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Le poesie che mi rileggo

D

Davide N.

Guest
Buonasera buongiorno,

traggo ispirazione dell'altro post per aprire qui uno spazio dove metterci le nostre poesie... preferite! Abbiamo una lingua meravigliosa ed ogni tanto mi piace rileggermi qualcuna imparata a scuola ai tempi...
Va be' comincio io con un grande classico che mi è venuto in mente ultimamente, e rileggendola la capisco un po' meglio che quando avevo 16 anni...

Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono
di quei sospiri ond’io nudriva ’l core
in sul mio primo giovenile errore
quand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono,

del vario stile in ch’io piango et ragiono
fra le vane speranze e ’l van dolore,
ove sia chi per prova intenda amore,
spero trovar pietà, nonché perdono.

Ma ben veggio or sì come al popol tutto
favola fui gran tempo, onde sovente
di me medesmo meco mi vergogno;

et del mio vaneggiar vergogna è ’l frutto,
e ’l pentersi, e ’l conoscer chiaramente
che quanto piace al mondo è breve sogno.


Francesco Petrarca, Rerum vulgarium fragmenta/Canzoniere, ~1350

Mettiamoci ogni volta almeno autore, Opera, data, fonte ;)
 
D

Davide N.

Guest
[...] inoltre sto guardando fuori, cercando delle sicurezze. ma è tutto bianco, di nebbia, tanto che non so neppure se fuori ci sono ancora i soliti palazzi, le solite strade. torno a letto, ecco.
Mi hai fatto rimembrare...

Forse un mattino andando in un’aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.
Poi come s’uno schermo, s’accamperanno di gitto
alberi case colli per l’inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me ne andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.


E. Montale, Ossi di Seppia, 1925
 

simone81

Guru Giardinauta
Una poesia che ho nel cuore perché me la dice spesso una persona che ho nel cuore, la dice in una maniera un po' diversa ma ancora più bella.

Pe' conto mio la favola più corta
è quella che se chiama Gioventù:
perché... c'era una vorta...
e adesso non c'è più.

E la più lunga? E' quella de la Vita:
la sento raccontà da che sto ar monno,
e un giorno, forse, cascherò dar sonno
prima che sia finita...

Trilussa.
 
S

susie

Guest
Di questa, gli ultimi versi.

UMBERTO SABA, Ulisse (Mediterranee, 1948)

Nella mia giovinezza ho navigato
lungo le coste dalmate. Isolotti
a fior d'onda emergevano, ove raro
un uccello sostava intento a prede,
coperti d'alghe, scivolosi, al sole
belli come smeraldi. Quando l'alta
marea e la notte li annullava, vele
sottovento sbandavano più al largo,
per fuggirne l'insidia. Oggi il mio regno
è quella terra di nessuno. Il porto
accende ad altri i suoi lumi; me al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore.
 
Ultima modifica di un moderatore:
S

susie

Guest
Gli autori stranieri sono ammessi? Aggiungo questa:
JORGE LUIS BORGES, I giusti, (La cifra, 1981).

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere un'etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sur giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina, che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Queste persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
 

danielep

Florello Senior
Gli autori stranieri sono ammessi? Aggiungo questa:
JORGE LUIS BORGES, I giusti, (La cifra, 1981).

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere un'etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sur giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina, che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Queste persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
Non la conoscevo. Mi piace!
 

danielep

Florello Senior
Uno spaccato di vita familiare di primi Novecento, secondo me, di una struggente malinconia

Marino Moretti​

A CESENA

Piove. E’ mercoledì. Sono a Cesena,
ospite della mia sorella sposa,
sposa da sei. da sette mesi appena.

Batte la pioggia il grigio borgo, lava
la faccia della casa senza posa,
schiuma a pié delle gronde come bava.

Tu mi sorridi. Io sono triste. E forse
triste è per te la pioggia cittadina,
il nuovo amore che non ti soccorse,

il sogno che non ti avvizzì, sorella
che guardi me con occhio che s’ ostina
a dirmi bella la tua vita, bella,

bella ! Oh bambina, o sorellina, o nuora,
o sposa, io vedo tuo marito, sento,
oggi, a chi dici mamma, a una signora;

so che quell’ uomo è il suocero dabbene
che dopo il lauto pasto è sonnolente,
il babbo che ti vuole un po’ di bene…

“ Mamma ! “ tu chiami, e le sorridi e vuoi
ch’ io sia gentile, vuoi ch’ io le sorrida,
che le parli dei miei viaggi, poi..

poi quando siamo soli (oh come piove!)
mi dici rauca di non so che sfida
corsa tra voi; e dici, dici dove,

quando, come, perché; ripeti ancora
quando, come, perché; chiedi consiglio
con un sorriso non più tuo, di nuora.

Parli d’ una cognata quasi avara
che viene spesso per casa col figlio
e non sai se temerla o averla cara;

parli del nonno ch’ è quasi al tramonto,
il nonno ricco, del tuo Dino, e dici:
“Vedrai, vedrai se lo terrò di conto”;

parli della città, delle signore
che già conosci, di giorni felicI,
di libertà, d’ amor proprio, d’ amore.

Piove. E’ mercoledì. Sono a Cesena,
sono a Cesena e mia sorella è qui
tutta d’un uomo che conosco appena

tra nuova gente, nuove cure, nuove
tristezze, e a me parla…così,
senza dolcezza, mentre piove o spiove:

“ La mamma t’ avrà detto che…
E poi si vede, ora si vede, e come!
sì, sono incinta…Troppo presto, ahimè !”

Sai che non voglio balia? che ho speranza
d’ allattarlo da me? Cerchiamo un nome…
Ho fortuna, è una buona gravidanza…”

Ancora parli, ancora parli, e guardi
le cose intorno. Piove, s’avvicina
l’ ombra grigiastra. Suona l ‘ ora. E’ tardi.

E l’ anno scorso eri così bambina!
 

danielep

Florello Senior
Ed un'altra, "ermetica", che riflette, in tre righe, l' intera esistenza:

Salvatore Quasimodo

ED E' SUBITO SERA

Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
 
D

Davide N.

Guest
Gli autori stranieri sono ammessi? Aggiungo questa:
JORGE LUIS BORGES, I giusti, (La cifra, 1981).

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere un'etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sur giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina, che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Queste persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
Ma certo che sono ammessi! Nessun nazionalismo qui!
Anzi, bisognerebbe mettere per primo il testo originale :):

Un homme qui cultive son jardin, comme le souhaitait Voltaire.
Celui qui est reconnaissant à la musique d’exister.
Celui qui découvre avec bonheur une étymologie.
Deux employés qui dans un café du Sud jouent une modeste partie d’échecs.
Le céramiste qui médite une couleur et une forme.
Le typographe qui compose bien cette page, qui peut-être ne lui plaît pas.
Une femme et un homme qui lisent les derniers tercets d’un certain chant.
Celui qui caresse un animal endormi.
Celui qui justifie ou cherche à justifier le mal qu’on lui a fait.
Celui qui est reconnaissant à Stevenson d’exister.
Celui qui préfère que les autres aient raison.
Tous ceux-là, qui s’ignorent, sauvent le monde.
 
S

susie

Guest
Anzi, bisognerebbe mettere per primo il testo originale :):
Allora dovevi mettere il testo in spagnolo;). Borges era argentino. Appassionato cultore di lingua e letteratura inglese e di ogni altra letteratura.

Los justos
Un Hombre que cultiva su jardín, como quería Voltaire.
El que agradece que en la tierra haya música.
El que descubre con placer una etimología.
Dos empleados que en un café del Sur juegan un silenzioso ajedrez.
El ceramista que premedita un color y una forma.
El tipógrafo que compone bien esta página, que tal vez no le agrada.
Una mujer y un hombre que leen los tercetos finales de cierto canto.
El que acaricia a un animal dormido.
El quel justifica o quiere justificar un mal que le han hecho.
El que agradece que en la tierra haya Stevenson.
El que prefiere que los otros tengan razón.
Esas personas, que se ignoran, están salvando el mundo.
 
D

Davide N.

Guest
Allora dovevi mettere il testo in spagnolo;). Borges era argentino. Appassionato cultore di lingua e letteratura inglese e di ogni altra letteratura.

Los justos
Un Hombre que cultiva su jardín, como quería Voltaire.
El que agradece que en la tierra haya música.
El que descubre con placer una etimología.
Dos empleados que en un café del Sur juegan un silenzioso ajedrez.
El ceramista que premedita un color y una forma.
El tipógrafo que compone bien esta página, que tal vez no le agrada.
Una mujer y un hombre que leen los tercetos finales de cierto canto.
El que acaricia a un animal dormido.
El quel justifica o quiere justificar un mal que le han hecho.
El que agradece que en la tierra haya Stevenson.
El que prefiere que los otros tengan razón.
Esas personas, que se ignoran, están salvando el mundo.
OPS! Ecco vedi, da ignorante pensavo fosse francese! :laugh:
 
S

susie

Guest
OPS! Ecco vedi, da ignorante pensavo fosse francese! :laugh:
Così abbiamo letto anche la versione francese:)
Ma la lettera del testo in questo caso è così semplice che le diverse traduzioni possono modificarla di pochissimo, a differenza di quel che solitamente accade quando si deve tradurre la poesia.
 

danielep

Florello Senior
Appena riletta da FB:

Una volta un dromedario, incontrando un cammello,
gli disse: – Ti compiango, carissimo fratello:
saresti un dromedario magnifico anche tu
se solo non avessi quella brutta gobba in più.
Il cammello gli rispose: – Mi hai rubato la parola.
È una sfortuna per te avere una gobba sola.
Ti manca poco ad essere un cammello perfetto:
con te la natura ha sbagliato per difetto.
La bizzarra querela durò tutto un mattino.
In un canto ad ascoltare stava un vecchio beduino
e tra sé intanto pensava: – Poveretti tutti e due
ognuno trova belle soltanto le gobbe sue.
Così spesso ragiona al mondo tanta gente
che trova sbagliato ciò che è solo differente.
Gianni Rodari, "Il Dromedario e il Cammello"
 

GIULY83

Giardinauta
@danielep dopo aver letto la tua, immediatamente mi è venuta in mente questa :) Scrivo a memoria, ma non ricordo il titolo...

Tre pescatori di Livorno
disputarono un anno e un giorno
per decidere e sentenziare
quanti pesci ci sono nel mare.

Il primo disse: ce n'è più di sette,
senza contare le acciughette.
Disse il secondo: ce n'è più di mille,
senza contare scampi ed anguille.
Il terzo disse: più di un milione!

E tutti e tre avevano ragione.

(Rodari)
 
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