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250esimo di Beethoven

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Davide N.

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Eccoci arrivati! 16 dicembre! Per l'occasione un po' di "allegro con brio" :whistle::whistle::whistle:

Il meraviglioso, innovativo e vivace concerto triplo per pianoforte, violino e violoncello

La famosa terza sinfonia

Buon viaggio :LOL:
 
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Davide N.

Guest
E in questo giorno di festa... Mettetevi comodi e lasciatevi trasportare :rolleyes:
L'entusiasmo incontenibile del primo movimento, la calma e la serenità assoluta del secondo, e l'allegria del terzo :whistle:
 
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Davide N.

Guest
Penultimo omaggio.

Una piccola perla meravigliosa e semisconosciuta a cui tengo particolarmente, che testimonia la sua grande sensibilità e profondità d'animo: il Rondò Op. 51 n. 2, composto prima che cominciasse a diventare sordo, a poco più di 30 anni. Il brano inizia con il tempo "Andante cantabile e grazioso", in cui la melodia si sviluppa in modo molto esteso nella tonalità di sol maggiore, variando dal registro centrale a quello alto e a quello grave. Poi, con un trillo che fa da transizione armonica, tipico del suo stile, si passa alla tonalità di mi maggiore e a un tempo "Allegretto", che comincia spensierato ma che si trasforma rapidamente in un motivo più drammatico in tonalità minori e in cui si raggiunge il climax centrale del pezzo. Questa tensione si risolve però tornando nuovamente al motivo iniziale, che si sviluppa similarmente alla prima parte e si esaurisce infine con una coda molto classica ed elegante.

Salto di una ventina d'anni, si arriva ormai ai suoi ultimissimi anni di vita da cinquantenne, ormai sordo come una campana. Le 32 sonate per pianoforte sono alle sue spalle, a quei tempi componeva la sua celebre Nona sinfonia (Op. 125)... si lancia così in una delle ultime composizioni per pianoforte, ovvero le Sei Bagatelle, Op. 126. Si tratta di una raccolta di brevi componimenti distinti ma coerenti, da considerare un tutt'uno. Cesellate nella loro bellissima minutezza, ci dedicò molto impegno e fu particolarmente fiero del risultato lui stesso.
 
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Davide N.

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E per concludere...
Se sbagliavo un passaggio, oppure note e salti che lui spesso voleva messi molto in risalto, di rado diceva qualcosa; ma se invece l’espressione, il crescendo ecc., o il carattere del pezzo lasciavano a desiderare, allora esplodeva, perché, come lui stesso diceva, il primo era un caso, l’altro una mancanza di consapevolezza, di sensibilità, di attenzione.

Gli inizi, prima composizione pubblicata (1782)

L'età matura. La Quinta (1807). Se il mondo intero ha già sentito il primo movimento, pochissimi conoscono il seguito, sublime...

Gli ultimissimi lavori, i quartetti per archi. Il sedicesimo e ultimo (1826)
 
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