Ciao Emy,
non è secondo la mia esperienza che posso risponderti, avendone pochissima, ma sulla base di una rudimentale conoscenza della fisiologia delle piante acquisita da letture e qualche conversazione con amici botanici ed agronomi. Da queste fonti mi risulta che il movimento della linfa (anzi delle, essendo due, differenti per funzione, composizione, vie e direzione di scorrimento) ed in particolare i fattori da cui dipende sono ben noti, calcolati e calcolabili e tutti assolutamente 'terrestri'. L'eccesso di 'pianto' lamentato da "porro" è dovuto dall'essere intervenuti in un momento sbagliato. Il corniolo, se non erro è una pianta a foglia caduca; dopo la caduta delle foglie il principale motore che muove la linfa (la traspirazione attraverso le foglie) va in riposo, come pure il secondo, che sta nell'apparato radicale. Ed è in questo momento di stasi che una eventuale potatura avrebbe prodotto la minima fuoriuscita di linfa. Alla ripresa vegetativa queste due pompe non entrano in funzione contemporaneamente, la prima ad entrare in funzione è la pressione radicale che fa muovere la linfa ascendente per portare le sostanze nutritive (in particolare zuccheri) immagazzinate nella stagione precedente dalle radici verso le future gemme. Un taglio in questo periodo in cui è già in atto il movimento dovuto alla pressione radicale (collegata alle condizioni climatiche che si evolvono verso il periodo vegetativo), provoca una notevole fuoriuscita della linfa, con perdita di sostanze nutritive. Ciò per l'assenza delle foglie e della traspirazione che avrebbero provocato un (scusate il termine poco tecnico) 'risucchio' della linfa verso di esse con conseguente limitazione della fuoriuscita dal taglio. In sintesi la potatura andava fatta dopo che la pianta era andata completamente in riposo e prima di essersi avvicinati climaticamente alla primavera, dato che la pressione radicale inizia a muovere la linfa molto prima che appaiano sulla pianta segni evidenti di attività vegetativa (come ad es. il rigonfiamento delle gemme). Questo momento varia notevolmente con l'andamento climatico stagionale, la specie, l'altitudine, l'esposizione e la latitudine, mentre è evidente che le fasi lunari sono le stesse al monte o al piano, a Trento come a Palermo.
Saluti
Pietro Puccio