Bella questa tua indagine.
Io credo che sarà anche utile se essa riuscirà a scrollarci di dosso quella certa fretta da cui tutti siamo contagiati e che con le piante non dà i risultati che ci si aspetterebbe.
Tanti di noi di fronte ad un problema scattano una foto e via, sul forum. Tante volte non ci si accorge nemmeno che dalla foto la pianta si vede davvero male o quasi per niente e non si distinguono le foglie da quelle delle piante dietro o dalla tappezzeria.
Perché facciamo così? Secondo me pensiamo di liberarci la coscienza investendo qualche centinaio d'euro in una fotocamera, ma non mettendo a disposizione della nostra pianta e di chi la vorrebbe aiutare, i nostri sforzi, il nostro impegno, la nostra ricerca e lettura, il nostro tempo e vorrei dire un po' d'amore.
Riassumendo è come dedicare poco tempo e poca attenzione a un figlio e tentare di compensare la cosa con un ricco regalo al suo compleanno.
Ti ho scattato una foto con una fotocamera da 600 euro e l'ho messa sul forum, cos'altro posso fare?
Già nel porre il problema i più fra noi sono in ansia per trovare la rapida cura e soluzione per i mali della nostra pianta, ma poi vorremmo solo "eseguire", non capire.
La mia critica è rivolta anche a me stesso, perché piano piano, ma troppo piano, scopro come certi aspetti delle nostre piante sia possibile descriverli con le parole ancor meglio che con delle statiche fotografie. Si, anche il nostro linguaggio possiede una infinità di termini per definire le piante in ogni sua parte, scendendo nei dettagli visibili e invisibili, non possiamo proprio lamentarci.
Tempo addietro mi imbattei sulla pagina delle foglie di wikipedia (
http://it.wikipedia.org/wiki/Foglia) e mi accorsi come ero (e sono rimasto) cieco di fronte a dei dettagli evidenti in una foglia, capaci da soli alle volte di farci riconoscere una pianta. I termini con cui sono definiti sono tanti perché io li ricordi, ma comodamente accessibili quando ne ho bisogno.
Avrei dovuto premettere per giustificarmi almeno un po' che fino ad un anno fa non distinguevo un olmo da un pioppo e chiamavo entrambi alberi. Ero un po' più bravo con le conifere perché le distinguevo già dalle caducifoglie, ma le chiamavo tutte "pini". Non conoscevo l'esistenza e non avevo mai nemmeno sentito nominare l'80% delle piante che oggi, pur malamente conosco. Quindi figuriamoci i dettagli delle foglie, delle corrtecce, del portamento, dei fiori e dei frutti, dei semi, gli odori, i colori eccetera.
Tutte cose però che permettono di "conoscere" meglio questo mondo e di conseguenza "amarlo", e per quanto mi riguarda più amo e più voglio conosere.
Questo rincorrersi di conoscenza e amore, credo che permetta di superare le iniziali difficoltà ed oltre a guidarci verso un arricchimento del linguaggio un po' più vicino alle piante ed un pochino specialistico, ci permette di osservare cose che non si erano notate in precedenza, che erano li, sotto i nostri occhi, come gli "alberi" del mio giardino di cui soltanto oggi conosco ogni nome.
Vi faccio un esempio che sembrerebbe fuori tema. Da ragazzo mi costruivo le casse acustiche per il mio impianto musicale e spesso mi costruivo anche quello.
A cose finite, sentivo suoni che prima non sentivo e allora riascoltavo tutti i miei LP, trovandoli più belli per ogni miglioramento del mio impianto.
Oggi mi succede una cosa analoga leggendo, scambiando opinioni sul forum, frequentando come volontario il Boscoincittà (
http://forum.giardinaggio.it/incontri-ed-eventi-libri-mercatino/99329-italia-nostra-milano.html).
E' quasi come avere acquisito un senso in più e "vedere" qualcosa che prima nemmeno percepivo e che oggi mi costringe a ripercorrere determinate vie dei boschi che conosco e di rimanere affascinato dai boschi che non conoscevo prima.
Tornando dal bosco al mio balconcino, con le mie povere sterpaglie malandate, non le vedo come in realtà sono, ma come vorrei che fossero.
Non vedo nei loro difetti una carenza, ma solo dei passi non ancora completati.
Non cerco da loro la perfezione, la pianta che altri possano invidiarmi, ma vedo la loro voglia di vivere, nonostante me e la mia ignoranza sulle loro doti e sulle loro necessità.
Ma ho capito che esse hanno iimparato cosa serviva a me e fin da subito me l'hanno dato, senza pretendere un grazie.
Ciao