A
anydaynow
Guest
ho 37 anni, seguo il commercio equo da quando ne avevo 22.
Ho avuto modo di conoscere le persone che sono dietro questo movimento (che non è unico, esistono diversi "marchi") e ho avuto modo di conoscerne la filosofia.
Credo sia giusto porsi in modo "scettico" per chi vede questa iniziativa come un "buonismo mascherato" o come sia inconcepibile fare un mercato alternativo visto che si produce la stessa cosa che producono i grandi marchi.
le cose da dire sono tantissime, non ultima quella che nei paesi sottosviluppati si utilizzano i trattamenti chimici che qua sono vietati. tutto nacqhe da una serie di avvenimenti che poi si colelgarono tra loro, come il pensiero economico di Susan George "il boomerang del debito"... In Italia si mosserò delle realtà tra loro apparentemente distanti e trovarono il loro primo vero contatto colalborativo nel comemrcio equo.
ci sono così tante cose da dire che laprima che mi viene in mente è "difendendo i diritti degli altri si difendono anche i nostri".
accetto i dubbi, ma non riesco ad accettare chi vede del marcio senza prima aver provato a documentarsi, il movimento del commercio equo non è una setta e informarsi non implica nessun tipo di impegno da parte di chi non conosce questa realtà.
nei negozi ci lavorano spesso dei volontari, gente che non prende lo stipendio.
alcune di queste realtà poi mandano avanti contemporaneamente una raccolta fondi in cui raccolgono soldi come delle banche (MAG, mutue auto gestite)che danno degli interessi ecc ecc. a casa mia fui molto criticato per aver depositato i miei risparmi in una di queste cose, e dopo diversi anni quando spostai buona parte dei soldi in un'altrà realtà sociale legata alla bioedilizia e al bioarredamento, mi diedero un interesse di circa il 4% (ed avevo finanziato delle realtà che valorizzavano il sociale e l'ambiente) mentre chi mi criticava aveva perso tutto o quasi in azioni tipo tiscali e altre bolle speculative ed han contribuito a mantenere quell'equivoco finanziario.
se poi uo vede marcio ovunque, allora finirà con l'aver ragione perchè niente e nessuno a questo mondo riesce ad essere coerente sempre e gli si va a spaccare il capello in 4 per dimostrarlo. poi le stesse persone che spaccano il capello in 4 non si preoccupano se acquistano da chi produce sacrificando il lavoro dei minori o che tratta le lavoratrici come schiave (tipo la Chicco, quella che ha a cuore i bambini, responsabile della morte di molte ragazze chiuse dentro alla fabbrica come le formiche) .
vi invito a vedere il film "Chico Mendes, il fuoco della resistenza" per vedere come MCDonalds e CocaCola e altri siano implicati in deforestazioni e omicidi e di quale tipo di "alimentazione" portino avanti. Qualche volta poi si espongono direttamente a questi scempi, tipo Benetton qualche anno fa.
per me il senso è "il modo migliore per difendere i propri interessi è quello di interessarsi anche a quelli degli altri". Se poi viene la puzza sotto al naso, per togliersela la cosa migliore è andare a informarsi. non costa nulla e non ha controindicazioni.
Ho avuto modo di conoscere le persone che sono dietro questo movimento (che non è unico, esistono diversi "marchi") e ho avuto modo di conoscerne la filosofia.
Credo sia giusto porsi in modo "scettico" per chi vede questa iniziativa come un "buonismo mascherato" o come sia inconcepibile fare un mercato alternativo visto che si produce la stessa cosa che producono i grandi marchi.
le cose da dire sono tantissime, non ultima quella che nei paesi sottosviluppati si utilizzano i trattamenti chimici che qua sono vietati. tutto nacqhe da una serie di avvenimenti che poi si colelgarono tra loro, come il pensiero economico di Susan George "il boomerang del debito"... In Italia si mosserò delle realtà tra loro apparentemente distanti e trovarono il loro primo vero contatto colalborativo nel comemrcio equo.
ci sono così tante cose da dire che laprima che mi viene in mente è "difendendo i diritti degli altri si difendono anche i nostri".
accetto i dubbi, ma non riesco ad accettare chi vede del marcio senza prima aver provato a documentarsi, il movimento del commercio equo non è una setta e informarsi non implica nessun tipo di impegno da parte di chi non conosce questa realtà.
nei negozi ci lavorano spesso dei volontari, gente che non prende lo stipendio.
alcune di queste realtà poi mandano avanti contemporaneamente una raccolta fondi in cui raccolgono soldi come delle banche (MAG, mutue auto gestite)che danno degli interessi ecc ecc. a casa mia fui molto criticato per aver depositato i miei risparmi in una di queste cose, e dopo diversi anni quando spostai buona parte dei soldi in un'altrà realtà sociale legata alla bioedilizia e al bioarredamento, mi diedero un interesse di circa il 4% (ed avevo finanziato delle realtà che valorizzavano il sociale e l'ambiente) mentre chi mi criticava aveva perso tutto o quasi in azioni tipo tiscali e altre bolle speculative ed han contribuito a mantenere quell'equivoco finanziario.
se poi uo vede marcio ovunque, allora finirà con l'aver ragione perchè niente e nessuno a questo mondo riesce ad essere coerente sempre e gli si va a spaccare il capello in 4 per dimostrarlo. poi le stesse persone che spaccano il capello in 4 non si preoccupano se acquistano da chi produce sacrificando il lavoro dei minori o che tratta le lavoratrici come schiave (tipo la Chicco, quella che ha a cuore i bambini, responsabile della morte di molte ragazze chiuse dentro alla fabbrica come le formiche) .
vi invito a vedere il film "Chico Mendes, il fuoco della resistenza" per vedere come MCDonalds e CocaCola e altri siano implicati in deforestazioni e omicidi e di quale tipo di "alimentazione" portino avanti. Qualche volta poi si espongono direttamente a questi scempi, tipo Benetton qualche anno fa.
per me il senso è "il modo migliore per difendere i propri interessi è quello di interessarsi anche a quelli degli altri". Se poi viene la puzza sotto al naso, per togliersela la cosa migliore è andare a informarsi. non costa nulla e non ha controindicazioni.