RosaeViola
Master Florello
"La donzelletta vien dalla campagna
in sul calar del sole,
col suo fascio dell'erba; e reca in mano
un mazzolin di rose e viole,
onde, siccome suole, ornare ella si appresta
dimani, al dí di festa, il petto e il crine."
No, non va bene. Troppo formale. Riproviamo.
"Già tutta l'aria imbruna,
torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre
giú da' colli e da' tetti,
al biancheggiar della recente luna."
Nemmeno questo funziona. Troppo artefatto. Ci vuole qualcosa di più incisivo, drammatico. Il momento è troppo pieno di intensità per essere descritto così.
Proviamo ancora. Stavolta senza Leopardi. Troppo obsoleto il suo sabato.
Si son zittiti gli uccelli.
Le strade si sono svuotate. Nemmeno un passante a testimoniare segni di vita per le vie.
Non un rombo di motore nè il cigolio di una vecchia bicicletta.
Nessuna marmitta scoppietta dai motorini truccati dai ragazzi, per le vie del paese.
Nei bar c'è silenzio, un silenzio attonito, assorto e pieno di tensione.
Le finestre delle case sembrano inanimate.
Tutto, attorno, è silenzio, ma un silenzio quasi sinistro e carico di significati.
Tacciono le campane, solo il suono del vento accompagna l'incedere inesorabile delle ore.
Il momento è fatale, solenne, l'aria che si respira è appesantita dall'attesa.
Gli orologi sono rallentati, il battito cardiaco delle persone, accelerato.
Silenzio. Parla Agnesi.
Ehh vabbè, ma allora ditelo no, che stasera gioca la nazionale!!! :lingua:
in sul calar del sole,
col suo fascio dell'erba; e reca in mano
un mazzolin di rose e viole,
onde, siccome suole, ornare ella si appresta
dimani, al dí di festa, il petto e il crine."
No, non va bene. Troppo formale. Riproviamo.
"Già tutta l'aria imbruna,
torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre
giú da' colli e da' tetti,
al biancheggiar della recente luna."
Nemmeno questo funziona. Troppo artefatto. Ci vuole qualcosa di più incisivo, drammatico. Il momento è troppo pieno di intensità per essere descritto così.
Proviamo ancora. Stavolta senza Leopardi. Troppo obsoleto il suo sabato.
Si son zittiti gli uccelli.
Le strade si sono svuotate. Nemmeno un passante a testimoniare segni di vita per le vie.
Non un rombo di motore nè il cigolio di una vecchia bicicletta.
Nessuna marmitta scoppietta dai motorini truccati dai ragazzi, per le vie del paese.
Nei bar c'è silenzio, un silenzio attonito, assorto e pieno di tensione.
Le finestre delle case sembrano inanimate.
Tutto, attorno, è silenzio, ma un silenzio quasi sinistro e carico di significati.
Tacciono le campane, solo il suono del vento accompagna l'incedere inesorabile delle ore.
Il momento è fatale, solenne, l'aria che si respira è appesantita dall'attesa.
Gli orologi sono rallentati, il battito cardiaco delle persone, accelerato.
Silenzio. Parla Agnesi.
Ehh vabbè, ma allora ditelo no, che stasera gioca la nazionale!!! :lingua: