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Legacci da giardinaggio/agricoltura

Pisolino

Aspirante Giardinauta
Ciao a tutti :Saluto:,
colgo l'occasione di questo forum per porre una domanda, quanti di voi utilizzano quei legacci in plastica per le proprie attività?
Io personalmente nell'orticello in campagna abbastanza oltre che per legare la siepe per darle una forma. Dopo aver ragionato che questi simpatici gommosissimi articoli una volta finito il loro scopo mi restano in terra per circa 700 anni ( ameno che io li raccolga uno ad uno ) mi sono messo a cercare degli omologhi biodegradabili. E con immenso stupore mi sono accorto che non ne esistono sul mercato a causa del loro costo elevato, così ridendo e scherzando tra compagni di università abbiamo progettato e realizzato qualche piccolo campione di prova in biopolimero ( e facendo i conti in effetti viene a costare parecchio di più ). Ovviamente l'agricoltura "industriale" è un settore che snobba totalmente questo genere di cose, l'unico parametro è "cosa costa di meno". Quindi scrivo qui su questo forum per sondare un po ( capite che una ricerca marketing per 3 studenti unviersitari è un po fuori budget ) qual'è l'opinione di chi, coltivando piante a scopo ornamentale o di orticoltura privata, tiene abbastanza al terreno su cui lavora ed è più sensibile ad un discorso di biodegradabilità. A vostro giudizio sarebbe un articolo interessante ?

Grazie a chiunque voglia rispondermi
Andrea
 

ironbee

Guru Giardinauta
Per legare le viti e non solo utilizzo delle striscioline di carta armate da un sottile filo di ferro che vendono in diverse lunghezze e che nel giro di un anno si decompongono.
 

buziendo

Aspirante Giardinauta
Tradizionalmente in Veneto si usavano i rametti di "salgaro" detto anche stropèr (salice da vimini - salix viminalis) per legare i rami delle viti.
La coltivazione della pianta per tali fini (oltre che per la produzione di cesti ed altri contenitori) è ormai del tutto abbandonata, ma non so se i viticoltori impieghino ancora i rami da tali piante per le legature o preferiscano qualche altro materiale.
 

peppone69

Esperto in Macchine agroforestali e da giardino
io uso i rametti di salice, i rametti di vite o la rafia.
non so quanto questo progetto possa essere utile ed avere successo giacchè esistono una infinità di risorse assolutamente biologiche a costo zero o quasi e assai spesso reperibili in natura.
saluti
 

ricamo

Aspirante Giardinauta
Totalmente d'accordo con Peppone. All'interno di un discorso di biologico rientra un concetto di riciclo di materiali che si trovano già in natura come ad esempio i vimini.
Nessun agricoltore biologico comprerebbe un polimero anche se 'intelligente'.

E nessuno che non si interessa al biologico spenderebbe un centesimo in più per un qualcosa di così poco importante.
 
io solitamente uso le lunghe fogli di una pianta ornamentale che non so come si chiama, è tipo l'alberello della felicità, ma ha delle foglie lunghe e fine, ripulisco le piante dalle vecchie foglie, ne faccio dei fascetti che lascio in un angolo dell'orto, poi quando servono li divido facenoli ancora più sottili li lasci a mollo per un pò, e poi sono come spago durissimi e degradabili naturalmente..........
 

ironbee

Guru Giardinauta
Tradizionalmente in Veneto si usavano i rametti di "salgaro" detto anche stropèr (salice da vimini - salix viminalis) per legare i rami delle viti.
La coltivazione della pianta per tali fini (oltre che per la produzione di cesti ed altri contenitori) è ormai del tutto abbandonata, ma non so se i viticoltori impieghino ancora i rami da tali piante per le legature o preferiscano qualche altro materiale.

Sì, anche da noi si usavano i salici, detti in astigiano gurin, ma il loro uso si è perso da tempo perchè richiedevano una certa abilità manuale.
Ora utilizzano tutti le strisce di carta, esistono anche delle legatrici manuali che usano dei rocchetti di questo materiale.
 
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