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semplicità insormontabili

Olmo60

Guru Master Florello
storie fantasiose ma, come dire, con dei risvolti interessanti...per certe menti "analitiche".
ve le propongo, tratte da un paio di libri di R.Casati e A.C.Varzi. Più avanti ne ho una che mi ha passato un amico del forum e che mi ha fatto ridere...non poco di questi tempi!

chi di voi avesse da raccontare storielle del genere, a meno che non siano proprio delle ca.ate, è benvenuto.
P.S: alla decima mi fermo.
P.S1: state concentrati!!! :):D
 
Ultima modifica:

Olmo60

Guru Master Florello
Voi non siete qui

Gentile Assessore al Turismo:

Ho notato che molti turisti in visita alla nostra città si servono delle cartine messe a disposizione dal Comune nella teca delle affissioni in Piazza Risorgimento. Le cartine recano un grande bollino rosso con la scritta "Voi siete qui", ma il bollino indica Piazza del Mercato, che è sul lato opposto della città. I turisti si trovano quindi costretti a trasferirsi in Piazza del Mercato prima di poter finalmente utilizzare la cartina per orientarsi. Può immaginare il fastidio. Non si potrebbe migliorare il progetto di valorizzazione della città fornendo delle cartine corrette?
Cordialmente F. Furetto

Gentile Cittadina Furetto:

Grazie per la segnalazione. Ha perfettamente ragione. Le cartine fanno parte di un lotto stampato all'epoca in cui la sede del Municipio era in Piazza del Mercato. La Tipografia Comunale provvederà immediatamente a correggere le cartine. La verità trionferà!
L'Assessore

Gentile Assessore:
Le nuove cartine sono indubbiamente conformi a verità. Ma sono utili? Avete semplicemente aggiunto un "NON" in sovraimpressione, per cui i turisti adesso leggono "voi non siete qui". Ne ho visti diversi, nervosi, partire in varie direzioni, cercando di fuggire dal luogo nel quale la cartina diceva loro che non erano.
Non potremmo ricorrere a un po' di buon senso?

F.F.

Cittadina Furetto!
Abbiamo esaminato il caso e deciso di introdurre sperimentalmente un nuovo tipo di cartine. Non potendo ordinarne di nuove per via dei tagli di bilancio, e non potendo cancellare quelle appena stampate, abbiamo aggiunto a queste ultime la scritta "ma siete invece lì". A questo punto i turisti dovrebbero essere soddisfatti.
Cordialità, L'Assessore

Primo Turista: Dunque, vediamo di orientarci...."Voi non siete qui ma siete lì" Ah, ecco, la targa su quell'edificio dice che questa è Piazza del Risorgimento. Quindi non siamo là, in Piazza del Mercato, ma qui, in Piazza del Risorgimento. Cioè, no, siamo, in Piazza del Risorgimento, e non
qui...Un momento...

Secondo Turista: Guardi, sono appena tornata da Piazza del Mercato, perchè la mia cartina diceva che non ero lì. Non ci vada, altrimenti la sua cartina diventa erronea. Ah, aspetti, vedo che il Comune sta consegnando un nuovo lotto di cartine. [si rivolge all'addetto] Posso prenderne una? Ecco..."Quasi sicuramente voi non siete qui"

Primo Turista: Posso vedere? Ma....è una cartina del Polo Nord!

L'assessore [passava di lì, ispezionava la consegna] Certo! La nostra missione è fornire cartine accurate. E infatti è molto improbabile che lei sia al Polo Nord, visto che sta parlando con me, che sono qui in Piazza del Risorgimento!

Primo Turista: Ma..........

L'Assessore: Niente "ma". Se la cosa non le va, è liberissimo di andare al Polo Nord, o di visitare un'altra città. Dalle nostre parti la Verità viene prima di tutto! Tenga anche questa cartina, l'abbiamo appena stampata.

Turista: Una mappa di Atlantide?

L'Assessore
: Certo. E lì c'è scritto che "Sicuramente voi non siete qui". Voi turisti siete sempre pronti a lamentarvi. Dovreste invece ringraziarci per tutte queste informazioni veritiere!
 

Olmo60

Guru Master Florello
Pittolibro per turisti

AGENTE DI VIAGGIO: Vedo che ha deciso per la Transiberiana, ottima scelta. Un viaggio difficile, ma che le darà enormi soddisfazioni.
LEI: mi preoccupa soprattutto il problema di farmi capire. Non conosco una parola di russo né delle varie lingue che si parlano lungo il tragitto.
AGENTE: Se è per questo, il suo problema ha una semplice soluzione [estrae un libricino da un cassetto] Ecco qua.
LEI: Che cos'è?
AGENTE: Pittolibro per turisti. Un libro molto particolare.
LEI: mi faccia vedere...Ma sono solo disegni! Sembra un libro per bambini.
AGENTE: Appunto. A volte il linguaggio è inutile, e direi che è inutile soprattutto quando non lo si conosce. Ma lei può usare questo libro per comunicare quando le mancano le parole. Basta mostrare un'immagine della cosa di cui non conosce il nome.
LEI: Mi faccia capire. Vuol dire che questo libro contiene un disegno per ogni cosa?
AGENTE: Beh, praticamente per tutte le cose che si possono disegnare. Forse non troverà un disegno della felicità o dell'inflazione, ma sono cose che come turista non le capiterà spesso di richiedere.
LEI: Quindi se voglio del pane...
AGENTE: Basta che mostri questo disegno. Vede? Ci sono persino diversi tipi di pane: la baguette, la rosetta, e via dicendo.
LEI: e se mi serve una bicicletta?
AGENTE: Aspetti che cerco...Ecco qua. C'è il disegno di una bici da città, di una mountain bike, di un triciclo e persino di un velocipede.
LEI: Fantastico. Quanto costa questo libercolo?
AGENTE: Poco, poco. Con cinque euro si porta in tasca un linguaggio universale.

FICCANASO: [intromettendosi senza tanti complimenti] Non gli dia retta. Sono soldi buttati via.

AGENTE: Ma come? Chi è lei?
FICCANASO: Soldi buttati via, dico. Una volta che ha mostrato il disegno della bicicletta, che cosa succede?
AGENTE: Come, che cosa succede?
FICCANASO: Succede che non è chiaro che cosa lei volesse dire mostrando il disegno della bicicletta. Voleva dire che la intende comprare? Che la vuole vendere? Che suo figlio ha una bicicletta così e così e che le piacerebbe condividere questo ricordo con la persona cui mostra il disegno? Oppure voleva dire: guardi che bel libro che ho, con un disegno di una bicicletta! Ripeto: che cosa succede dopo che ha mostrato il disegno della bicicletta?
AGENTE: Il libro può aiutarci. C'è un disegno per "comprare" e uno per "vendere". Basta mostrare prima il disegno per "comprare", poi quello per "bicicletta".

FICCANASO: Posso vedere questi disegni?
AGENTE: Certo. Il disegno per "comprare" è questo...E questo per "vendere".
LEI: Ma sono lo stesso disegno! Un signore che con una mano dà un pacchetto a una signora e che con l'altra prende dei soldi in cambio.
FICCANASO: Infatti. E non mi stupisce che siano uguali. Come potrebbero essere diversi?
AGENTE: Non si potrebbe mettere una freccia che indichi il senso della transazione?
FICCANASO: Il problema è che le frecce sono segni convenzionali. E la freccia indica la vendita o l'acquisto? O entrambe le cose? Ma non finisce qui. Che cosa le dice che sia la signora e non il signore a comprare il pacchetto?
AGENTE: Me lo dice il fatto che il signore riceve il denaro e dà il pacchetto, mentre la signora riceve il pacchetto e dà il denaro.

FICCANASO: Ma se guardo il disegno mi sembra che possa rappresentare anche la situazione opposta. E poi, il disegno per "comprare" raffigura un pacchetto che passa di mano. Quando lei mostra insieme i due disegni per significare che vuole comprare una bicicletta come fa a far capire che bisogna sostituire la bicicletta al pacchetto e non al denaro? E guardi anche come è disegnato il denaro: a me sembrano i soldi finti del Monopoli. Se uno la prende alla lettera e la paga con i soldi del Monopoli?
AGENTE: Insomma, lei la fa un po' difficile...secondo lei questo libro vale poco?
FICCANASO: poco o niente. Gli autori del libro avrebbero dovuto leggere le Ricerche Filosofiche di Wittgenstein, dove si dice a chiare lettere che capire una parola non equivale a evocare nella mente una immagine della cosa significata dalla parola.
AGENTE: E perchè mai?
FICCANASO: Perchè le immagini devono essere a loro volta interpretate. E se devono essere interpretate, evocarle servirà ben poco.
 

Olmo60

Guru Master Florello
Tante Domande

C'era una volta un bambino che faceva tante domande, e questo non è certamente un male, anzi è un bene.
Ma alle domande di quel bambino era difficile dare una risposta. Per esempio, egli domandava: Perchè i cassetti hanno i tavoli?
La gente lo guardava e magari rispondeva: I cassetti servono per metterci le posate.
-Lo so a che cosa servono i cassetti, ma non so perchè i cassetti hanno i tavoli. La gente crollava il capo e tirava via. Un'altra volta lui domandava:
-Perchè le code hanno i pesci? Oppure: -Perchè i baffi hanno i gatti?
La gente crollava il capo e se ne andava per i fatti suoi. Il bambino crescendo non cessava mai di fare domande. Anche quando diventò un uomo andava intorno a chiedere questo e quello e siccome nessuno rispondeva si ritirò in una casetta in cima a una montagna e tutto il tempo pensava delle domande e le scriveva in un quaderno, poi ci rifletteva per trovare la risposta, ma non la trovava.
Per esempio scriveva: "Perchè l'ombra ha un pino?" "perchè le nuvole non scrivono lettere?" "Perchè i francobolli non bevono birra?"
Gli venne anche la barba ma lui non se la tagliò, anzi si domandava "Perchè la barba ha la faccia?" Insomma, era un fenomeno.
Quando morì uno studioso fece delle indagini e scoprì che quel tale fin da piccolo si era abituato a mettere le calze a rovescio e non era mai riuscito una volta a infilarsele dalla parte giusta, e così non aveva mai potuto imparare a fare le domande giuste. A tanta gente succede come a lui.
(Gianni Rodari - Favole al telefono)
 

Delonix

Florello Senior
Il buon Gilberto

Il buon Gilberto era molto desideroso di imparare e perciò stava sempre attento a quello che dicevano i grandi.
Una volta sentì dire da una donna: - Guardate la Filomena come vuol bene alla sua mamma: le porterebbe l'acqua nelle orecchie.
Il buon Gilberto rifletté: - Magnifiche parole, le voglio proprio imparare a memoria.
Qualche tempo dopo la sua mamma gli disse: - Gilberto, vammi a prendere un secchio d'acqua alla fontana.
Subito, mamma - disse Gilberto. Ma intanto pensava: - Voglio dimostrare alla mamma quanto le voglio bene. Invece che nel secchio, l'acqua gliela porterò nelle orecchie.
Andò alla fontana, ci mise sotto la testa e si riempì d'acqua un orecchio. Ce ne stava quanto in un ditale e per portarla fino a casa il buon Gilberto doveva tenere la testa tutta storta.
Arriva quest'acqua? - brontolò la mamma che ne aveva bisogno per fare il bucato.
Subito, mamma - rispose Gilberto, tutto affannato.
Ma per rispondere drizzò la testa e l'acqua uscì dall'orecchio e gli andò giù per il collo.
Corse alla fontana a riempire l'altro orecchio: ci stava esattamente tanta acqua come nel primo e il buon
Gilberto doveva tenere la testa storta dall'altra parte e prima di arrivare a casa l'acqua si era tutta versata.
Arriva quest'acqua? - domandò la mamma stizzita.
Forse ho le orecchie troppo piccole, pensò rattristato il buon Gilberto. Intanto però sua madre aveva perso la pazienza, credeva che Gilberto se ne fosse stato a giocherellare alla fontana e gli allungò due
scapaccioni, uno per orecchio.
Povero buon Gilberto.
Si prese in santa pace i due scapaccioni e decise che un'altra volta avrebbe portato l'acqua col secchio.

Gianni Rodari - Favole al telefono
 

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