L'amarezza che ho sentito per questa notizia l'ho dentro, ma l'intervento di Ninje mi piace,lo trovo giusto e lo condivido in molti punti.Per esempio:
Da questa realtà non si può pretendere niente. Non si può pretendere un lavoro, non si può pretendere di essere amati, non si possono pretendere riconoscimenti, non si può pretendere di pretendere la sicurezza, non si può pretendere un ambiente stabile. A quest’ultimo proposito, le cose per voi si metteranno talmente male che tra un po’ non potrete pretendere nemmeno cibo, elettricità o acqua corrente, ma ovviamente non è più un mio problema. Il futuro sarà un disastro a cui non voglio assistere, e nemmeno partecipare. Buona fortuna a chi se la sente di affrontarlo". Come lo è sempre stato, aggiungerei. Non si può pretendere, punto. Si deve lottare e accogliere quello che viene. Niente viene regalato. Pure il nostro livello di benessere non può essere dato per scontato, abbiamo avuto la crisi del '29 e due guerre mondiali dopo la Belle Epoque.
Sono d'accordo.Per mia esperienza vengo da una famiglia normale,di persone che campano di stipendio statale,e con quello hanno mantenuto tre figlie a studiare,sacrificando molto di loro stessi, dei loro desideri e delle loro aspirazioni,e anche di questo li ringrazio.Non ho avuto una vita affatto facile,e per arrivare a fare il medico ho lavorato,studiato e lavorando,facendo lavori che non c'entravano affatto con la mia formazione culturale e mentale,cercando di far entrare nel tempo a mia disposizione tutto,obblighi e doveri di lavoro,necessità di studio,comprese lezioni ed esercitazioni pratiche,internato in reparto,ecc.esigenze di vita spicciola,soldi che non bastavano mai (anche adesso, a dire il vero).Ho tante notti passate sui libri,vacanze passate sui libri,festiità passate sui libri,mentre altri andavano a spasso e a divertirsi.Comunque questo ragionamento che ha espresso Michele non l'ho sentito fare solo dai trentenni ma anche da certi cinquantenni di mia stetta conoscenza...ahimè,percui...
Altro punto interessante:
"Non posso passare la vita a combattere solo per sopravvivere, per avere lo spazio che sarebbe dovuto, o quello che spetta di diritto, cercando di cavare il meglio dal peggio che si sia mai visto per avere il minimo possibile. Io non me ne faccio niente del minimo, volevo il massimo, ma il massimo non è a mia disposizione". Il massimo non è a disposizione di nessuno. Il massimo semplicemente non esiste, come l'orizzonte, si sposta mentre ti avvicini.
E' vero,il cosiddetto massimo è un metro soggettivo,dipende dai bisogni e dalle aspettative di ciascuno.
E,si in realtà,forse non esiste,perchè vita,mode,concezioni culturali tendono a spostarlo,come si sposta l'orizzonte in avanti.
"Lo spazio che sarebbe dovuto o quello che spetta di diritto",è vero abbiamo tutti "diritto",come dice Michele,ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, come si dice,l'interesse dei pochi sulle spalle dei molti,per esempio,di cui atnissimi,purtroppo,tra cui lo stesso Michele ,sono vittime.Pero'..pero' le cose stanno diversamente,e non solo lo sono state per lui,ma per tutte quelle persone,padri e madri di famiglia,persone normali che fanno una vita onesta e dignitosa faticando giorno per giorno per far quadrare tutto,e che vanno comunque avanti,e ci vuole autentico coraggio andare avanti nonostante tutto,perseverando giorno per giorno.
Come,secondo me ,è una grande prova d'intelligenza adattarsi dignitosamente alle circostanze e,appunto,cercare di cavare il meglio dal peggio.Personalmente penso:hai poco terreno,costruisci in altezza.
Facile, anziché riconoscere che facciamo il quadruplo della fatica che si faceva in passato grazie ai magna magna delle generazioni precedenti. Anziché ammettere che ci siamo e lottiamo per quel rimasuglio di Paese che ci è stato consegnato o per quel futuro che vogliamo costruirci, per noi e per chi ci sarà.
Vero,molto vero,ed è una bella fatica.
Questo ragazzo non moriva di fame, con questo approccio anche avesse avuto milioni di euro sul conto in banca sarebbe stato ugualmente infelice.
Sono d'accordo.da come scrive si capisc che questo ragazzo era in una situazione di profondo disagio,e che non è riuscito a fare un sano esame di realtà.Quando si sta male,si è troppo incentrati su se' stessi,per percepire corretamente cosa accade intorno,e forse,a chi sta male ,non gliene importa nulla, in verita', di cosa succede intorno a lui
Infine:
Giusto.Che doveva di quel poverello,che aveva pure una famiglia sulle spalle e tre figli?E' vero,ahimè,l'hanno passata sotto silenzio,forse perchè era una notizia troppo scomoda da accettare .