diaulicchiu
Aspirante Giardinauta
Ho appena finito di sarchiare le piante di fave nel mio orto e inevitabilmente il mio pensiero si è rivolto alla “Spurchia” che prima o poi spunterà.
Chiamata volgarmente “Sporchia” o “Succiamele” si tratta di una pianta parassita appartenente al genere delle “Orobanche” che si attacca alle radici della pianta ospite (in questo caso fave ma possono essere anche piselli o legumi di altro genere) assorbendo cosi gli elementi nutritivi e causando inevitabilmente il deperimento della stessa.
Inevitabili sono anche le imprecazioni più colorite e svariate da parte dell’agricoltore alla vista della “Spurchia”.
Ecco perché qui in Salento il termine“spurchia” è sinonimo di sfortuna.
Giorni fa un mio vecchio zio mi raccontava però che in passato, in periodi non molto lontani e che si faceva la fame, la “Spurchia” costituiva una risorsa alimentare : il turione veniva fritto in olio d’oliva e aromatizzato con foglioline di menta oppure utilizzato per fare degli infusi dal potere depurativo.
Ho avuto l’ennesimo esempio di come bisogna prendere il meglio di quello che la Natura ci offre .
Ora non vedo l’ora di assaggiare questo piatto “povero”, dopo aver fatto prima un bel raccolto di fave però, almeno spero
Chiamata volgarmente “Sporchia” o “Succiamele” si tratta di una pianta parassita appartenente al genere delle “Orobanche” che si attacca alle radici della pianta ospite (in questo caso fave ma possono essere anche piselli o legumi di altro genere) assorbendo cosi gli elementi nutritivi e causando inevitabilmente il deperimento della stessa.
Inevitabili sono anche le imprecazioni più colorite e svariate da parte dell’agricoltore alla vista della “Spurchia”.
Ecco perché qui in Salento il termine“spurchia” è sinonimo di sfortuna.
Giorni fa un mio vecchio zio mi raccontava però che in passato, in periodi non molto lontani e che si faceva la fame, la “Spurchia” costituiva una risorsa alimentare : il turione veniva fritto in olio d’oliva e aromatizzato con foglioline di menta oppure utilizzato per fare degli infusi dal potere depurativo.
Ho avuto l’ennesimo esempio di come bisogna prendere il meglio di quello che la Natura ci offre .
Ora non vedo l’ora di assaggiare questo piatto “povero”, dopo aver fatto prima un bel raccolto di fave però, almeno spero