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La mia azalea perde foglie nella parte inferiore

claudia cadoni

Aspirante Giardinauta
Cara Gio,
:(
avresti dovuto rinvasare l'azalea appena accolta in casa. E' un errore tenere le azalee in quegli stivaletti cinesi, dove le radici sono così compresse da non ricevere nessuna idratazione.
Ed è un errore fatale confondere il rinvaso con il trapianto ed applicare al rinvaso le norme severe del trapianto come molti libri sembrano sistematicamente fare. Intendendo poi per trapianto quello più traumatico, quello a radice nuda.
Se il pane di terra viene mantenuto nella sua compattezza non c'è nessun problema di causare shock all'azalea, in qualunque condizione vegetativa essa sia, mentre il danno dell'eccessiva compattazione delle radici, con impossibilità di idratazione del pane radicale centrale, del non drenaggio del vaso di coltura e del sicuro shock dell'acqua lungo le radici esterne, le sole che potrebbero alimentare per bene la pianta espandendosi in caso di rinvaso e invece vengono esposte a questi sicuri urti.. insomma è il modo più sicuro per far morire la pianta, per non parlare della concimazione veramente eccessiva (una droga per la povera pianta, impossibilitata ad espandersi nella parte funzionalmente più rilevante)

Non so dirti nulla delle striature ,ma prova a vedere la discussione che si era fatta in "Azalea rossa, la vendetta".
Un bel trapiantino, ottimo drenaggio, nessuna concimazione fino a quando non metterà i boccioli a fiore e vedrai che la tua azalea si riprenderà.
;)

[ 16-06-2001: Messaggio scritto da: claudia_c ]
 

Gio

Aspirante Giardinauta
Ehi, grazie! Proprio non mi aspettavo una così pronta risposta. So che il rinvaso avrebbe dovuto essere fatto prima, non però durante la fioritura, e durante la fioritura la pianta a cominciato a buttare getti nuovi, per cui non ho potuto decidermi.

Già prima di queste notevoli perdite di foglie dai rami inferiori, i più vecchi, avevo avvertito segni di disagio, quasi di affaticamento, nonostante la pianta sia posta in una bell'ombra luminosa e fresca.

Ho visto la tua "Vendetta" ed anch'io mi rallegro, ma non ho, per motivi di fretta, seguito tutti i messaggi. Provvederò domani mattina (quante cose da fare).

Oseresti un trapianto in queste condizioni climatiche? Se per strada alle 16 oggi c'erano 32°, sicuramente il mio balcone non ne raggiungeva 28, ed effettuando l'operazione di sera posso contare su molte ore di fresco: il sole del mattino dalle 7.30 alle 9.30 non è pesante.

Un grazie sincero. Prometto che ti saprò dire, tanto entro domenica al massimo devo aver risolto il problema...
Giovanna
 

claudia cadoni

Aspirante Giardinauta
sì sì sì!!!
E anzi se (e solo se) la pianta è, come penso io, in un contenitore di plastica, con le radici tutte infeltrite e viene fuori dal vaso solo a guardarla svasa e metti il pane radicale a mollo a tutta altezza in acqua non fredda per un'ora (tanto se (e solo se) le radici hanno esaurito il terriccio il pane non si scompatta nemmeno con la bomba atomica).

Quando le radici saranno reidratate, e più elastiche eventualmente per spostarsi di poco pratica quei buchetti con il ferro da maglia e vai col rinvaso. Vedrai che starà bene, la tua azalea. Ne sono sicura.
 

Gio

Aspirante Giardinauta
Forse qualcuno di voi ricorda che all’inizio di marzo mi fu regalata un’azalea (rosso sangue, con i boccioli allora non ancora dischiusi quasi piccoli pugni).
Tutto bene finora, fioritura splendida, getti nuovi, crescita armoniosa. Ieri però, appena sfiorate le foglie al momento dell’innaffiatura sono rimasta stordita: appena un leggero movimento e quelle dei rami inferiori, più vecchi, si spogliavano completamente.
Le foglie più vecchie cadono solo a guardarle: eppure la pianta sembra sana, l’aspetto è bello, l’esposizione corretta, annaffiatura con decalcificante CIFO, concimazione Granverde Azalee ogni 8/10 giorni nelle giuste proporzioni...

Ho commesso due errori:
1) non l’ho rinvasata a fine fioritura come da manuale. Non ho osato perché mentre i fiori appassivano spuntavano getti nuovi. Un trapianto in piena ripresa vegetativa? OK., avrei dovuto ma mi è mancato il coraggio.

2) mi sono assentata per un fine settimana - lo scorso week-end - ed al ritorno l’ho trovata afflosciata. In qualche ora, bagnata dal sottovaso, si è ripresa ed in apparenza i segnali erano positivi.

Ora mi trovo a che fare con questa perdita di foglie consistente nella parte inferiore, nei rametti più vecchi, mentre i getti nuovi anche a toccarli rimangono fermi.

Un particolare che può essere insignificante: diverse foglioline nuove portano leggerissime striature color bianco, quasi una fine variegatura, che sa di sospetto in un complesso verde scuro. Può essere questo un indice significativo?

Concimazione eccessiva? Quei due giorni - in effetti uno solo - di deficienza idrica? La necessità di un rinvaso?

Come potrei provvedere ora? Osare ora un rinvaso (in effetti i vasetti in cui si acquistano le azalee sono talmente piccoli da stringere il cuore)? Considerate che il mio balcone è fresco, esposto a nord ed ombreggiato, ma a Bologna siamo sui 28/30°, non troppo afoso fortunatamente nè ieri nè oggi, ma l’afa è nostra compagna.
Grazie di cuore per ogni consiglio. Giovanna
 

claudia cadoni

Aspirante Giardinauta
Banalmente: terriccio per acidofile, mi raccomando.
Non bagnare nè lasciare acqua nel sottovaso, ma prendi un sottovaso del diametro almemo pari alla chioma, riempilo a tutto il livello di ghiaia e mettici sopra il vaso. Avrai evaporazione naturale e riserva d'acqua che la pianta trarrà per capillarità senza pregiudicare l'ossigenazione delle radici.
Compra il 66f (trovi tutte le note nel post Prodotti Gerlach dove trovarli) e provalo insistendo sulle cicatrici fogliari delle foglie perse!

[ 16-06-2001: Messaggio scritto da: claudia_c ]
 

Gio

Aspirante Giardinauta
Ho portato a termine l’intervento, commettendo però un errore grossolano, addirittura al limite dell’inverosibile.
Il pane di terra (nonostante il vaso fosse di coccio, provvisto di un foro di drenaggio di diametro doppio a quello solito e ben quattro forellini laterali), era come avevi previsto talmente compatto da sembrare cementificato, per cui l’ho messo a bagno per un’ora, secondo le tue indicazioni.

Indovina? Ho usato acqua del rubinetto! Al modo di quegli episodi di negligenza clamorosa riportati a volte dalla stampa, il chirurgo che ricuce dimenticando il bisturi nella pancia del paziente. Me ne sono accorta quando, pulendo il balcone, ho visto in un angolo la caraffa con l’acqua decalcificata che avevo preparato in anticipo.
Ormai non c’era più niente da fare. Intelligenza di un coniglio oligofrenico.

Oltre a quest’enormità la pianta ha perso tante foglie che alla fine ne ho riempito la palettina della spazzatura, una paletta normale, non piccola, un palmo di mano di larghezza. D’altronde proprio questa caduta inspiegabile mi aveva decisa al rinvaso nonostante l’aspetto apparentemente sano della pianta. Anche Lucia mi aveva detto che lei cambia vaso alle azalee appena acquistate, ed io stessa copiando dai miei appunti l’avevo trascritto in un messaggio a Silvestro. Adesso temo di aver aggiunto danno a danno. Può darsi che la pianta sia più forte della mia sbadataggine - fortuna non sono medico.
Due ultime domande:
- per quanto tempo deve essere sospesa la concimazione?
- qual’è la differenza fra trapianto e rinvaso? (li ho usati sempre come sinonimi).
Un mortificato grazie. Giovanna
 

claudia cadoni

Aspirante Giardinauta
via, Giovanna, no te preoccupe! Via la cenere dal capo... Non so che pH abbia l'acqua di Bologna ma non credo che sia a livelli di assassinio, per una acidofila assetata.
Io uso l'acqua del rubinetto (di Venezia) per tutte le acidofile del terrazzo (e ho delle sventole di camelie, delle gardenie, skimmie di più tipi, azalee, rhododedro ecc...
Spero invece, che tu abbia usato del buon terriccio per acidofile, questo sì. Per quanto riguarda la concimazione il terriccio già contiene gli elementi nutritivi per sopperire alle esigenze della pianta per un certo periodo. Penso che sulla confezione dovrebbe essere indicato.
Quanto a invaso, impianto, rinvaso, trapianti al di là dei termini c'è un concetto di base da tenere presente, che è il modo con cui una pianta giunge a noi dal suo luogo originario di coltura : noi compriamo delle piante che possono essere fornite a radice nuda, in zolla, in contenitori particolari, in vasi di diverso materiale (vasi di diversi materiali per giunta ottimizzati alla coltura in strutture diverse da quelle del nostro ambiente) ecc..

Ovviamente non in tutte le stagioni i vivaisti forniscono piante a radice nuda o in zolla, o in quei contenitori tubolari in foglio di plastica perché le piante vengono estratte, in questo modo, dalla loro sede in piena terra (non nel caso dei contenitori tubolari, che però sono veramente striminiziti e poco drenati) e arrivano ai nostri giardini per essere trapiantate-impiantate o invasate.
E' un bello shock per la pianta, e devono essere osservate norme rigorose per chi esegue l'espianto (= l'estrarre la pianta dal luogo di coltivazione) e chi trapianta presso di sè, sia che trapianti/impianti in piena terra o in un vaso.
Se la pianta è stata coltivata in vaso la cosa è diversa, non viene estratta dalla terra con mutilazione delle radici e quindi la sua struttura vitale è integra.
Di solito i manuali riferiscono i tempi e le condizioni ottimali per i trapianti senza troppo differenziare tra le modalità e i tempi in cui la pianta arriva da noi.
E' chiaro che se in piena estate mi arriva un tizio con una povera rosa estratta a radice nuda non aspetterò l'ottobre o la primavera per metterla in terra o nel suo vaso di destinazione. O con una pianta precoltivata in quei contenitori a cilindro ecc...
E se abito a Cortina o a Cesenatico o a Lampedusa le stagioni non saranno le stesse.
Se mi arriverà una pianta in quelle condizioni, o comunque espiantata, è chiaro che dovrò procedere in qualche modo, e con urgenza. E se non è consigliabile sistemarla in terra perché vivo in una località in cui il suolo è gelato o gelerebbe tra poco o comunque la stagione è troppo vicina all'andare in riposo della pianta (che invece dovrebbe cominciare a sviluppare le radici subito dopo l'impianto, per trarre forza in attesa della ripresa vegetativa) primaverile) é chiaro che dovrò pensare a una soluzione temporanea (coltivazione di attesa in vaso al riparo, in attesa di procedere all'impianto definitivo).

Se la pianta invece è precoltivata in vaso e la destino alla terra piena, e io trovo che sia meglio procedere immediatamente, se le condizioni di stagione lo permettono, vedi sopra, allora la metto in terra senz'altro.
Se la destino ad un vaso la rinvaso subito.
E tutto questo per il motivo che la pianta che si compra, soprattutto se è una pianta da fiore è stata indotta a fiorire abbondantemente proprio attraverso il contenimento delle radici nel vaso piccolissimo e non solo: so di limoni forzati, con un trattamento micidiale, alla fioritura-fruttificazione con un trattamento particolare, solo per essere venduti a Natale.
Per questo le piante appena comprate avrebbero bisogno della terra nuova e di tranquillità (perché continuare a forzare con concimazioni continue queste povere disgraziate, perché inquinare in questo modo dissennato l'ambiente, tra l'altro). Vedo che qui si consigliano trattamenti su trattamenti: io invece trovo che dovremmo rieducarci a tollerare le piante con il loro aspetto "normale", senza body building.

E' chiaro che una volta che la pianta sia da voi da un pezzo e che la coltivazione segua i ritmi normali allora sì non vi metterete a fare i vostri rivasi in periodo di fioritura, ma sceglierete i tempi più opportuni. La pianta è lì da voi, in tutto l'anno a disposizione, è un'altra cosa, vi pare?
Imbuco senza troppo rileggere sperando di non aver fatto confusioni letali
:( e di essermi espressa in modo chiaro senza pontificare.

:D :D

[ 18-06-2001: Messaggio scritto da: claudia_c ]
 
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