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Non aspirare al successo è una colpa?

A

ambapa

Guest
Prendo spunto da alcune riflessioni fatte sul ruolo delle donne in altro post, per chiedervi e chiedermi: noi donne dobbiamo davvero sentirci in colpa per non essere abbastanza aggressive, determinate, completamente dedite alla carriera? Elleboro diceva giustamente che non crede ai complotti contro le donne. Neanch'io e per di più sono sempre stata contraria alle "quote" in qualsiasi campo. Non credo che le donne siano, per assunto, migliori degli uomini però è vero che siamo molto condizionate culturalmente. Le donne sono spesso rinunciatarie nell'inseguire la piena realizzazione di sè nel mondo del lavoro, nella politica, ecc. ma è una colpa?
 

rossl

Giardinauta Senior
uffa, proprio adesso che sto per partire (torno fra 10 gg.) mi tiri fuori degli argomenti così? come farò a starne fuori?
Questo forum è la mia rovina....
 

daria

Master Florello
Nella tua frase conclusiva, in particolare nella scelta del termine "rinunciatarie"sta l'inghippo, secondo me.
Sulle rinunce ci sarebbe molto da dire, ad esempio non lo vedo sempre come una strada obbligata in quanto donna, adesso mi sento di dire che una donna può decidere di dedicare in egual misura o in misura prevalente, il suo tempo alla conduzione della famiglia, senza che questo risulti sminuente nei confronti di un'altra scelta come la carriera, e purchè non se ne lamenti.Non credo ai complotti, date per scontate certe regole è sempre l'individuo che cerca costruisce e lavora per la sua affermazione...for me-A volte il "modello" maschile di squalo mica merita emulazione la donna che più mi preoccupa è quella che tenta una similitudine forzata con...l'altra metà del cielo...sempre for me-
 
Ultima modifica:

rossl

Giardinauta Senior
grazie cara Aseret!

(per Daria: marameo, non torno prima, mi voglio divertire ancora un po'!!!!)

Però potreste tenete 'in caldo' questa discussione per quando rientro.....
 
A

ambapa

Guest
grazie cara Aseret!

(per Daria: marameo, non torno prima, mi voglio divertire ancora un po'!!!!)

Però potreste tenete 'in caldo' questa discussione per quando rientro.....
Tranquilla rossl..logorroiche come siamo rischi di ritrovarti un bel pò di pagine da leggere al tuo ritorno e discussioni ancora fresche fresche...ciao e divertiti anche per noi.:Saluto:
 
A

amaterasu

Guest
al di là del fatto che io stessa mi ritenga una donna squalo perchè giovane e (credo)di conseguenza con tanta voglia di fare e arrivare, io penso che i successi siano personali perchè ognuno di noi è un individuo che in un modo o nell'altro può giungere ad un certo traguardo oppure mancarlo (tipo scelte personali, capacità, necessità, habitat), motivo per cui nn credo che gli uomini o le donne siano uno meglio dell'altro, ma che un individuo possa riuscire in qualcosa meglio di un altro (esiste anche il fattore sedere o raccomandazione purtroppo).
quindi nn solo nn aspirare al successo nn è una colpa, ma se è la propria coscienziosa scelta va sostenuta sino in fondo.
poi se si intende preferire la famiglia alla carriera io nn la trovo affatto una colpa ma di questi periodi una scelta coraggiosa e nobile.
 

celeste

Giardinauta Senior
Prendo spunto da alcune riflessioni fatte sul ruolo delle donne in altro post, per chiedervi e chiedermi: noi donne dobbiamo davvero sentirci in colpa per non essere abbastanza aggressive, determinate, completamente dedite alla carriera? Elleboro diceva giustamente che non crede ai complotti contro le donne. Neanch'io e per di più sono sempre stata contraria alle "quote" in qualsiasi campo. Non credo che le donne siano, per assunto, migliori degli uomini però è vero che siamo molto condizionate culturalmente. Le donne sono spesso rinunciatarie nell'inseguire la piena realizzazione di sè nel mondo del lavoro, nella politica, ecc. ma è una colpa?
Assolutamente nessuna colpa. Dopo secoli di "dover essere" tutti legati ai compiti familiari, non ci serve davvero accollarcene di nuovi. Chi vuol essere aggressiva, competitiva, ecc. lo sia. Chi non si ritrova in questa parte segua tranquilla la sua strada.
Ci sarebbe piuttosto da interrogarsi sull'equazione "piena realizzazione di sé nel mondo del lavoro " = "aggressive, determinate, completamente dedite alla carriera". Sarebbe il famoso "modello maschile" (che non è poi detto che vada bene a tutti gli uomini). Abbiamo "rinunciato" del tutto all'idea (alla lotta) per rovesciarlo? O almeno per farlo convivere con altri modelli, nei quali sia più possibile per le donne riconoscersi? Forse sì, e allora per tante non resta che "rinunciare", cercando una strada più propria, anche se meno "di successo".
A margine: sulle quote la pensavo anch'io come te, ma ci sto un po' ripensando.
 

milla04

Maestro Giardinauta
A volte il "modello" maschile di squalo mica merita emulazione la donna che più mi preoccupa è quella che tenta una similitudine forzata con...l'altra metà del cielo...sempre for me-
D'accordo con te, mitica: non vedo quale evoluzione possa esserci nell'appropriarsi di modelli maschili come l'istinto predatorio e la conquista del territorio (perdonate il paragone un pò "primitivo": è puramente scientifico, non denigratorio)...:hehe:
Penso che la donna debba o almeno possa raggiungere la propria realizzazione personale e professionale nel modo che le è più naturale, cioè con una maggiore empatia verso il prossimo, una maggiore predisposizione a riflettere sulle conseguenze di determinate decisioni o azioni e così via.
Poi, che la realizzazione passi attraverso un posto dirigenziale in azienda, la coltivazione di un campo di pomodori o l'educazione di un figlio non ha nessuna importanza: è fondamentale che abbia la possibilità di sviluppare le sue potenzialità e che tale percorso la faccia sentire bene con se stessa e con il mondo che la circonda.:rolleyes:
:flower:
 
A

ambapa

Guest
...adesso mi sento di dire che una donna può decidere di dedicare in egual misura o in misura prevalente, il suo tempo alla conduzione della famiglia, senza che questo risulti sminuente nei confronti di un'altra scelta come la carriera, e purchè non se ne lamenti...
Nella realtà dei fatti una donna che si dedica SOLO alla famiglia dipende dal marito per la sopravvivenza propria e dei figli, quindi la sua libertà risulta comunque limitata. E' uno scotto che si può accettare, non giudico le donne che fanno questa scelta in alcun modo meno valide delle altre, ma io non mi ci sentirei bene in una situazione così, per quanto sia grande il mio desiderio di dedicare più tempo alla famiglia.

...quindi nn solo nn aspirare al successo nn è una colpa, ma se è la propria coscienziosa scelta va sostenuta sino in fondo...poi se si intende preferire la famiglia alla carriera io nn la trovo affatto una colpa ma di questi periodi una scelta coraggiosa e nobile.
Tutte le scelte sono da rispettare, sono pienamente d'accordo. Inoltre si può anche tentare, a prezzo di non poche fatiche, di conciliare famiglia e lavoro, inteso come mezzo per vivere dignitosamente e conservare l'indipendenza economica. Più difficile invece la conciliazione con "la carriera", intesa come continua escalation e raggiungimento di prestigio, riconoscimento sociale, ecc. Inutile che ce la stiamo qui a menare, per ottenere tali scopi ci vuole determinazione ferrea, scaltrezza, abnegazione totale. E se una non ce l'ha? Se ci si accontenta, se si ritiene prioritario lasciare spazio al proprio mondo interiore, agli affetti, agli interessi che esulano dal lavoro, ci si deve per forza sentir dire che non sei abbastanza ambiziosa, che sei rinuciataria, che non ti sai vendere bene, che non ti va di lottare? Io me lo sento dire, da persone che mi vogliono bene, che pensano sia incapace di sfruttare a fondo le mie potenzialità. Certo mi ribello, rispondo che il successo come lo intendono loro non mi interessa, se per raggiungerlo devo sacrificare il mio modo di essere e di pensare, ma...il dubbio che abbiano ragione mi sfiora, eccome se mi sfiora.

...Penso che la donna debba o almeno possa raggiungere la propria realizzazione personale e professionale nel modo che le è più naturale, cioè con una maggiore empatia verso il prossimo, una maggiore predisposizione a riflettere sulle conseguenze di determinate decisioni o azioni e così via...

La penso anch'io così milla, ma purtroppo con questo sistema certi risultati NON si raggiungono, lo dico per esperienza diretta. Siamo abituate a dare la colpa al modello maschile imperante, ma le donne di successo, in genere, non fanno altro che adeguarsi, non mi sembra che portino niente di innovativo nel senso che dici tu.

....Sarebbe il famoso "modello maschile" (che non è poi detto che vada bene a tutti gli uomini). Abbiamo "rinunciato" del tutto all'idea (alla lotta) per rovesciarlo? O almeno per farlo convivere con altri modelli, nei quali sia più possibile per le donne riconoscersi? Forse sì...
A margine: sulle quote la pensavo anch'io come te, ma ci sto un po' ripensando.

Hai colto esattamente il nocciolo del problema cara celeste. Secondo me sì, ci abbiamo rinunciato. Non siamo state capaci finora di proporre, ma soprattutto di praticare un modello alternativo.
Per quanto riguarda le "quote", capisco che ci si stia ripensando, visti i risultati sempre deludenti delle presenze femminili.
Ma sai che noto io con amarezza? Che alla fine dei giochi le donne che sfruttano furbescamente le quote, spesso e volentieri, mi rappresentano ancora meno dei maschi e finisco pure per non votarle, guarda un pò! E ancora...la vogliamo finire di occuparci sempre e solo di "questioni femminili", "pari opportunità", assistenza, solidarietà, ecc. ecc. ecchedupalle!
Basta co' s'ta storia delledonne-perledonne-conledonne!
Voglio una donna ministro degli esteri, dell'economia, delle finanze, del lavoro...ma che sia brava, non che sia messa lì tanto per far vetrina!
 

daria

Master Florello
Mah! La prima considerazione che mi viene da fare, è che bisogna anzituto vedercisi come "squalo", cioè disposta dire a tirare fuori gli attributi e combattere ad armi pari...
L'altra è una domanda Amby,tu lesini qualcosa a chi si affida a te della tua competenza e professionalità?l resto non potrebbe essere considerato superfluo, per la buona pace di tutti, o è un tuo desiderio di affermazione, per così dire, irrisolto?
 
A

ambapa

Guest
..L'altra è una domanda Amby,tu lesini qualcosa a chi si affida a te della tua competenza e professionalità?l resto non potrebbe essere considerato superfluo, per la buona pace di tutti, o è un tuo desiderio di affermazione, per così dire, irrisolto?
Non lesino niente darietta. Cerco sempre di dare il massimo. La mia competenza è di solito riconosciuta...quello che lascia un pò a desiderare sono i tempi, la gente vuole tutto e subito, sempre. Arriva a studio e immantinente vuole tutto risolto...io 'sti ritmi non li reggo e spesso mi trovo in difficoltà.
Il mio desiderio di affermazione non è stato mai particolarmente accentuato, rifuggo da ogni tipo di competizione e questa è una delle ragioni per cui ho scelto il lavoro autonomo, pur dovendo confrontarmi con un'agguerrita concorrenza.
 
A

amaterasu

Guest
Tutte le scelte sono da rispettare, sono pienamente d'accordo. Inoltre si può anche tentare, a prezzo di non poche fatiche, di conciliare famiglia e lavoro, inteso come mezzo per vivere dignitosamente e conservare l'indipendenza economica. Più difficile invece la conciliazione con "la carriera", intesa come continua escalation e raggiungimento di prestigio, riconoscimento sociale, ecc. Inutile che ce la stiamo qui a menare, per ottenere tali scopi ci vuole determinazione ferrea, scaltrezza, abnegazione totale. E se una non ce l'ha? Se ci si accontenta, se si ritiene prioritario lasciare spazio al proprio mondo interiore, agli affetti, agli interessi che esulano dal lavoro, ci si deve per forza sentir dire che non sei abbastanza ambiziosa, che sei rinuciataria, che non ti sai vendere bene, che non ti va di lottare? Io me lo sento dire, da persone che mi vogliono bene, che pensano sia incapace di sfruttare a fondo le mie potenzialità. Certo mi ribello, rispondo che il successo come lo intendono loro non mi interessa, se per raggiungerlo devo sacrificare il mio modo di essere e di pensare, ma...il dubbio che abbiano ragione mi sfiora, eccome se mi sfiora.


Spesso certe persone rivolgono queste "accuse" anche a me, ma sono convintissima che la gente che sta fuori che nn vive le mie esperienze nn sa iudicare obiettivamente e quindi sono convinta che nn dobbiamo soffermarci su ciò che dicono, ascoltare accettare un consiglio ok, ma loro si soffermano cpn comprensione a pensare su cosa ci ha dato la vita, di cosa ci prendiamo da essa e in che momento?
 

daria

Master Florello
Non lesino niente darietta. Cerco sempre di dare il massimo. La mia competenza è di solito riconosciuta...quello che lascia un pò a desiderare sono i tempi, la gente vuole tutto e subito, sempre. Arriva a studio e immantinente vuole tutto risolto...io 'sti ritmi non li reggo e spesso mi trovo in difficoltà.
Il mio desiderio di affermazione non è stato mai particolarmente accentuato, rifuggo da ogni tipo di competizione e questa è una delle ragioni per cui ho scelto il lavoro autonomo, pur dovendo confrontarmi con un'agguerrita concorrenza.

Sai Amby, quella dei ritmi frenetici credo proprio che non sia una questione di sessi, certo senza considerare che una donna lavoratrice anche autonoma, come me e te ad esempio, si trova ad essere al lavoro col cervello a casa e viceversa, che l'è un bel rebelott! :confuso: ti dirò: altro che carriera affermazione ecc. Noi non si vede l'ora di mollare tutto, pascoliamo ancora qualche annetto i ragazzi , li :martello2 accompagnamo fuori dal nido e poi via a gambe levate..... :froggie_r :froggie_r
 
A

ambapa

Guest
...Noi non si vede l'ora di mollare tutto, pascoliamo ancora qualche annetto i ragazzi , li :martello2 accompagnamo fuori dal nido e poi via a gambe levate..... :froggie_r :froggie_r

Oddio daria, vorrei tanto anch'io...qualche annetto...magari! A me me sa che me tocca lavorà fino a novant'anni se non arriva qualche colpo di c*lo, tipo che so'? Una bella vincita al lotto? Manco gioco.:martello:
 

daria

Master Florello
Oddio daria, vorrei tanto anch'io...qualche annetto...magari! A me me sa che me tocca lavorà fino a novant'anni se non arriva qualche colpo di c*lo, tipo che so'? Una bella vincita al lotto? Manco gioco.:martello:

Bè..la mia è una previsione ottimistica, diciamo che pure a me un colpetto di c..o aiuterebbe, ma già comincio a pregustare il momento, certo per vincere al lotto si dovrebbe giocare, già è l'unico modo........:confuso: :D e io gioco tale quale a te...:martello:
I ragazzi comunque hanno finito di studiare, quindi a conti fatti... e dati i tempi... ancora mezzo secolo e siamo liberi :storto: ...
 
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