@Icchy92 Lasciati dire che hai avuto un’ottima intuizione nel pensare che l’insetto potesse essere un
predatore!
Voglio precisare che mi sto rendendo conto che, poiché sull'onda dell'entusiasmo della possibile soluzione del problema Xilella si trovano notizie solo su
Z.renardii,, quello che hai trovato potrebbe anche essere un parente (tipo Z. Luridus magari per una minima variante di colore in foto).
Ho continuato, comunque, la ricerca per capire se lo
Zelus renardii facesse parte dell’entomofauna del nostro territorio o fosse un insetto “alieno” e sembrerebbe che sia un alloctono già molto diffuso che si sarebbe introdotto come tutti gli altri che ci stanno invadendo grazie alla
globalizzazione (qui nel Lazio sembra abbastanza presente, a Roma una donna ha riferito di essere stata punta mentre era a letto, altri che hanno rinvenuto anche più di un esemplare sotto la cortecciadi un Eucalyptus).
Ho appreso, poi, che c’è in corso una diatriba circa il fatto che, nonostante anche perfino Wikipedia "
mettesse la pulce nell'orecchio "sul fatto che l’insetto fosse un predatore generalista (non selettivo - che si nutre di molte prede, compresi artropodi e altri piccoli invertebrati), lo studio sulla possibilità d’uso nella lotta alla Xilella, sia stato portato avanti per 5 anni.
Sono andata a verificare questa notizia ed ho trovato che in rete di
Z. renardii , per quanto riguarda Wikipedia, si legge quello che segue (traduzione) soltanto nella versione in lingua inglese
………………….Poiché Z. renardii si nutre di molte specie infestanti erbivore di cotone, mais, soia, erba medica e colture di alberi da frutto, [2] [11] può essere considerato un agente di controllo biologico. [14] Tuttavia, anche se le prede di Z. renardii sono spesso considerate parassiti in un contesto agricolo, vengono predate alcune specie benefiche che vengono utilizzate anche come controllo biologico nei sistemi agricoli. [4] [11] Grazie alla sua dieta generalista, Z. renardii può funzionare come un importante predatore intraguild sugli artropodi, come la Chrysoperla carnea, che è comunemente usata per controllare gli afidi del cotone…………….
Sono curiosa di sapere come finirà (sempre che prima o poi si sappia) in quanto, allo stato attuale, non sono in grado di reperire notizie scientificamente validate anche perché in caso di contestazione di studi scientifici in rete si legge tutto e il contrario di tutto.
Magari si scoprirà che si è accesa una discussione su un fraintendimento circa individui "parenti".
La curiosità, comunque, resta e continuerò a seguire il “caso”.