G
Giulio
Guest
Phalaenopsis
Allora, piccolo riepilogo di biologia e coltivazione.
Iniziamo con il dire che gli ibridi di Phalaenopsis derivano da una moltitudine di specie, che hanno caratteristiche anche assai diverse, alcune fanno numerosi piccoli fiori, altre ne fanno pochi ma grandi, alcune aprono tutti i fiori praticamente in contemporanea, altre invece ne aprono uno alla volta in lenta, lunga, successione tanto che lo stesso stelo rimane in fiore per tantissimi mesi. Alcune fanno steli ramificati, altre no. Insomma gli ibridi moderni, soprattutto quelli più colorati sono un grande miscuglio di tutte queste caratteristiche e praticamente non è possibile sapere a priori quale sarà quella predominante della 'nostra' pianta. Quindi gli steli potranno ramificarsi oppure no, aprire i fiori i più o meno lenta successione, fare nuovi fiori da steli già sfioriti ecc ecc. Alcune possono avere anche la curiosa caratteristica di fare nuove *piante* (si, proprio nuove piante) dagli steli fiorali. Per questo, se non si taglia lo stelo ancora verde, può succedere che la pianta rifiorisca in tempi molto brevi o addirittura che 'partorisca' una figlioletta. Gli steli non nascono in periodi fissi ne in numero fisso, anche se a volte sembrano avere una certa 'regolarità' di comportamento. Se una pianta è tenuta in condizioni ideali, può emettere uno stelo in qualsiasi momento dell'anno, anche se ne ha già altri in fiore. Oppure può passare molto tempo prima che faccia un nuovo stelo. Dipende dalle caratteristiche genetiche, dalla 'bontà' della coltivazione, dagli 'sfizi' propri della pianta. Solitamente le Phalaenopsis portano circa 4-6 foglie su un corto fusto e ne fanno una o due all'anno (e quindi ne perdono mediamente una o due all'anno . Capita a volte, non troppo spesso a dir la verità, che facciano delle nuove piante alla base del fusto. Quando saranno sufficientemente sviluppate e con radici proprie, potranno essere staccate e rinvasate a parte.
Temperatura: anche se riescono a 'sopportare' temperature sui 10° per qualche tempo, è bene che non si espongano a questi freddi se non per brevi periodi. Infatti le Phalaenopsis 'sopportano' i 10° per qualche ora, ma di certo non li gradiscono, meglio, molto meglio rimanere almeno sui 15-16°. Temperature inferiori ai 10° anche per periodi limitati, possono sicuramente danneggiare la pianta. Qualche ora a 5° per esempio porterà a danni ben visibili, mentre se scendiamo a 0° per lo stesso periodo il rischio di morte è altissimo.
Attenzione alle piante vicino alle finestre, in inverno. Se vogliamo dare aria alla stanza, ricordiamo assolutamente di spostare la pianta, pena la perdita quasi sicura di fiori e bocci ed almeno un qualche malessere della pianta intera.
Illuminazione: Le phalaenopsis sono tra le orchidee meno esigenti in fatto di luce. Purtroppo ciò non vuol dire che amino particolarmente luoghi bui, anzi, tutt'altro. Di solito le orchidee amano ricevere tantissima luce, con almeno qualche ora giornaliera di sole diretto. Almeno in questo le phalaenopsis fanno eccezione, anzi il sole diretto delle ore più calde può provocare ustioni sulle foglie. Tuttavia crescono e fioriscono meglio in condizioni di luce brillante, davanti ad una finestra posta ad est, ad esempio.
Annaffiature: Anche se vengono solitamente additate come quelle più 'bisognose' di acqua, non sfuggono alla regola generale delle orchidee. Prima di annaffiare, aspetta che il composto sia asciutto. O almeno quasi asciutto. E se proprio non si può fare a meno di dargli troppe attenzioni, allora è meglio rinvasare subito la pianta e metterla in un vaso con corteccia a pezzi molto grossi, tra 1 e 5 cm. Per le annaffiature sarebbe ideale usare un'acqua molto pura, come acqua distillata, piovana (beh, la purezza di quest'ultima dipende dallo smog) o da osmosi inversa (un processo per cui si ottiene un acqua purissima, solitamente si trova nei negozi di acquari).
Concimazioni: blande, mai esagerare. Meglio fertilizzare ad ogni innaffiatura ma con dosi diluitissime che troppo tutto insieme. Un concime bilanciato per orchidee, nella misura di 1gr per 10 litri d'acqua può essere usato ad ogni annaffiatura. Oppure 1 gr sciolto in un litro d'acqua ogni 15-20 giorni. 1 grammo di concime in polvere corrisponde a circa mezzo cucchiaino da caffè. Se sono presenti dosatori ed istruzioni usare la metà della dose indicata (basta raddoppiare la quantità d'acqua), così ritorniamo più o meno al solito grammo/litro. Se poi le etichette, per puro caso riportasse che la dose indicata è appunto un grammo per litro, usare ugualmente metà dose. Così andiamo sul sicuro.
Rinvasi: In condizioni ideali le phalaenopsis andrebbero comunque rinvasate ogni due-tre anni. Purtroppo molti sono i fattori che entrano in gioco e in certi casi può essere opportuno rinvasare anche ogni anno. In ogni caso rinvasare non appena la pianta da segno che non stà bene. Al 90% ci sono problemi alle radici. Preparare della corteccia di pino in pezzi di 1-2 cm, e bagnarla per qualche ora. Togliere la pianta dal vaso (è meglio se il giorno prima è stata innaffiata) e cercare di togliere tutti i vecchi pezzi di corteccia. Tagliare via tutte le radici malate e lasciare solo parti sane. Rimettere in vaso nuovo (o almeno ben lavato, meglio se sterilizzato con candeggina) con il composto nuovo. Non annaffiare per 15-20 giorni, per dare tempo alle radici di cicatrizzare le inevitabili ferite, magari dare qualche leggera spruzzata alle foglie. I periodi migliori per il rinvaso sono la primavera (marzo-maggio) e l'autunno (settembre-ottobre). Se fosse possibile, è ottima la carbonella da mischiare alla corteccia di pino nel composto.
Giulio
Allora, piccolo riepilogo di biologia e coltivazione.
Iniziamo con il dire che gli ibridi di Phalaenopsis derivano da una moltitudine di specie, che hanno caratteristiche anche assai diverse, alcune fanno numerosi piccoli fiori, altre ne fanno pochi ma grandi, alcune aprono tutti i fiori praticamente in contemporanea, altre invece ne aprono uno alla volta in lenta, lunga, successione tanto che lo stesso stelo rimane in fiore per tantissimi mesi. Alcune fanno steli ramificati, altre no. Insomma gli ibridi moderni, soprattutto quelli più colorati sono un grande miscuglio di tutte queste caratteristiche e praticamente non è possibile sapere a priori quale sarà quella predominante della 'nostra' pianta. Quindi gli steli potranno ramificarsi oppure no, aprire i fiori i più o meno lenta successione, fare nuovi fiori da steli già sfioriti ecc ecc. Alcune possono avere anche la curiosa caratteristica di fare nuove *piante* (si, proprio nuove piante) dagli steli fiorali. Per questo, se non si taglia lo stelo ancora verde, può succedere che la pianta rifiorisca in tempi molto brevi o addirittura che 'partorisca' una figlioletta. Gli steli non nascono in periodi fissi ne in numero fisso, anche se a volte sembrano avere una certa 'regolarità' di comportamento. Se una pianta è tenuta in condizioni ideali, può emettere uno stelo in qualsiasi momento dell'anno, anche se ne ha già altri in fiore. Oppure può passare molto tempo prima che faccia un nuovo stelo. Dipende dalle caratteristiche genetiche, dalla 'bontà' della coltivazione, dagli 'sfizi' propri della pianta. Solitamente le Phalaenopsis portano circa 4-6 foglie su un corto fusto e ne fanno una o due all'anno (e quindi ne perdono mediamente una o due all'anno . Capita a volte, non troppo spesso a dir la verità, che facciano delle nuove piante alla base del fusto. Quando saranno sufficientemente sviluppate e con radici proprie, potranno essere staccate e rinvasate a parte.
Temperatura: anche se riescono a 'sopportare' temperature sui 10° per qualche tempo, è bene che non si espongano a questi freddi se non per brevi periodi. Infatti le Phalaenopsis 'sopportano' i 10° per qualche ora, ma di certo non li gradiscono, meglio, molto meglio rimanere almeno sui 15-16°. Temperature inferiori ai 10° anche per periodi limitati, possono sicuramente danneggiare la pianta. Qualche ora a 5° per esempio porterà a danni ben visibili, mentre se scendiamo a 0° per lo stesso periodo il rischio di morte è altissimo.
Attenzione alle piante vicino alle finestre, in inverno. Se vogliamo dare aria alla stanza, ricordiamo assolutamente di spostare la pianta, pena la perdita quasi sicura di fiori e bocci ed almeno un qualche malessere della pianta intera.
Illuminazione: Le phalaenopsis sono tra le orchidee meno esigenti in fatto di luce. Purtroppo ciò non vuol dire che amino particolarmente luoghi bui, anzi, tutt'altro. Di solito le orchidee amano ricevere tantissima luce, con almeno qualche ora giornaliera di sole diretto. Almeno in questo le phalaenopsis fanno eccezione, anzi il sole diretto delle ore più calde può provocare ustioni sulle foglie. Tuttavia crescono e fioriscono meglio in condizioni di luce brillante, davanti ad una finestra posta ad est, ad esempio.
Annaffiature: Anche se vengono solitamente additate come quelle più 'bisognose' di acqua, non sfuggono alla regola generale delle orchidee. Prima di annaffiare, aspetta che il composto sia asciutto. O almeno quasi asciutto. E se proprio non si può fare a meno di dargli troppe attenzioni, allora è meglio rinvasare subito la pianta e metterla in un vaso con corteccia a pezzi molto grossi, tra 1 e 5 cm. Per le annaffiature sarebbe ideale usare un'acqua molto pura, come acqua distillata, piovana (beh, la purezza di quest'ultima dipende dallo smog) o da osmosi inversa (un processo per cui si ottiene un acqua purissima, solitamente si trova nei negozi di acquari).
Concimazioni: blande, mai esagerare. Meglio fertilizzare ad ogni innaffiatura ma con dosi diluitissime che troppo tutto insieme. Un concime bilanciato per orchidee, nella misura di 1gr per 10 litri d'acqua può essere usato ad ogni annaffiatura. Oppure 1 gr sciolto in un litro d'acqua ogni 15-20 giorni. 1 grammo di concime in polvere corrisponde a circa mezzo cucchiaino da caffè. Se sono presenti dosatori ed istruzioni usare la metà della dose indicata (basta raddoppiare la quantità d'acqua), così ritorniamo più o meno al solito grammo/litro. Se poi le etichette, per puro caso riportasse che la dose indicata è appunto un grammo per litro, usare ugualmente metà dose. Così andiamo sul sicuro.
Rinvasi: In condizioni ideali le phalaenopsis andrebbero comunque rinvasate ogni due-tre anni. Purtroppo molti sono i fattori che entrano in gioco e in certi casi può essere opportuno rinvasare anche ogni anno. In ogni caso rinvasare non appena la pianta da segno che non stà bene. Al 90% ci sono problemi alle radici. Preparare della corteccia di pino in pezzi di 1-2 cm, e bagnarla per qualche ora. Togliere la pianta dal vaso (è meglio se il giorno prima è stata innaffiata) e cercare di togliere tutti i vecchi pezzi di corteccia. Tagliare via tutte le radici malate e lasciare solo parti sane. Rimettere in vaso nuovo (o almeno ben lavato, meglio se sterilizzato con candeggina) con il composto nuovo. Non annaffiare per 15-20 giorni, per dare tempo alle radici di cicatrizzare le inevitabili ferite, magari dare qualche leggera spruzzata alle foglie. I periodi migliori per il rinvaso sono la primavera (marzo-maggio) e l'autunno (settembre-ottobre). Se fosse possibile, è ottima la carbonella da mischiare alla corteccia di pino nel composto.
Giulio
Ultima modifica di un moderatore: