Sarò bacchettona, sarò “addietrata”ma sono pienamente d’accordo con l’estensore dell’articolo.
Non "frequento" molto la TV ma con l'abbastaza diffusa abitudine, che detesto, che hanno molti di entrare in casa e, come primo gesto, accedere il televisore anche se poi non lo guardano, mi capita spesso questa situazione quando ho amici o parenti per casa.
Quanto mi possono disturbare quelle grida, quelle voci che si sovrappongono e, essendo chiaro ormai che in quel modo non si capisce nulla di quello che viene detto, la dimostrazione che quegli urlatori vanno in trasmissione non per sviscerare problemi o trovare soluzioni ma solo per esserci ed esserci sempre più spesso e trarne un qualche vantaggio. E magari scrivere dei libri sui quali si urlerà in successive trasmissioni.
Credo ci sia una spasmodica ricerca di visibilità, in alcuni perché quelle grida sono l’unico modo, forse, per essere notati (nel bene o nel male purché questo avvenga) per altri, i furbi, a fini economici.
Se si osserva bene, poi, alcuni conduttori e alcune conduttrici, non si limitano a scandalizzarsi o a fingere di voler sedare le risse ma sotto un’aria da vogliamoci bene, da pacificatori, subdolamente aizzano ancor di più.
Ricordo che guardavo con simpatia le prime edizioni di Amici, la vedevo come una trasmissione con un fine positivo: insegnare a dei ragazzi che avevano delle potenzialità ad acquisire tecnica, capacità espressiva e, grazie al confronto col pubblico, disinvoltura nell’affrontare le critiche e padronanza della scena.
All’improvviso sono stati introdotti anche lì risse e insulti, tra allievi ed insegnanti, fra gli allievi e fra gli insegnati tra di loro. L’attività principale erano diventate la ricerca e il perseguimento della strategia vincente.
Ovviamente mi son ben guardata dal proseguire la visione del programma negli anni successivi.
Se tutta questa violenza propinata quotidianamente sia diseducativa? Per me sicuramente sì e anche pericolosa perché pian, piano aumenta l’insensibilità alla violenza che indigna sempre meno, crea emulazione e, inconsciamente, prospetta come concreta la possibilità di diventare vittime della violenza stessa.
Uno scenario che mi spaventa soprattutto in presenza delle gravi problematiche che gravano sul Paese creando un clima tutt'altro che disteso e non posso che augurarmi di sbagliare e di avere una visione troppo pessimistica.