Io credo che ci sia un uso indiscreto del termine..! Ci sta una sostanziale differenza tra l'esporre senza remore le proprie capacità e qualità e l'ostentarle forzatamente pure quando non sono reali. Credo che la seconda sia pura presunzione, chi è sicuro di se stesso non ha bisogno di ostentazioni.. Spesso la presunzione come l'arroganza nasconde una profonda insicurezza ,ma prima credo bisogna chiarirsi su cosa si intende per presunzione..! Esistono persone piene di se che quando parlano con introspezione si sentono delle divinità , questi casi di eccessivo amore verso se stessi non rientrano in nessuna delle categorie precedenti, tutto però può essere definito "presunzione"..!
Hai colto appieno quello che è il punto della questione hiver, dove è la soglia tra il saper riconoscere le proprie capacità e l'ostentazione forzata di capacità che non sono reali?
Voglio dire, se una persona la conosci da tempo, hai modo di renderti conto se effettivamente, ha delle capacità, o una preparazione, tali da potersi permettere un modo di porsi leggermente "superiore".
E' inevitabile però che una persona del genere, risulti a pelle antipatica quasi a tutti.
Per quanto dici nella seconda parte del tuo discorso,credo che il motivo per cui tanta gente tende a crearsi un 'immagine piena di talenti che non gli appartengono,tanto distante dal suo modo di essere, non nasca da una insicurezza dell'individuo in sè, quanto piuttosto, sia figlia di un mondo che ci vuole produttivi a tutti i costi.
Quello che voglio dire è che si può essere delle persone magnifiche, dare tanto,vivere ogni minuto della propria vita, pur senza essere dei geeni dell'ingegneria, o degli psichiatri di fama mondiale.E' un pò come se il non avere una capacità peculiare, il non "saper fare" fosse un motivo di vergogna nei confronti di questa società che fonda il tutto sul concetto dell'utile.
E' come se accanto al benessere e alla produttività, a questa gioia dissimulata della società, si allarghi sempre più questa immagine dell'inetto del decadentismo.
C'è una canzone di Carmen Consoli, cantatissima, mi chiedo se tutti si son soffermati a leggerne con attenzione il testo, che secondo me ha un messaggio profondo e bellissimo, come tutte le sue canzoni.
Carissimo signor Tentenna
non è facile assumersi il rischio di una scelta
e servirsi addirittura di parole proprie,
mimetizzarsi e vivere di luce riflessa
in fondo ad acque torbide
tra miseri inganni e menzogne,
complessi di inferiorità,
ingombranti manie di grandezza.
Signor Tentenna non è motivo di vergogna
il non saper centrare alcun bersaglio,
l'aver mancato l'ennesimo colpo irrimediabilmente.
E ben poco importa se tua moglie
non fa altro che piangere
ossessionata dal sentore
dei tuoi numerosi tradimenti,
ingurgita ignoti dolori
ed elevate dosi di calmanti.
E' ormai consuetudine, Signor Tentenna,
perdersi d'animo, non essere all'altezza
delle proprie ambizioni
e sgomitare per distinguersi dal branco.
L'ignoranza è un non trascurabile complesso,
una voragine, la si può occultare nel silenzio
scansando il pericolo di un mite confronto diretto.
Signor Tentenna non è motivo di vergogna
il non poter vantare alcun talento,
l'aver rincorso l'ennesimo treno inutilmente.
E ben poco importa se tua moglie
non fa altro che piangere
ossessionata dal sentore
dei tuoi numerosi tradimenti
e in fondo non ha tutti i torti
e non è affatto un caso se
amanti, amici e sogni si dileguano,
il cane sul balcone aspetta da mesi
il privilegio di una passeggiata
eppure la sera fedelmente esulta
al tuo rientro.
E ben poco importa se tua moglie
non fa altro che piangere
ossessionata dal sentore
dei tuoi numerosi tradimenti
e in fondo non ha tutti i torti
e non è affatto un caso se
amanti, amici e sogni si dileguano,
il cane sul balcone aspetta da mesi
il privilegio di una carezza
e intanto tua figlia ti chiede
perchè mai sia così misera la vita