RosaeViola ha scritto:
Begonia per onorare un grande collezionista di piante e animali nonchè Governatore di Santo Domingo: Michel Begon.
Il genere Magnolia, invece, deve l'origine del suo nome a Pierre Magnol, colui che scrisse il "Prodromus Historia Generalis Plantarum".
L'uomo che per primo si ispirò a nomi illustri per "battezzare" le piante, fu un missionario, botanico di Luigi XIV, un tale Charles Plumier. Fu lui a coniare i nomi delle due piante qui sopra dedicandole ai personaggi che ho citato.
Lagerstroemia da Magnus von Lagerstroem, il Direttore della Compagnia delle Indie, appassionato botanico e amico di Linneo, il quale gli dedicò questa pianta.
Altri nomi derivati da botanici sono: Kalmia, sempre dedicata da Linneo ad un suo studente finlandese che fu uno fra i primi a studiare le proprietà di questa pianta, Pehr Kalm. Ma anche un altro suo fedele discepolo ha dato il nome ad un comunissimo fiore come è la Zinnia ed è Johan Gottfried Zinn.
Per il genere Sequoia, invece, curioso è che il nome sia derivato da un capo pellerossa che si chiamava Sequoyah, che inventò l'alfabeto Cherokee.
La Forsythia, invece, deve il suo nome ad uno dei sette fondatori della Royal Horticultural Society.
to be continued...
Ciao Rosa E
il buon carrubo le silique ce l’ha più grandi dell'albero di Giuda e se ci mettiamo pure le foglie cerate, ecco il meritatissimo ceratonia siliqua.
Alcune piante record in quanto a nomi:
Celtis australis o spaccasassi o arcidiavolo o fraggiraccolo o loto o bagolaro
Chamaerops humilis o palma nana o palma di S. Pietro martire o scopazzo ( come si dice dalle mie parti ), o giummara ( come si dice nel trapanese )
Corbezzolo o arbutus unedo o albatro o rossello
Euonimus europaeus o berretta o fusaggine o cappel di prete
Topinambur o elianthus tuberosus o patata (girasole) del Canada o tartufo di canna
Tarassaco officinale o dente di leone o soffione o ( come si dice in dialetto dalle mie parti ) cardella
Arum o pan di serpe o gigaro o ( come di dice dalle mie parti ) orecchie del diavolo
Lunaria annua o erba monetaria o moneta del papa o fiore di seta o erba argentina
Valerianella o dolcetta o gallinetta o lattughina
Calla o zantedeschia aethiopica o richardia africana
Arachide o nocciola americana o pistacchio di terra o cece di terra
Albizzia julibrissin o acacia di Costantinopoli o gaggìa arborea
Nolina recurvata o beaucarnea o mangiafumo
Poi ci sono quelli che traggono il nome dalla sostanza, come il mescal o peyote, altri nomi della scabra lophophora williamsii o mescal ( dalla sostanza ) o peyote ( dal rito ), o il piretro o tanacetum ( altra sostanza sciolta in nome ) o chrysanthemum cinerarifolium
Ci sono quelli che ispirano un odore di essenza di limone:
Melissa o cedronella o erba limona o citraggine o appiastro
Verbena odorosa o lippa triphylla o limoncina o cedrina o erba luigia
Poi c’è il toponimo cresta di gallo che è applicato un po’ a tutto, alla celosia o crestata o cresta di gallo, all’erithrina crista-galli, persino alla strelitzia, comunemente chiamata così, mentre qualcuno nel messinese la chiama addirittura “ vucca ri pipiu “ ( il pipiu è il tacchino) e tra l’altro si avvicina di più come forma del fiore; e ad altre piante che non ricordo.
La stessa specie può generare soprannomi diversi:
achillea tarmica o erba starnutina
achillea moscata o ( in base alla sostanza che se ne ricava ) genepì: anche le artemisie nane sono dette genepì.
Poi ci sono le specie diverse vere e proprie riunite sotto un nome generico, troppo irresistibile. Così saponaria rossa, saponaria bianca o gypsophylla o saponaria d’Oriente( d’Egitto , levantina ), saponaria di levante o lychnis di Costantinopoli, saponaria indiana ( o sapindo, quest’ultimo un albero ) non hanno niente in comune.
Poi ci sono tutti i falsi, nomi in genere non essenziali che non definiscono le caratteristiche essenziali delle piante, eppure usatissimi: i vari falso pepe, falso kapok, falso mirtillo o vaccinium iluginosum o bagolo, falso zafferano o zafferano ******** o colchico autunnale, troppo falso per assomigliare a un crocus.
Poi c’è l’ippocastano o castagno d’India che l’unica cosa che ha in comune con l’opuntia ficus-indica sono le spine del riccio.
Poi ci sono i nomi sgradevoli ( chi ne vorrebbe mai prendere una foglia anche se hanno un altro nome più invitante ?):
Porcacchia o porcellana, parente, non solo foneticamente, della portulaca
Loglio cattivo ( già di per sé il loglio è ciò che si deve separare dal frumento ) o zizzania
Papavero selvatico o rosolaccio ( che trae il suo nome sfortunato dal fatto che storicamente si trovava in mezzo ai seminativi )
Vilucchio o convolvolo o ( nel mio dialetto ) “carriola “
Raperonzolo o campanula raperuncula
Cedracca o erba ruggine o erba dorata
Terebinto o scornabecco ( una specie di pistacchio )
Nasturzio ( pare voglia dire “naso storto” ) o tropaeolum o cappuccina
Cyclamen europaeum o pan porcino
Poi ci sono i nomi insospettabili
Banano o musa
Arando o canna comune
Camelia sinensis o thea sinensis, cioè la pianta del tè, il cui fiore odora di gelsomino. Lo tolgono all’origine ?
Carpobrotus o fico degli ottentotti ( quello che cresce sulle spiagge, che ho sempre scambiato per il mesembriantemo )
Poi ci sono i nomi che si applicano a specie diverse come
Bucaneve che vale sia per il galanthus sia per l’elleboro nero
O la stessa idea che si applica a due nomi comuni, come:
Bella di giorno o convolvulus tricolor ( un rampicante )
Bella di notte o meraviglia o mirabilis japala
Ma almeno il nome facile si applica a due piante comunissime, infestanti.
Le piante con nomi acronimi, quasi interscambiabili
Elleboro o veratro o elabro
Infine i nomi poetici che valgono molto di più della loro alternativa-:-
Diacciola o mesembryanthemum crystallinum
Primula di Palinuro così chiamata perché limitata a pochi km di costa calabrese ( dobbiamo immaginarla senza foglie ? )
Guaiaco o legno della vita
Elleboro nano o rosa di Natale
Reseda o amorino
Agerato o celestino
Aquilegia comune o perfetto amore o amor nascosto
Ah quindi la zinnia benchè nome unico viene da un certo Zinn, quindi è da aggiungere alle guzmanie, gloxinie e begonie ( per queste ultime un certo Plumer la intitolò a un certo Begon, governatore delle Antille: forse perché lui s’era già intestato la plumeria ? )