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Terra di campo vs terricci pronti: come rimediare?

Gaiardo

Giardinauta
Torno su un argomento a me caro. Questi benedetti terricci pronti, in particolare il 5 stelle, sono un vero "bidone" per quelle piante che tendono a sviluppare in maniera notevole l'apparato radicale.

Il risultato è che alcuni vasi (rincospermum e caprifoglio) hanno una zolla che è diventata un "cuscino" di radici.

Un disastro perché è sempre asciutta.

Dovrei provare a rinvasare le piante, utilizzando terra di campo al posto di questi terricci che altro non sono che un'accozzaglia di legnetti, scarti e torba.

Ma ormai sono "partite" e qusai in fioritura. Voi che fareste?
 

njnye

Florello Senior
Di sicuro se il terreno non trattiene più l'acqua in estate sarà un bel problema perché c'è il rischio che muoiano di sete. Quindi ti conviene porre rimedio appena puoi. Occhio solo alla terra di campo che scegli, perché spesso è pesantissima e diventa un blocco di cemento attorno alle radici. Meglio terra di bosco se riesci a trovarla.
 

lisyy

Esperta in identificazione delle piante
Partendo dal fatto che è vietato prelevare terra dal sottobosco, con la terra argillosa di campo o proveniente dal giardino e con le dovute correzioni, si possono creare dei substrati efficienti ed efficaci per la maggior parte delle nostre piante (le acidofile meritano un discorso a parte).
Miscelando "terra vera" locale (comprensiva dei suoi batteri e funghi! Niente sterilizzazioni!), terriccio universale o altro terriccio da sacco (considerati ammendanti), sabbia di fiume (ma anche altro materiale drenante in diverse dimensioni), derivato del compost, humus e concimi organici (stallatico maturo, cornunghia, sangue secco, ecc.) si ottiene un substrato di coltura che garantisce un buono scambio di aria, acqua e nutrimento alle radici.
Alcune piante più di altre, come le rose o il Trachelospermum jasminoides (falso gelsomino), hanno bisogno di "sentire stringere" le radici (così dicevano i nostri vecchi in campagna), cioè necessitano di terreno maggiormente pesante per riuscire bene.
Personalmente non ho mai avuto la necessità di utilizzare, per mancanza di materia prima (terra "vera"), i vari terricci, se non per preparare i letti di semina o in caso di trapianto di piantine piccole con apparato radicale in formazione; la mia esperienza, perciò, risulta limitata, ma, leggendo quanto scritto sulle confezioni dei terricci in sacco su ciò che riguarda la loro composizione, mi sono fatta l'idea che non possono andar bene come sostitutivo, praticamente sono esclusivamente torba. E come dico io: " non di sola torba vivono le piante!" (Un tantino megalomane, vero? chiedo scusa.)
Le testimonianze, invece, di utenti che chiedono aiuto per il loro verde coltivato in questo modo sono per me motivo di conferma.
Il discorso sarebbe molto lungo e si può continuare a parlarne confrontando le nostre esperienze in merito, c'è chi dice che alcuni terricci specifici assolvono egregiamente il loro compito: chi ne ha esperienza, si faccia avanti!
Per quanto riguarda il quesito di Pimpy, io farei subito il trapianto in altro contenitore e altro substrato, anche in periodo sfavorevole, tanto anche lasciandole così andranno in sofferenza. In un "posto migliore" si riprenderebbero comunque, potrebbero, tutt'al più perdere parte della vegetazione aerea o la fioritura, ma la pianta sarebbe recuperata.
 

Gaiardo

Giardinauta
Per ora l'esperimento si è limitato alla rosa in vaso.
Armatomi di pala mi sono inoltrato nella campagna romana e trovato un campo, mi sono fermato a riempire un sacco. Nonostante sembrasse lavorata la terra era dura da rompere con la pala e compatta per le piogge.
Tornato a casa l'ho setacciata e mescolata con un buon terriccio già mescolato con torba in proporzione 50/50. Vi farò sapere come procede e poi mi armerò di pazienza per lavorare sul rincospermum.
 

lisyy

Esperta in identificazione delle piante
Come ho detto sopra, correggere un terreno argilloso è possibile, incorporandovi sostanza organica e terreno sabbioso o sabbia di fiume per ridurne la pesantezza e permettere ad aria ed acqua di circolare meglio. E' conveniente farlo, se si desidera affrancarsi dai terricci in sacco, soprattutto per le colture in vaso.
Anche se si possiede un giardino che presenta questo tipo di terreno, si possono utilizzare questi ed altri accorgimenti (pacciamatura, inerbimento, drenaggio, ecc.) per limitarne gli inconvenienti, oltre alla scelta di piante che più apprezzano questo suolo, ovviamente.
 

lisyy

Esperta in identificazione delle piante
Ovviamente, uno dei primi consigli che si usa dare nella lavorazione del terreno argilloso è quello di non muoverlo quando è bagnato, causa la compattazione. E ti pareva...
 

Gaiardo

Giardinauta
Vero, ma quando sono arrivato a casa l'ho steso sul pavimento e si è asciugato. Poi l'ho setacciato :)
 

giordi

Giardinauta Senior
Se posso aggiungere una nota a quanto già detto e ripetuto molte volte sul forum.
Sarebbe opportuno preparare la miscela dei vari componenti (come ha detto lisyy) almeno un anno prima, meglio due anni.
Capisco che è dura aspettare e quasi sempre si ha bisogno immediatamente di una buona terra ma è l'unico modo per ottenere una terra veramente completa.
In questo modo si possono anche controllare le erbe infestanti o indesiderate che nel frattempo nasceranno dai semi presenti nella terra di campo o giardino e i vari componenti soprattutto lo stallatico e le torbe dei terricci potranno decomporsi e formare una tessitura omogenea.
Riassumiamo quali sono gli elementi base da miscelare?
Terra di campo/giardino 40/50% - la restante percentuale sarà una miscela di:
- terricci o ammendanti torbosi - sabbia di fiume grossolana- pomici di piccola pezzatura - compost proveniente da decomposizione di foglie, sfalci d'erba e scarti di cucina, potature legnose o segatura, carta non stampata o trattata -
Stallatico, meglio se sfarinato che è già ben decomposto - cenere di legna in piccole dosi
Questi sono quelli fondamentali a cui volendo bisognerebbe anche aggiungere polveri di roccia che sono effettivamente un po difficili da reperire e volendo anche Leonardite sempre in piccole percentuali utili per migliorare l'apporto di minerali che riducono il bisogno di ricorrere a concimi chimici.
 

Ennio Di Prinzio

Giardinauta
dalle mie parti la terra di campo è spesso argillosa e povera di sostanza organica,ma credo che aggiungendovi ammendanti vari in commercio,e sabbia di quarzo (quella che si usa per fugare le betonelle,reperibile presso le rivendite di materiali edili)credo si possa ottenere un buon terrccio a reazione neutra (argilla + sabbia silicea + materia organica);l'aggiunta di concimi organo-minerali a lenta cessione le darebbe anche la giusta forza.
Io personalmente,non uso terricciati da anni,ma rigenero la terra dei miei vasi,compostando gli scarti verdi di casa,ed aggiungendo,di rado concimi liquidi o granulari in commercio.Del resto i miei vasi sono grandi e poco gestibili (ormai i rinvasi dei miei alberi in vaso sono tecnicamente impossibili).
 

giordi

Giardinauta Senior
Per un po ho aggiunto uno strato di nuovo terriccio,creatosi con la pacciamatura annuale,creando un piccolo rilievo;ormai non è più possibile nemmeno questa pratica per cui,lascio le piante al loro destino.

Ma no Ennio, puoi rinnovare la terra del vaso senza tirar fuori tutto l'alberello, tagliando il pane di terra circa 3/4 o più centimetri tutto intorno con un bel coltellone affilato. Asporta il pane tagliato come puoi, con una zappetta/ forchettone o altro e aggiungi la terra nuova. Questo lavoro è da fare alla fine dell'inverno e per ridurre lo stress si fa anche una leggera potatura, che non fa mai male. Vedrai che si stimolerà la produzione di radici e rami nuovi.
Io in genere lo faccio ogni tre anni
 
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Ennio Di Prinzio

Giardinauta
Ma no Ennio, puoi rinnovare la terra del vaso senza tirar fuori tutto l'alberello, tagliando il pane di terra circa 3/4 o più centimetri tutto intorno con un bel coltellone affilato. Asporta il pane tagliato come puoi, con una zappetta/ forchettone o altro e aggiungi la terra nuova. Questo lavoro è da fare alla fine dell'inverno e per ridurre lo stress si fa anche una leggera potatura, che non fa mai male. Vedrai che si stimolerà la produzione di radici e rami nuovi.
Io in genere lo faccio ogni tre anni

conosco la pratica,ma ormai i vasi sono troppo pesanti da spostare o coricare da solo(diametro 70-80 cm con piante alte anche 3 metri);dovrei farmi aiutare da almeno altre due persone.La cosa che voglio evitare è una ulteriore crescita dei rami,per cui al risveglio vegetativo annaffio il meno possibile.
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