• Vi invitiamo a ridimensionare le foto alla larghezza massima di 800 x 600 pixel da Regolamento PRIMA di caricarle sul forum, visto che adesso c'è anche la possibilità di caricare le miniature nel caso qualcuno non fosse capace di ridimensionarle; siete ufficialmente avvisati che NEL CASO VENGANO CARICATE IMMAGINI DI DIMENSIONI SUPERIORI AGLI 800 PIXEL LE DISCUSSIONI VERRANNO CHIUSE. Grazie per l'attenzione.

Mercato Equo - Solidale

Masolino

Bannato
A Roma ed in provincia sono stati aperti progressivamente un discreto numero di negozi che vendono prodotti di vario genere del '' mercato equo-solidale ''.
Noi è tempo che acquistiamo regolarmente sia alimentari, sia articoli di profumeria e per la casa, sperando che il nostro denaro arrivi veramente a contadini ed artigiani di paesi sottosviluppati e sfruttati.
Devo riconoscere che la qualità è ottima; ad esempio il caffè arabica-decaffeinato è profumatissimo e producono una sorta di ''nutella'' chiamata Estrella che è eccezionale.
Preciso: io detesto la nutella nostrana, ma devo riconoscere che questa è ottima, tutt'altra cosa. Poi, con gli ingredienti che arrivano dall'America centrale è prodotta nel Cuneese, dove sono maestri col cioccolato.
Anche voi siete clienti di questo tipo di esercizi ? Che cosa ne pensate ?
Credete che veramente aiutino i contadini od i piccoli artigiani a guadagnare qualcosa, aggirando lo sfruttamento operato nei loro confronti nei paesi di origine ?
 

Vagabonda

Florello Senior
Credete che veramente aiutino i contadini od i piccoli artigiani a guadagnare qualcosa, aggirando lo sfruttamento operato nei loro confronti nei paesi di origine ?

io lo spero. Anche perchè i prezzi sono decisamente più alti rispetto ad altri prodotti, e quindi ho ancora di più la speranza che arrivino nelle loro tasche.
Io ho comprato dei sali aromatizzati, lo zucchero grezzo, tè ed infusi, oltre ad altri oggetti che però ora non ricordo.
 
S

scardan123

Guest
Non credo a queste cose, penso siano spesso un modo per aggirare le normative relative agli standard di sicurezza dei prodotti e dei processi di produzione.

E sono convinto che il prezzo piu alto non si riversi sul produttore, ma in netta prevalenza sul canale distributivo, cioè sugli intermediari della filiera.
Di fatto "equo e solidale" è un brand che punta sulla sua immagine sociale ed opera esattamente come una marca, con il suo premium price. Una immagine diversa da coca-cola o hermes, da nestlé o bosh, ma esattamente le stesse regole per la comunicazione e per la gestione della marca.
 

The Seed

Giardinauta
Conosco un tizio che ha messo su una piccola bottega di questo tipo come secondo lavoro. Discutendo con lui mi è sembrato di capire che molto dipende dalle strutture presso le quali i rivenditori locali si riforniscono.

Alcune attestano in modo certo la provenienza dei prodotti e la loro qualità, altre un po' meno.

Ad esempio il colosso COOP fa un po' di equo e solidale, ma autocertifica le merci che vende sotto tale dicitura, quindi l'attendibilità in questo caso è abbastanza scarsa.
 

89stefano89

Aspirante Giardinauta
Non credo a queste cose, penso siano spesso un modo per aggirare le normative relative agli standard di sicurezza dei prodotti e dei processi di produzione.

E sono convinto che il prezzo piu alto non si riversi sul produttore, ma in netta prevalenza sul canale distributivo, cioè sugli intermediari della filiera.
Di fatto "equo e solidale" è un brand che punta sulla sua immagine sociale ed opera esattamente come una marca, con il suo premium price. Una immagine diversa da coca-cola o hermes, da nestlé o bosh, ma esattamente le stesse regole per la comunicazione e per la gestione della marca.

la penso come te...
come fai a garantire qualcosa che proviene dall'altra parte del mondo?
 
S

scardan123

Guest
Stefano, i modi per garantirlo ci sono eccome, direi che un 90% di quello che compriamo viene da altre parti del mondo, il che non è di per sé nulla di male ma normale e semplice commercio :)
Il primo punto è che spesso si trova lì un modo per aggirare leggi stringenti (giustamente stringenti!) di certificazione della qualità di produzione, sicurezza, etc.
 

Maelzel

Giardinauta
Per capire di cosa si sta parlando, diamo un'occhiata per esempio qua:
http://it.wikipedia.org/wiki/Commercio_equo_e_solidale

Per quello che so, per avere il marchio "equo e solidale" bisogna ricorrere ad organismi di certificazione (quindi non possono esserci prodotti autocertificati), e bisogna rispettare una serie di regole, quelle esposte nell'articolo di Wikipedia. Ci sono dei prodotti - non mi ricordo se tutti, ma non mi pare - che in etichetta riportano le percentuali di ripartizione del prezzo tra i vari attori: produttore, distribuzione, grossista, dettagliante e quant'altro: beh, il rapporto tra prezzo all'origine e prezzo finale credo che farebbe invidia a molti contadini italiani. Certo, si può sempre imbrogliare e dichiarare il falso (sarebbe interessante sapere se qualcuno ha dati concreti)
 
V

vinceco

Guest
Ragazzi ,questo è un mondo de fii de nà xxxxx,pensa se qualcuno lavora per far guadagnare gli altri gratuitamente oppure per dare una parte ad altri .Chi dovrebbe farlo per carità cristiana ecc. sono i primi a rubà.Io non credo in niente ,credo solo quando dò qualcosa a qualcuno di persona,anche se anche io faccio qualcosina nel mio piccolo ,chiudo gli occhi e spero tutto qui.ciao
vincenzo
 
Ultima modifica di un moderatore:

rootfellas

Florello
Chiariamo che i canali del commercio equo non sono un ente caritatevole o di beneficenza, giusto per rispondere a vincenzo, nessuno lavora per far guadagnare altri gratuitamente, dai produttori ai distributori fino alle botteghe, tutti ci guadagnano, la differenza con il commercio "normale" è che tutti ci guadagnano il giusto, l'esempio della COOP è fuorviante, in quanto si appoggia ad enti di CES ma molte merci le autocertifica, altra cosa sono CTM e Altromercato, membri permanenti della tavola europea del commercio equo, regolamentata da leggi europee e nazionali, tutti i fondi investiti in paesi in via di sviluppo sono soggetti a rigorosi controlli (che le multinazionali si sognano), sia fiscali che di coerenza, esistono enti di cooperazione e svilppo a cui appoggiarsi se si vuole iniziare un discorso di questo tipo, ma per fare del vero commercio sostenibile, ce ne vuole di tempo.
Il discorso è ampio e profondo, e certamente nei paesi di origine ci sono molti figli di M. che cercano di sfruttare comunque le persone, motivo per cui tutti i progetti di cooperazione sono monitorati di 6 mesi in 6 mesi, i ragazzi con cui lavoro, due volte l'annno si girano tutti i produttori a cui loro fanno fare le merci o da cui le comprano, in sostanza, è molto più facile ciulare e sfruttare la gente se si è una multinazionale piuttosto che un piccolo produttore, ma come in tutte le cose, il marcio c'è!
Bisogna conoscere quello che si compra, dove si compra, e i progetti che ci sono dietro. è sempre troppo facile parlare a vanvera e non credere a un caxxo senza sapere di cosa si sta parlando, una bella idea potrebbe essere il fare una delle prossime vacanze con un ente di cooperazione, è una bella esperienza, si vedono posti magnifici senza spendere cifre folli e lontano da villaggivacanze sperlari!!!
 
V

vinceco

Guest
Chiariamo che i canali del commercio equo non sono un ente caritatevole o di beneficenza, giusto per rispondere a vincenzo, nessuno lavora per far guadagnare altri gratuitamente, dai produttori ai distributori fino alle botteghe, tutti ci guadagnano, la differenza con il commercio "normale" è che tutti ci guadagnano il giusto, l'esempio della COOP è fuorviante, in quanto si appoggia ad enti di CES ma molte merci le autocertifica, altra cosa sono CTM e Altromercato, membri permanenti della tavola europea del commercio equo, regolamentata da leggi europee e nazionali, tutti i fondi investiti in paesi in via di sviluppo sono soggetti a rigorosi controlli (che le multinazionali si sognano), sia fiscali che di coerenza, esistono enti di cooperazione e svilppo a cui appoggiarsi se si vuole iniziare un discorso di questo tipo, ma per fare del vero commercio sostenibile, ce ne vuole di tempo.
Il discorso è ampio e profondo, e certamente nei paesi di origine ci sono molti figli di M. che cercano di sfruttare comunque le persone, motivo per cui tutti i progetti di cooperazione sono monitorati di 6 mesi in 6 mesi, i ragazzi con cui lavoro, due volte l'annno si girano tutti i produttori a cui loro fanno fare le merci o da cui le comprano, in sostanza, è molto più facile ciulare e sfruttare la gente se si è una multinazionale piuttosto che un piccolo produttore, ma come in tutte le cose, il marcio c'è!
Bisogna conoscere quello che si compra, dove si compra, e i progetti che ci sono dietro. è sempre troppo facile parlare a vanvera e non credere a un caxxo senza sapere di cosa si sta parlando, una bella idea potrebbe essere il fare una delle prossime vacanze con un ente di cooperazione, è una bella esperienza, si vedono posti magnifici senza spendere cifre folli e lontano da villaggivacanze sperlari!!!
Root,hai detto bene,in quanto a ca..xxxxx ti do ragione,infatti se su questo forum ci diamo una mano (in molti credo,senza offesa per nessuno,scusate)penso che riusciamo (sicuramente)con l'energia che sviluppiamo a dare corrente ad una piccola centrale elettrica per il fabbisogno di un piccolo agglomerato di case.
Io non ho fatto mai commercio equo,penso che non succederà mai,e credo che ci voglia un pò di pelo sullo stomaco(che non si vede perchè interno)ed io (purtroppo per me?)il pelo ce l'ho ,ma non in quel punto.Come dici te non sono un ente caritevole (io credevo di si,qualcosa che aiutasse direttamente ) ,ma bensì una fonte di guadagno diretto per chi lo pratica evitando una parte della filiera e nello stesso tempo aiutare gli altri(da come mi dici e fai te)Su questo nel mio piccolo forse anchio qualcosina faccio (per metterlo al c...uore delle grandi )dal momento che siccome non riesco a produrmi tutto,capita che compri cose genuine direttamente alla fonte (abbacchio .formaggio ecc.) facendo guadagnare il produttore e nello stesso tempo mangiando anche io ottime cose.Nel grande commercio non mi ci metto,anche per i motivi che hai detto te(xxxxx xxxxxecc.)Hai ragione sul parlare a vanvera,a volte capita ad ognuno di noi (te e me compresi)anche se io cerco di evitarlo il più possibile ,ma concedimi di dire che non credo a un ca...xxxxx,e se permetti te lo dico con cognizione di cauisa avendone passata più di qualcuna in qualsiasi campo che te neanche immaggini,e se avessi voluto (dico forse)farmi crescere il pelo sullo stomaco non starei qui a parlare di piante e fiori,cosa sana,stupenda che rilassa la mente ed il corpo.Tutto questo bel parlare è solo perchè a volte quando ci si rivolge a qualcuno bisogna cercare di dire con modi,anche le stesse cose, non sparare sentenze,dare del...a chi crede di sapere, racconta.....e chi controlla e fa supervisore.Il resto è Forum,stupendo modo di scambiare opinioni e sapere.

P.S.faccio versamenti a enti di ricerca ecc.ogni tanto nel mio piccolo sperando che vadano in porto.
 
Ultima modifica di un moderatore:

elebar

Wonder Moderatrice Suprema
Membro dello Staff
Vincenzo, ti invito ad usare termini meno scurrili, grazie. :squint:

Un conto è una "eccezione" per "sottolineare" un concetto :rolleyes:, un conto è l'uso costante che ne fai tu e che non è nè gradito nè permesso su questo forum.
 
V

vinceco

Guest
Vincenzo, ti invito ad usare termini meno scurrili, grazie. :squint:

Un conto è una "eccezione" per "sottolineare" un concetto :rolleyes:, un conto è l'uso costante che ne fai tu e che non è nè gradito nè permesso su questo forum.
ok compreso.im,parato lallezione mi dedicherò solo a fiori e piante se permettete tutto qui .grazie.
 

rootfellas

Florello
Elena è che io e vincenzo ci capiamo meglio con questi termini scurrili da strada...

Comunque il parlare a vanvera era riferito a tutti me compreso neh, il forum è uno strumento meraviglioso, anche nello screditare cose che magari sono ottime.
 
Ultima modifica:

rob62

Aspirante Giardinauta
Ciao, volevo far notare che per me il commercio equo è un segnale importante; quand'anche ci fosse qualcuno che ci marcia fra i dettaglianti, è comunque la dimostrazione che si può tentare di uscire dall'obbligo di accettare prodotti che sono ottenuti letteralmente sulla pelle degli altri; certo non è confortante vedere che quando al supermercato sono presenti sia banane del commercio equo sia banane delle multinazionali, queste ultime vadano per la maggiore con la scusa che costano meno e non ce le si può permettere - per poche decine di centesimi alla settimana ? - che magari non sono così buone ecc, insomma la solita pletora di scuse per mascherare semplicemente il proprio egoismo.
Il commercio equo permette almeno di far vedere che non tutti accettano il principio "schiacciasassi" del profitto (per chi produce) e del risparmio (per chi consuma) letteralmente ad ogni costo e inoltre costringe coloro che invece se ne infischiano a confrontarsi con il proprio egoismo .
Quand'anche solo una parte del sovrapprezzo vada al produttore, per lui è comunque un segno concreto che può migliorargli di molto la vita, dato che ben difficilmente noi riusciamo realmente a comprendere cosa vuol dire vivere in situazione di sfruttamento totale come avviene in gran parte del mondo che produce per noi.
Buona serata
 

palifer

Aspirante Giardinauta
Anch'io penso che questo tipo di commercio sia in prevalenza un fatto positivo. Inoltre ognuno è libero di servirsi presso il negozio che preferisce, e ormai il consumatore è aggiornato e informato più di quanto non si pensi. Se in questi anni questi negozi sono aumentati molto di numero un motivo ci sarà. E sono anche aumentati i GAS ( gruppi di acquisto solidali), che sono utili per risparmiare e comprare presso piccoli produttori non inseriti nella grande distribuzione. Se poi c'è qualche disonesto, non importa, fa parte della vita, non per questo si deve rifiutare tutto il resto. E se il disonesto viene scoperto, meglio ancora :martello2

Ciao!
Paola
 

The Seed

Giardinauta
Partendo dal presupposto che il mercato equo e solidale è un universo che come tutti ha dei lati oscuri da chiarire... non ho ben capito perchè trarre guadagno da un'attività a sfondo solidale sia da alcuni considerato un male a prescindere.

Fare qualcosa di eticamente onesto e guadagnarci dei soldi sono due cose che a mio parere possono coesistere.

Poi d'aria non vive nessuno.
 

rootfellas

Florello
Partendo dal presupposto che il mercato equo e solidale è un universo che come tutti ha dei lati oscuri da chiarire... non ho ben capito perchè trarre guadagno da un'attività a sfondo solidale sia da alcuni considerato un male a prescindere.

Fare qualcosa di eticamente onesto e guadagnarci dei soldi sono due cose che a mio parere possono coesistere.

Poi d'aria non vive nessuno.

quotissimo
 
S

scardan123

Guest
tuttavia se questo può essere forse onesto nella finalità, spesso le tecniche di produzione come impatto ambientale non sono certo all'avamguardia, quindi c'è spesso un trade-off tra l'equità della distribuzione della ricchezza lungo la filiera, da un lato, e dall'altro invece l'impatto sull'ambiente e sul consumo di risorse per unità di prodotto che le tecniche di produzione utilizzate da questi produttori spesso hanno.
L'immagine che la piccola impresa sia sempre per forza buona e la grande impresa sia sempre per forza cattiva è uno dei tanti falsi miti.
Innovare verso processi produttivi a basso impatto ambientale ad esempio è molto costoso, e questi costi difficilmente li può sostenere una piccola impresa. Che poi molte imprese grandi non lo facciano, beh, non è tanto colpa loro, quanto colpa di un disallineamento di incentivi. Se ci fossero seri sgravi fiscali per le spese in questa direzione, certamente tali spese aumenterebbero. Siccome le imprese non sono la caritas, se non hanno un incentivo a fare... non fanno.
 

rob62

Aspirante Giardinauta
penso possa essere utile a titolo informativo sapere che la rivista Altroconsumo (che non è legata al settore di cui parlaiamo, ma è semplicemente consumerista) riporta un'indagine nel mese di dicembre sui giocattoli e sui risvolti etici.
Si legge fra l'altro: "Da promuovere senza riserve ci sono le organizzazione di commercio equo e solidale."
Spiega come i prodotti Children Nepal, Gospel House Handicraft e Selyn siano particolarmente validi.
"i prodotti Children Nepal sono costruiti con materiali locali e nel rispetto dell'ambiente esono realizzati solo da donne, prima ai margini della vita economica e sociale del paese" e così via.
Detto questo, è evidente che si deve sempre fare attenzione perché è sempre possibile l'entrata nel settore di "furbastri" che vendono prodotti normali vestiti da equo, speculando sul fatto che i consumatori di prodotti equi sono disposti a pagare di più.
buona serata
Roberto
 

Masolino

Bannato
penso possa essere utile a titolo informativo sapere che la rivista Altroconsumo (che non è legata al settore di cui parlaiamo, ma è semplicemente consumerista) riporta un'indagine nel mese di dicembre sui giocattoli e sui risvolti etici.
Si legge fra l'altro: "Da promuovere senza riserve ci sono le organizzazione di commercio equo e solidale."
Spiega come i prodotti Children Nepal, Gospel House Handicraft e Selyn siano particolarmente validi.
"i prodotti Children Nepal sono costruiti con materiali locali e nel rispetto dell'ambiente esono realizzati solo da donne, prima ai margini della vita economica e sociale del paese" e così via.
Detto questo, è evidente che si deve sempre fare attenzione perché è sempre possibile l'entrata nel settore di "furbastri" che vendono prodotti normali vestiti da equo, speculando sul fatto che i consumatori di prodotti equi sono disposti a pagare di più.
buona serata
Roberto

Siamo da molti anni soci di Altroconsumo e posso confermare che sono seri ed attendibili; ogni volte che ho seguito i loro suggerimenti anche per l'acquisto di un ferro da stiro ci siamo sempre trovati benone.
 
Alto