dire.
Non è questione di dimensioni della pianta. Il meristema a 12°C cessa le attività e la pianta muore.
A Miami, dove queste piante sono molto diffuse, in pieno inverno le temperature possono crollare ed arrivare intorno ai 5 gradi per qualche giorno/settimana a causa di incursioni fredde dal nord America con conseguente moria di animali esotici (soprattutto iguana e simili), ma le palme da cocco non ne risentono molto. Quindi temperature sotto i 12 gradi non causano la morte della pianta, per me iniziano a soffrire sotto i 10/12 e sono letali temperature sotto i 5. Dove abito io queste palmette con la noce possono arrivare anche fino a Natale ma, se non sono protette a nord, muoiono a causa del vento freddo che si verifica a gennaio o a febbraio che fa scendere la temperatura notturna anche a due/tre gradi per circa una settimana.
Da quando ci sono C. Nucifera alle Canarie e in Israele??
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Sei informatissimo!Non bisogna dimenticare che 10 o 5 °C a Miami non hanno lo stesso effetto sulle piante delle stesse temperature sulle coste più miti della Sicilia. Zero gradi non uccidono un cocco adulto a Miami, perchè il giorno seguente la temperatura ritorna sopra 20 °C e il meristema non ha il tempo di raffreddarsi, mentre 11 °C, come media per diversi giorni, lo uccidono a Palermo, e questo per il motivo detto da Blade Spirit, quando le cellule meristematiche cessano di proliferare sono facilmente attaccate da agenti patogeni.
Il cocco è relativamente recente alle Canarie, sulla costa nord di Tenerife sono pochi e piuttosto malandati in inverno, mentre sulla costa sud, a pochi metri dal mare, hanno un aspetto molto più sano e fruttificano, anche se la chioma ha un numero inferiore di foglie rispetto ai cocchi dei tropici, perchè dal tardo autunno a inizio primavera la crescita è estremamente lenta. Riguardo Israele, c'è (c'era) un famoso cocco sulla spiaggia di Eliat, sul Mar Rosso, ma dall'aspetto non proprio entusiasmante.