• Vi invitiamo a ridimensionare le foto alla larghezza massima di 800 x 600 pixel da Regolamento PRIMA di caricarle sul forum, visto che adesso c'è anche la possibilità di caricare le miniature nel caso qualcuno non fosse capace di ridimensionarle; siete ufficialmente avvisati che NEL CASO VENGANO CARICATE IMMAGINI DI DIMENSIONI SUPERIORI AGLI 800 PIXEL LE DISCUSSIONI VERRANNO CHIUSE. Grazie per l'attenzione.

"registrazioni" dei fitofarmaci

Marco.C

Aspirante Giardinauta
Ciao,
qualcuno è in grado di chiarirmi le idee in fatto di "registrazioni" (per una determinata coltura) di un fitofarmaco? Cosa significa esattamente?
La confusione nasce dal fatto che certi prodotti, magari di diverse marche, pur avendo i medesimi principi attivi sono "registrati" per colure diverse. E spesso si leggono consigli che contrastano con le etichette degli stessi fitofarmaci.
Faccio un esempio: il "Proclaim Combi" della bayer (bitertanolo e dodina) è attivo contro monilia; però, sull' etichetta, non è indicato l'utilizzo sui ciliegi (per le drupacee il prodotto è registrato solo per peschi, nettarine, percoche e albicocchi).
Altrove, invece, ad esempio sui disciplinari regionali, viene consigliato di combattere la monilia sui ciliegi anche con dodina/bitertanolo.
Immagino quindi che sull' etichetta del Proclaim Combi non vi sia riportato il ciliegio NON perchè il prodotto sia fitotossico per questa specie, ma evidentemente per altre ragioni che mi sfuggono.
 

agrix

Aspirante Giardinauta
Ciao,
qualcuno è in grado di chiarirmi le idee in fatto di "registrazioni" (per una determinata coltura) di un fitofarmaco? Cosa significa esattamente?
La confusione nasce dal fatto che certi prodotti, magari di diverse marche, pur avendo i medesimi principi attivi sono "registrati" per colure diverse. E spesso si leggono consigli che contrastano con le etichette degli stessi fitofarmaci.
Faccio un esempio: il "Proclaim Combi" della bayer (bitertanolo e dodina) è attivo contro monilia; però, sull' etichetta, non è indicato l'utilizzo sui ciliegi (per le drupacee il prodotto è registrato solo per peschi, nettarine, percoche e albicocchi).
Altrove, invece, ad esempio sui disciplinari regionali, viene consigliato di combattere la monilia sui ciliegi anche con dodina/bitertanolo.
Immagino quindi che sull' etichetta del Proclaim Combi non vi sia riportato il ciliegio NON perchè il prodotto sia fitotossico per questa specie, ma evidentemente per altre ragioni che mi sfuggono.


credo sia solo dovuto ad un problema economico...per registrare un prodotto si spende tot soldi in ricerca e in relative autorizzazioni....e tante volte su certe culture non conviene.......
lo sò è paradossale...ma tutto il mondo dei fitofarmaci e dalla loro classificazione è assurdo
ciau
 

Marco.C

Aspirante Giardinauta
credo sia solo dovuto ad un problema economico...per registrare un prodotto si spende tot soldi in ricerca e in relative autorizzazioni....e tante volte su certe culture non conviene.......
lo sò è paradossale...ma tutto il mondo dei fitofarmaci e dalla loro classificazione è assurdo
ciau

sì ma in sostanza cosa significa "registrare un fitofarmaco per una determinata coltura"?
Io so che la dodina e il bitertanolo possono essere usati su susini e ciliegi, se però mi compro il Proclaim Combi, non trovandoli in etichetta, posso essere tentato ad acquistare un altro prodotto ancora....
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
La legislazione relativa ai Prodotti Fitosanitari è assai complessa, e si svolge su un primo livello Comunitario, e su un secondo relativo alle singole Nazioni. Attualmente si sta proponendo un nuovo Regolamento Comunitario tendente a "semplificare" le procedure e "uniformare" taluni aspetti quali i residui ammessi sui prodotti al consumo nei vari Stati, aspetti che provocano problemi seri nella circolazione delle merci e talvolta vengono surretiziamente usati come improprie barriere doganali; questo nuovo Regolamento dovrebbe andare in vigore nel 2008 data per quale si prevede di concludere la revisione dei fitofarmaci (molti degli attuali di comune uso sono destinati a scomparire).
La legge italiana recepisce le direttive comunitarie e fissa le procedure per la registrazione e l'immissione in commercio dei prodotti fitosanitari, che consistono in una prima Registrazione al Ministero della sanità ed eventuali successive variazioni tecniche o estensioni.
Prendiamo ad es. il prodotto ORTIVA, marchio Syngenta, che ho consigliato in un precedente post: esso porta in etichetta il n° e la data di registrazione al M. sanità, ottenuta previa iscrizione nell'Allegato I della Direttiva di riferimento CEE e presentazione di apposita domanda corredata da fascicoli conformi agli Allegati ecc. ecc. del DPR ecc.; orbene, per questo prodotto a livello comunitario è stata richiesta una proroga oltre la data di scadenza che è il 01/07/2008, mentre in Italia mi risulterebbero autorizzate due estensioni di impiego, la prima con D.M. 23/05/05 relativa alla lattuga, sedano, pisello, fagiolo e fagiolino, la seconda recentissima (mi arrivata una info commerciale in tal senso tramite e-mail) relativa a cavolo, cavolini e simili. I Decreti tengono conto della documentazione tecnico-scientifica esibita dal produttore e della valutazione di appositi comitati/commissioni, sono firmati da Direttore generale e pubblicati in G.U..
In un convegno su agrofarmaci e frutticoltura ha cui ho assistito di recente e di cui avevo riferito in altro post, ho appreso che l'iter per lo sviluppo e la registrazione di una nuova molecola richiede mediamente 12 anni e ca 300 milioni di euro fra investimenti, ricerca, prove di campo, spese burocratiche. Il tutto poi va a incrocirasi con le strategie commerciale del produttore: ovviamente non c'è interesse ad es. a registrare in Germania un fitofarmaco su agrumi, mentre per questo Paese ne viene richiesta autorizzazione, che so, su cereali; per il settore che ci interessa, il giardinaggio, si tende ad es. a stabilire alleanze tra azienda detentrice del brevetto e altre (come giusto nel caso di ORTIVA) più specializzate nei prodotti gardening e consumer, le quali provvedono ai costi e procedure per la registrazione del prodotto per i nuovi impieghi (il p.a viene confezionato solitamente in taglie più piccole, a volte anche con nomi e formulazioni diverse come nel caso, visto da poco, dell'imidacloprid); o ancora accordi tra grossi gruppi per prodotti di punta, come è accaduto per lo spinosad tra Dow e Bayer, le quali commercializzano tale insetticida con nomi diversi.
Ciao
 
Ultima modifica:

Marco.C

Aspirante Giardinauta
Ciao Alessandro, grazie ancora una volta per la risposta.
Il mio discorso era in realtà molto semplice, anzi ho trovato proprio ora un esempio appropriato, i prodotti a base di B. thuringiensis della società Intrachem.
Parlo in particolare del Rapax e del Wormox.
Entrambi ceppo Kurstaki EG 2348, entrambi Xi, entrambi 3 giorni di carenza, entrambi in liquido emulsionabile, entrambi in confezioni da 1 litro, più o meno le stesse dosi di impiego (da etichetta).
Poi, veniamo alle differenze: il Rapax ha 7.5 g di tossine attive e una potenza di 24000 UI T.ni/mg di formulato, il Wormox ha 4.5 g di tossine attive e una potenza di 16000 UI T.ni/mg di formulato.
Ammettendo anche di non sapere il significato di questi dati, si nota sostanzialmente una proporzione (il Rapax, si potrebbe dire, è "1.5 volte più potente", o semplicemente "concentrato", del Wormox).

Ecco però le diverse registrazioni (mi limito alle drupacee e pomacee):

Rapax (24000 UI T.ni/mg): per albicocco, pesco&co., susino, ciliegio, contro Anarsia, Grapholita,Chaematobia. Per melo, pero, cotogno contro Archips, Pandemis, Capua, Cydia spp., Eulia

Wormox (16000 UI T.ni/mg): per le stesse drupacee di cui sopra contro Tignola orientale (cioè Cydia molesta), Cydia del susino (cioè la C. funebrana), Anarsia, Cheimatobia; per le pomacee: Tortricidi, Orgia, Piralide del mais, Euzofera.

Ecco, io mi chiedo: il Rapax non è registrato per combattere la C. molesta sul pesco quando, al contrario, un prodotto con una percentuale inferiore di principio attivo lo è.
In definitiva, se compro il Rapax e lo uso contro le larve di cydia sul pesco, cosa devo aspettarmi, che non faccai effetto? :))))))))
Io non credo proprio....

Ora, io immagino che la intrachem sia composta non solo da biologi e chimici ma anche da responsabili di marketing: anche in base al tuo post, qualcosa mi dice che queste etichette sono state scritte per segmentare il mercato, per suddividere il target o per evitare che i due prodotti si facciano concorrenza fra di loro.
E' chiaro poi che all' atto pratico un rappresentante, probabilmente, non proporrà mai entrambi i prodotti al medesimo rivenditore...
Però poi penso a chi si reca in negozio e si mette completamente nelle mani del rivenditore, o magari del "commesso" di parlavo altrove: se non trova la cydia in etichetta che fa, gli propone direttamente un altro prodotto? ;) gliene fa comprare due diversi? e cose di questo tipo....
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Dunque io ho l'opuscoletto della Intrachem datato gennaio 2006: a base di B.T. ci sono tre prodotti, ma di ceppi diversi EG2371 (Lepinox), EG 2348 (Rapax), EG 2424 (Jack Pot BCF). Il primo tuttavia non c'è più, ed è entrato con registrazione del 17/01/07 il Lepinox plus al 15% tuttavia a base di B.T. EG 2348, polvere, autorizzato per la tignola orientale (dosaggi medi 1kg/ha). Altra new-entry il Wormox (11/12/06), sempre B.T. EG 2348, ma liquido al 4,5% (dosaggi medi 1,5 kg/ha), indicato nella presentazione della ditta come prodotto in formulazione particolarmente adatta per impiego forestale (cosa voglia dire in termini tecnico-chimico-biologico e di coadiuvanti non saprei) ma autorizzato anche per molti altri impieghi compresa la tignola del pesco. Effettivamente il Rapax, liquido al 7,5%, non prevede in etichetta l'impiego con il lepidottero in questione, bisogna però tener conto che si tratta di un prodotto registrato nel 1999.
Tra l'altro la Intrachem Bio Italia è solo un'azienda distributrice, che fa parte di un gruppo europeo con sede a Ginevra, dunque immagino provveda al confezionamento ed eventuale registrazione per l'Italia di preparati sviluppati da altre società con le quali stabilisce accordi commerciali. Son sicuro che almeno in parte i prodotti a base di organismi utili siano della belga Biobest NV (la quale produce anche un B.T. var. kustaki commercializzato al 5,5% in polvere col nome di Scutello 2x, ma non so il ceppo: ho solo trovato siti francese di vendita on-line di tale bioinsetticida a prezzi vicini a € 30,00 + TVA per barattoli da 500 gr).
In conclusione a me sembra che il discorso sia più articolato, ossia non comprenda solo logiche di segmentazioni di mercato, ma anche ad es. accordi con case che detengono i brevetti, scadenze e costi per rinnovi delle autorizzazioni ovvero per nuove registrazioni ed estensioni di impiego.
Ciao
 
Ultima modifica:

agrix

Aspirante Giardinauta
In conclusione a me sembra che il discorso sia più articolato, ossia non comprenda solo logiche di segmentazioni di mercato, ma anche ad es. accordi con case che detengono i brevetti, scadenze e costi per rinnovi delle autorizzazioni ovvero per nuove registrazioni ed estensioni di impiego.
Ciao[/QUOTE]


e si....ha ragione Alessandro....le differenze stanno tutte li.....
tutto il mondo dei fitofarmaci gira attorno al commerciale........
la tossicità o l'efficacia passano in secondo piano........
il discorso del commesso è molto interessante..........in teoria ai privati lui dovrebbe vendere solo dei ppo...che costano un botto........quello dovrebbe fare il bravo commesso......
il cattivo commesso (io) invece con le dovute precauzioni e spiegazioni..consiglia il prodotto che a parità di p.a. costa meno:burningma :martello2 :martello2
 
Alto