Questa mattina ero all'aeroporto di Fiumicino settore partenze extraeuropa. Un gruppo di un centinaio di soldati in tuta mimetica mi è passato accanto verso gli imbarchi. Erano in ordine sparso, niente di militaresco, semplici persone che stavano andando da qualche parte nel mondo a eseguire il loro compito. Niente familiari solo in coda due addii strazianti: una ragazza non riusciva a staccarsi dal suo ragazzo e un'altra incinta di sette-otto mesi veniva dolcemente consolata. Molti dei militari avevano i capelli grigi, molti sembravano appena ventenni, tutti erano molto seri.
Io sentivo il cuore grosso, le lacrime agli occhi, avevo ancora nelle orecchie la notizia della morte di quell'alpino.
E mi sentivo molto in colpa: stavano veramente andando a difendermi dai terroristi oppure il loro sacrificio era tutto un non senso?
Io sentivo il cuore grosso, le lacrime agli occhi, avevo ancora nelle orecchie la notizia della morte di quell'alpino.
E mi sentivo molto in colpa: stavano veramente andando a difendermi dai terroristi oppure il loro sacrificio era tutto un non senso?