grazie marco :Saluto:
sappiamo che il discorso sarebbe mooolto luungo, in quanto il principio sembra abbastanza semplice, ma si sa che fra il dire e il fare c'e' di mezzo ....... un "vinello da osteria" ( speriamo non proprio pessimo )

k07: .
per il momento ci interessava sapere se ci fosse qualcuno un po' piu' esperto di noi :ros: , ti faremo delle domande piu' precise, ovviamente se sarai disponibile, mano mano che staremo 'nguaiati :confuso:
tata
Ascolta per fare il vino bisogna avere le idee chiare, non si può precedere a tentoni. Innanzitutto bisogna parlare delle uve, devono essere uve da vino e non da tavola, quindi solo qualità ottime per la vinificazione, poi devono avere il giusto contenuto in zuccheri, ovvero tra 18 e 23, misurabili con un mostimetro e che corrispondono, grosso modo, da 11 a 14 gradi alcoolici. Valori inferiori o superiori danno poca stabilità al vino e possono farlo guastare.
Detto questo bisogna anche sapere come pigiare le uve, và fatto un trattamento soffice, è meglio togliere e buttare le foglie ed i raspi con la deraspatrice e pressare le vinacce senza eccedere, non è vero che il mosto migliore è l'ultimo, ma al contrario il primo. Se le uve sono nere si possono vinificare in bianco eseguendo senza interruzioni la pigiatura e la torchiatura mettendo subito nel tino il mosto, stessa procedura và fatta per uve bianche, per i rossi invece si deve lasciare il mosto nelle vinacce per un giorno intero e poi torchiare e mettere il mosto nel tino. Consiglio di far fermentare il mosto in un tino di vetroresina o materiale simile e di trasferirlo in botti di rovere, non castagno, per due anni almeno se si vuole avere un vino invecchiato. Ovviamente bisogna colmare la botte e tapparla ermeticamente e ricolamarla con lo stesso vino di tanto in tanto quando il livello tende a scendere. E' sprecata la botte in rovere per far fermentare il mosto ed il castagno rilascia troppi tannini ed è di difficile pulizia, per questo ti consiglio un tino in vetroresina. Bisognerebbe poi tenere d'occhio la temperatura dei locali e l'aerazione, la temperatura è importante perchè il mosto deve fermentare correttamante ed il processo si blocca con temperature basse, l'aerazione è anche importante in quanto favorisce la fermentazione, anzi il mosto bisognerebbe mescolarlo ogni tanto proprio per ossigenarlo. Dopo la fermentazione si può lasciarlo "scaricare" ovvero lasciare che si depositino sul fondo le parti di una che galleggiano, in genere succede dopo qualche giornata fredda ed in Novembre si può eseguire il primo travaso per togliere la prima "fezza", il secondo travaso a Dicembre e l'ultimo a Febbraio, Dalle mie parti molti lasciano il vino sulla fezza fino a Maggio-Giugno e poi non si rendono conto come mai il "vino" si è spuntato. Dopo il terzo travaso si può imbottigliare in belle bottiglie borgognone, turarle con ottimi tappi in sughero e gustarle a temperatura ambiente senza mai metterle in frigo. Sicuramente avrò dimenticato qualcosa ma l'argomento è vasto.
Ah dimenticavo, dalle mie parti le grandi case vinicole hanno già fatto la vendemmia, la fanno di notte per evitare il grande caldo e per avere al mattino le uve pronte alla lavorazione. Quelli che fanno un pessimo vino da osteria aspettano la fine di Settembre-Ottobre, così come vuole la tradizione.
Se vioi sapere altro sono a disposizione.:Saluto: