Si comincia col bullismo nelle scuole e si finisce così.Le famiglie sono latitanti, i genitori sono presi dal lavoro e dai suoi ritmi incalzanti (quando non sono rpesi principalmente da loro stessi),non sono magari neanche preparati culturalmente,gli insegnanti nelle scuole fanno quello che possono per colmare il vuoto educativo familiare,ma possono poco perchè i genitori,invece di solidarizzare con gli insegnanti (se l'insegnante ha ragione) colludono indiscriminatamente con i figli e arrivano a denunciare l'insegnante che ha "osato"insegnare un po' d'educazione e di retto vivere ai loro virgulti.
In passato,magari,si sarà esagerato nell'altro senso,ma adesso...secondo me è molto molto peggio.
I genitori sanno poco o nulla della vita dei loro figli, e,quando avranno saputo della prodezza compiuta dai loro pargoli,saranno pure caduti dalle nuvole dicendo "ma sono dei bravi ragazzi!".Seeh...vabbè...
Stanley Kubrik,nel film "Arancia meccanica"descriveva questo genere di gioventù,senza valori,senza cultura,senza remore morali,ed eravamo negli Anni '70,se non sbaglio..sarà stata una profezia?Il film è poi diventato,nello svolgersi della sua trama, un saggio sulle malefatte del potere, ma i personaggi principali sono quelli.
Sarà fatta giustizia?Mmmh,non lo so.L'iter di un rpocedimento penale è un vero percorso ad ostacoli:tra citazioni di imputati e testimoni che non vanno a buon fine e devono essere rinnovate anche più volte, scioperi di avvocati, magistrati, cambi eventuali di giudice, perchè trasferito,malato o in pensione, per cui gli avvocati, furbescamente chiedono che, davanti al nuovo giudice ,il processo ricominci daccapo e non vogliono acquisire per buoni gli atti istruttori già compiuti.Insomma, passano mesi se non anni (non scherzo, purtroppo)
Anche quando, finalmente, si arriva alla sentenza ,non è che la storia finisca qui,anzi... prima che una sentenza diventi irrevocabile ed esecutiva, passa del tempo, in quanto dopo il primo grado, per il novanta - novantacinque per cento dei casi si va in appello e poi in Cassazione e se la Suprema Corte ammette il ricorso, si va di nuovo in appello.
Il termine di prescrizione si calcola dall'ammontare massimo della pena, considerate attenuanti e aggravanti contestate.Visto che l'iter di un procedimento è lungo ,puo' capitare (e accade) che un procedimento possa finire in prescrizione anche in appello o in cassazione, e lì, allora, buonanotte ai suonatori.
Qui pero',siccome si parla di omicidio, la prescrizione dovrebbe arrivare, se non mi sbaglio, dopo più di vent'anni dalla data in cui il fatto è stato commesso, percui, forse in qualche modo gliela si fa, ma non ci giurerei.
C'è anche il fattore rito di giudizio:se gli imputati scelgono riti alternativi, possono pure godere dello sconto di un terzo della pena.
Inoltre, se gli imputati sono incensurati, ci sono altre garanzie aggiuntive...Insomma,per farla breve, il nostro paese è garantista, molto garantista, in altri paesi non funziona così.
Il principio è molto giusto, è segno di civiltà ,ma, ahimè, considerato come vanno le cose in Italia, questa cosa puo' ritorcercisi contro, e parecchio pure