In basso ci sono circa 1000 lux. Considera che l' Aerangis hyaloides ne riceve circa 1200 e ha fiorito . La luce che arriva dalla finestra è praticamente irrilevante si e no 200 lux. Sulla questione luce potremmo dissertare all'infinito e non ho le competenze per supportare le mie osservazioni. Tanto per cominciare non dovremo parlare di lux ma di mol/s, insomma cose complicatissime che lascio agli esperti.
Io ho osservato che rispetto al quantitativo di luce suggerito in qualsiasi testo nel mio caso ne basta un 10%.
Anche la questione delle esigenze diversificate per specie mi è un po' caduto dopo che ho visitato un serra di un amatore che da trent'anni coltiva piante che vanno dalle vandacee alle phalaenopsis ... tutte con la stessa intensità di luce e tutte fioriscono.
Nel mio orchidario con 2500 lux sono fiorite la cattleya e le brassavola.
L'attuale lay out ha circa un anno e mezzo. Sono passato ai cestelli perchè le zattere morivano tutte. Inizialmente non ho avuto successo, continuavano a morire. Poi si è bruciata una lampada, non l'ho sostituita, le piante sembravano stare meglio. Ho capito che davo troppa luce e le piante erano stressate, quindi ho tolto altre due lampade.
Quando ho installato la "doccia" che come giustamente dici, assomiglia più ad una cascata, ho dovuto fare un bel po' di prove. In quella occasione ho bagnato i basket come non avrei mai fatto... risultato, le piante sono rinate. Quindi adesso, a dispetto della prima regola per non far marcire le radici il bark è quasi sempre umido. le specie che apprezzano fanno le radici dentro, quelle che non apprezzano sviluppano l'apparato radicale fuori facendo diventare il basket un sorta di zattera. le brassavola, per esempio stanno ricoprendo di radici tutto l'esterno dei basket.
C'è un' ultima regola aurea che ho trasgredito con successo. Fino ad un anno fa quando mi arrivava una pianta nuova, previa una bella pulizia delle radici morte e di eventuali residui di sfagno etc., le rinvasavo. Nella quasi totalità dei casi le radici vecchie morivano. Nel migliore dei casi ne rispuntavano di nuove ma più spesso la pianta moriva.
Ora che faccio. Arriva la pianta, la tolgo dal vaso , la metto come sta nel basket, riempio gli spazi vuoti con un misto grossolano di pomice e bark. Le piante sembrano soffrire meno il passaggio da un ambiente ad un altro e si adattano con meno difficoltà.. comunque non muoiono più.
Concludo dicendo che tutto ciò che ho scritto non vuole minimamente essere un rivoluzionario trattato sulla gestione delle orchidee in ambiente controllato, ma solo le considerazioni di un inesperto amatore che ha osservato cosa è meglio per loro nel suo caso molto molto specifico. Sconsiglio chiunque a seguire le mie dissacratorie regole. Ogni caso è diverso e va gestito diversamente. L'unica cosa che mi sento di dire è che è molto stimolante informarsi e scambiare informazioni sulla gestione dei terrari e della coltivazione in genere, ma non esistono regole che valgono per tutti. Ognuno deve trovare le proprie. grazie