studio interazione gatti-umani: fa bene anche ai mici. ma serviva?!

[elena_11293]

certe notizie o, meglio, certe ricerche a me sinceramente sorprendono perché l'inutilità mi è evidente e quindi il fatto che invece vengano compiute, in più spendendoci ovviamente sopra dei bei soldi, lo trovo assurdo.

quanto hanno 'scoperto' non è infatti già patrimonio comune di chiunque viva con un gatto e lo tratti bene? (v. sotto i risultati)

avevo letto un breve articolo in proposito ma ho voluto cercare la pubblicazione, purtroppo ho trovato solo un estratto (altrimenti va acquistata), cmq eccolo qui, l'ho appena tradotto:

"effetti dell'interazione con gli umani su comportamento, immunità delle mucose e malattie delle alte vie respiratorie nei gatti dei rifugi valutati all'arrivo come 'sereni'"

riassunto:

affetto positivo prolungato può far diminuire la vulnerabilità a infezioni delle alte vie respiratorie in gatti ammessi ai rifugi.

è stata esaminata l'incidenza di infezioni delle alte vie respiratorie in gatti (che erano stati valutati come 'sereni' nel corso dell'ammissione a un rifugio per animali) quando viene loro fornito o meno un trattamento a supporto dello stato di 'appagamento'.

a 96 gatti valutati come 'sereni' al momento dell'ammissione è stata fornita o la possibilità di interazione con gli umani, incluse coccole, gioco e pulizia, nel corso di 4 sessioni da 10 minuti al giorno per 10 giorni, oppure sono stati esposti a un trattamento di controllo che prevedeva un umano stazionare per lo stesso periodo di tempo di fronte alla gabbia con lo sguardo diretto altrove.

i cambiamenti dello stato emotivo e della risposta immunitaria delle mucose sono stati misurati quotidianamente sia sui gatti 'trattati' che sul gruppo di controllo. lo stato infettivo è stato determinato appena ammessi al rifugio e poi al 4° e al 10° giorno utilizzando [varie procedure] per testare diverse malattie virali. l'insorgere di malattie respiratorie delle alte vie è stato determinato dallo staff veterinario basandosi su segnali clinici [...].

i gatti 'trattati' (con affetto e cure) sono stati più proni a restare 'sereni' e meno a essere valutati come 'ansiosi' o 'frustrati' rispetto ai gatti del gruppo di controllo nel corso di un periodo di 10 giorni.

[...] una percentuale sempre maggiore dei gatti del gruppo di controllo ha emesso patogeni nel tempo (controllo: 22%, 36%, 61%; 'trattati': 35%, 26%, 32% rispettivamente nei giorni 1, 4 e 10).

i gatti del gruppo di controllo sono stati più proni a sviluppare malattie delle alte vie respiratorie rispetto a quelli 'trattati'.

i gatti che hanno risposto positivamente al 'trattamento' hanno avuto un'incidenza più bassa di malattie delle alte vie respiratorie di quelli che hanno risposto negativamente.

concludiamo che il fornire un trattamento di interazione con umani ai gatti dei rifugi può facilitare un prolungato benessere e ridurre l'incidenza di malattie delle alte vie respiratorie.


studio condotto da Nadine Gourkow e Clive J.C. Phillips, pubblicato da preventive Veterinary Medicine

fonte => Effect of interactions with humans on behaviour, mucosal immunity and upper respiratory disease of shelter cats rated as contented on arrival, Effect of interactions with humans on behaviour, mucosal immunity and upper respiratory disease of shelter cats rated as contented on arrival. - PubMed - NCBI

vabbe', cosa ne penso l'ho già detto. ormai han fatto anche questo, cerco quindi di dirmi che almeno adesso hanno l'evidenza che gli serviva (quella cioè che riescono ad accettare) per poter trarre la conclusione di come interagire con gli animali. spero perciò vivamente che questo 'studio' vada ora a buon fine e tanti gatti dei rifugi e non solo vengano trattati meglio

=^.^= ❤❤❤ =^.^=

.